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Obbligazioni, verso un anno all’insegna del debito emergente

Il dollaro dovrebbe indebolirsi ulteriormente e i paesi emergenti pagheranno meno interessi sul loro ingente debito nella valuta USA. Focus sullo yuan e sulle obbligazioni onshore cinesi

di Leo Campagna 28 Dicembre 2020 11:04
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IL FATTORE DOLLARO


Secondo alcune stime la crescita degli Stati Uniti nel 2021 potrebbe arrivare addirittura al 6%, secondo altre si fermerebbe al 4%, ma nonostante questo i rendimenti restano bassi. Jim Caron, gestore del team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management (MSIM), spiega l’anomalia con tre fattori: la variazione delle previsioni di crescita del PIL, la variazione delle attese di inflazione e la variazione delle attese in materia di politica monetaria. Quest’ultima, insieme alla spesa pubblica statunitense e ad altre dinamiche in altre parti del mondo, come la crescita della Cina che sta accelerando, spinge al ribasso il dollaro. Come si legge nell’articolo “I tassi bassi rappresentano un sostegno per la crescita futura”, l’esperto di MSIM non pensa che tassi bassi segnalino bassa crescita futura, ma piuttosto che sia una questione di cause ed effetti relativi al momento attuale: superato lo scoglio del primo trimestre 2021, le prospettive appaiono molto più rosee. Tassi reali in calo e dollaro debole sono infatti segnali importanti di una futura accelerazione della crescita, il che favorisce i titoli rischiosi, anche perché le condizioni finanziarie dovrebbero restare molto espansive.

BUONE PROSPETTIVE PER LO YUAN CINESE E PER IL WON COREANO


Secondo gli esperti di Credit Suisse a beneficiare del calo del dollaro dovrebbero essere l’euro e lo yen mentre il franco svizzero difficilmente guadagnerà terreno sulla moneta unica dal momento che la Banca nazionale svizzera opererà sui mercati per non far rivalutare la valuta nazionale. Gli esperti di Credit Suisse guardano inoltre con interesse alle valute dei paesi emergenti che potrebbero beneficiare di un dollaro debole (pagando meno interessi sui propri ingenti debiti in dollari) e di una ripresa economica leggermente superiore a quella degli Usa. “Pechino offre tassi più interessanti rispetto ai rendimenti globali delle obbligazioni core mentre la ripresa dell’economia cinese e la conseguente crescita degli utili potrebbero spingere i flussi di capitale azionario”, riferiscono nell’articolo “Credit Suisse vede il dollaro in calo nel 2021” i professionisti di Credit Suisse, secondo i quali la rivalutazione dello yuan cinese potrebbe proiettare il rapporto USD/CNY a 6,32 tra 12 mesi. “Questo dovrebbe sostenere la maggior parte delle altre valute asiatiche rispetto al biglietto verde. In particolare il won sudcoreano, dal momento che la Corea del Sud dispone di un solido surplus delle partite correnti e ha saputo contenere la pandemia”, concludono gli esperti di Credit Suisse.

L’APPEAL DELLE OBBLIGAZIONI ONSHORE CINESI


L’apertura dei mercati dei capitali cinesi agli investimenti esteri apre interessanti opportunità nell’ambito delle obbligazioni onshore. Lo spiega nell’articolo “Il nuovo appeal delle obbligazioni cinesiDonald Amstad, Head of Investment Specialist, Asia Pacific, Aberdeen Standard Investments. Uno dei principali appeal di questi titoli è il rendimento, superiore al 3% per la scadenza decennale, che risulta ben al di sopra di quelli offerti attualmente dai decennali nei mercati sviluppati. “I titoli di stato cinesi onshore (CGB) offrono un valore relativo migliore, alla luce del fatto che il Paese è la prima delle principali economie mondiali a registrare una ripresa post pandemia. In base alla nostra ultima previsione, non solo la Cina è l’unica grande economia con una crescita del PIL nel 2020, ma dovrebbe anche registrare un’accelerazione il prossimo anno”, sottolinea l’esperto.

DIVERSIFICAZIONE DEI PORTAFOGLI


Allargando l’orizzonte a tutto il reddito fisso dei mercati emergenti, BlueBay sottolinea che le prospettive sono relativamente più attraenti rispetto a quelle dell’area sviluppata con aspettative di rendimenti elevati e ripresa economica più solida. Certo, ammette nell’articolo “C’è valore ancora sottostimato nel reddito fisso dei mercati emergentiDavid Riley, Chief Investment Strategist, BlueBay Asset Management, l’etichetta di "Mercati Emergenti" non riflette i fondamentali specifici di ciascun Paese, diversi Stati sono insolventi, proprio mentre i fondamentali della bilancia dei pagamenti di molti Paesi stanno migliorando e beneficiano del continuo accesso ai mercati dei capitali internazionali. La Cina e molti Emergenti asiatici stanno vivendo una ripresa a V, mentre l’America Latina sta rimanendo indietro. L’esperto di BlueBay ricorda però che, storicamente, sia le valute che gli asset emergenti hanno performato positivamente in uno scenario di ripresa sostenuta dell’economia globale, che solitamente è anche associata a un indebolimento del dollaro. In conclusione, BlueBay ritiene che, in un mondo dove crescita e reddito arrancano, gli asset delle economie emergenti caratterizzate da fondamentali economici e politici eterogenei offrano potenzialmente maggiori benefici in termini di rendimenti e diversificazione per i portafogli globali.

L’IMPORTANZA DI ESSERE SELETTIVI


Secondo il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management è più importante che mai essere selettivi quando si tratta di valutazioni. Gli spread sono ristretti in tutti i segmenti ed è probabile che un ulteriore restringimento riguarderà soprattutto gli attivi più rischiosi, colpiti dalla pandemia, visto che i titoli di migliore qualità sono già vicini ai minimi pre-crisi. Per alcuni segmenti subordinati dei mercati del credito gli spread hanno ancora ampi margini per contrarsi, mentre anche alcune emissioni dei Mercati Emergenti in valuta locale offrono rendimenti interessanti. L’articolo “JP Morgan: a caccia di rendimenti obbligazionari sui mercati emergenti” riporta che la redditività media delle quattro maggiori posizioni in portafoglio, vale a dire Indonesia, Russia, Messico e Sudafrica, è del 6,7%. Secondo J. P. Morgan AM l’attuale congiuntura favorevole proseguirà in assenza di un forte shock sul fronte dei vaccini e della ripresa, soprattutto data la quantità di liquidità sul mercato.

UN 2021 ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ CON I GREEN BOND


Infine, si segnala l’articolo “I green bond continueranno a crescere anche nel 2021”, che fa il punto della situazione delle obbligazioni la cui emissione è legata a progetti che hanno un impatto sull’ambiente, come l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti pulite e l’uso sostenibile dei terreni. Il 2020 non è stato certo il loro anno, ma potrebbe essere ricordato come quello in cui la maggior parte degli investitori e degli emittenti ha riconosciuto come una nicchia nel panorama del reddito fisso sia diventata un’asset class vera e propria. Sono molte le istituzioni e le aziende che devono ancora finanziare la propria trasformazione per adattarsi alla transizione ambientale. Per questo secondo Bertrand Rocher, Portfolio Manager di Mirova (Natixis), il segmento dei green bond è destinato a crescere molto il prossimo anno, quando l’Italia e il Regno Unito emetteranno le loro primissime obbligazioni verdi.
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