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Schroders: private equity europeo in crescita grazie a tre driver

Il settore può dare risposte alle sfide che attendono gli investitori nel prossimo decennio, costituite dalla crescita diseguale e dalla de-globalizzazione nata con la guerra dei dazi USA-Cina e accelerata dal Covid

di Virgilio Chelli 28 Ottobre 2020 19:00
financialounge -  Emily Pollock Europa private equity Richard Damming Scenari Schroders

Nei prossimi dieci anni gli investitori dovranno affrontare due sfide chiave, fatte di crescita disuguale che dipenderà dalle dinamiche locali, e dalla tendenza alla de-globalizzazione, nata con la guerra commerciale tra USA e Cina e accelerata dal Covid-19. Sarà un contesto complesso per alcuni asset e per le strategie convenzionali, ma il private equity europeo potrebbe essere ben posizionato per beneficiarne, per tre motivi. Lo sostengono in un’analisi Richard Damming, Senior Investment Director, e Emily Pollock, Alternatives Director, di Schroders, che indicano nell’attuale frammentazione del mercato, nei passaggi generazionali alla guida delle imprese e nel fattore sostenibilità i tre driver che guideranno il trend.

UN INSIEME DI MERCATI


Secondo i due esperti di Schroders, l’investitore deve guardare al Private Equity europeo come a un insieme di mercati e non un mercato omogeneo. L’intrinseca frammentazione europea è una caratteristica interessante perché offre diversità geografica e settoriale. Inoltre, il fatto che le aziende a gestione famigliare rappresentino il 60% delle società in Europa è un altro fattore di supporto, soprattutto in caso di passaggi generazionali, perché le inefficienze operative rappresentano spesso un’opportunità. Infine, i prodotti europei sono associati all’alta qualità e quindi, anche con la de-globalizzazione, continueranno a essere richiesti.

SPECIALIZZAZIONE ESSENZIALE


L’analisi di Schroders suddivide il private equity europeo in sei aree geografiche, che contano per il 95% del mercato: Regno Unito, Francia, Paesi nordici, Europa di lingua tedesca, Benelux ed Europa meridionale rappresentata da Spagna e Italia. E in un mondo post-Covid, in cui la de-globalizzazione accelererà, le industrie regionali si consolideranno e i modelli di consumo cambieranno con le nuove tecnologie, per cui la specializzazione geografica e settoriale diverrà essenziale. Inoltre, a differenza degli USA, i settori europei sono composti da molte piccole aziende, il che per gli investitori di private equity, significa l’opportunità di implementare strategie di “buy-and-build” per sbloccare il valore.

PASSAGGI GENERAZIONALI IMPORTANTI


Poi c’è il driver rappresentato dai passaggi generazionali. Dato l’elevato numero di aziende a gestione famigliare in Europa, i fondatori spesso vendono quando raggiungono un limite di età, e anche se spesso la prima scelta ricada su un membro della famiglia, i discendenti possono non essere interessati, o qualificati. Per questo le società a gestione famigliare sono spesso target di acquisizione attraenti e offrono agli investitori di private equity un grande potere negoziale e prezzi di ingresso attraenti. Inoltre spesso sono soggette a operazioni di buyout da parte dei dipendenti, supportate sempre da fondi di private equity.

LA FORZA DEL MADE IN EUROPE


Infine ci sono i fattori sostenibilità e qualità, che contraddistinguono il Made in Europe sul mercato globale, mentre al consumatore europeo piace ‘comprare locale’. Gli esperti di Schroders ritengono che l’alta qualità continuerà a sostenere le esportazioni europee, anche in un contesto di de-globalizzazione.

AGGIUNGERE VALORE AI PORTAFOGLI


In conclusione, l’analisi di Schroders sottolinea che nonostante la bassa crescita per molti anni, il PE europeo ha avuto buone performance. La frammentazione del private equity europeo, insieme alla stabilità e la trasparenza dei mercati sottostanti, rappresentano un’interessante combinazione di opportunità. Tuttavia, avvertono gli esperti di Schroders, per sbloccare la crescita sarà necessaria una competenza locale e una profonda conoscenza del settore: per coloro che hanno il giusto presidio, rete e competenze, il PE europeo può aggiungere un insieme differenziato di driver di valore a un più ampio portafoglio di private equity.
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