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Lo studio

Schroders: petrolio verso un declino storico

La transizione verso le rinnovabili è in atto da tempo, ma si appresta ad accelerare rapidamente anche per motivazioni puramente economiche. Tre scenari a 30 anni per l’oil & gas

di Virgilio Chelli 10 Ottobre 2020 09:30
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La transizione energetica in direzione delle rinnovabili è in accelerazione e gli investitori si chiedono se la domanda globale di petrolio abbia raggiunto il suo massimo storico. Il tema è analizzato da Mark Lacey, Head of Commodities di Schroders, secondo cui la transizione in atto da tempo verso l’energia rinnovabile, dal solare all’eolico, si appresta ad accelerare rapidamente, per diversi fattori: il cambiamento climatico ovviamente, ma anche motivazioni economiche, con i costi di produzione di energia pulita ormai in allineamento con quelli dei combustibili fossili. E poi sono gli stessi consumatori che esigono sempre più un cambiamento, come mostra l’impennata della domanda di veicoli elettrici.

TRA SCENARI DI BP


L’esperto di Schroders si sofferma in particolare sull’ultimo Energy Outlook di BP, secondo cui l’energia rinnovabile ora sta crescendo più di qualunque altra fonte nella storia, mentre la domanda di petrolio potrebbe aver già toccato il picco. Il report BP offre tre scenari a 30 anni, che hanno in comune la stima di una riduzione della domanda di petrolio. Lo scenario ‘business as usual’, vede domanda in calo del 10% entro il 2050, quello ‘rapid change’ del 55% mentre lo scenario più aggressivo ‘net zero’ addirittura dell’80%. Il primo scenario vede la domanda stabilizzarsi all’inizio del decennio, mentre negli altri non si riprenderà mai completamente dal declino provocato dalla disruption da Covid-19.

PICCO TRA IL 2025 E IL 2030


Secondo Lacey, le stime di BP sono un po’ drammatizzate, ma è probabilmente dovuto all’allineamento con la nuova strategia della società di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050. Secondo Schroders, il picco della domanda di petrolio verrà raggiunto tra il 2025 e il 2030, con il punto di svolta che dipenderà dal modo in cui l’economia globale recupererà dopo la pandemia, dalla ripresa dei viaggi aerei e dalla rapidità di adozione dei veicoli elettrici, tutti fattori strettamente interconnessi.

UN TREND IN ACCELERAZIONE


Ma, sottolinea Lacey, i cambiamenti strutturali degli investimenti delle principali compagnie petrolifere rappresentano un incoraggiante passo in avanti, anche se per rispettare gli obiettivi degli Accordi di Parigi, che puntano a limitare l’aumento delle temperature globali a non più di 2 gradi dai livelli preindustriali, serviranno comunque ulteriori sforzi. Intanto la domanda di tecnologie per l’energia pulita si sta dimostrando solida, con i consumatori che cercano di ridurre le emissioni, mentre il rapido aumento delle vendite di veicoli elettrici sostiene il passaggio dal petrolio all’elettricità, in un trend che potrà solo accelerare via via che ci avviciniamo alle scadenze per l’eliminazione dei motori a combustione interna in alcuni Paesi.

OBIETTIVI SEMPRE PIÙ AMBIZIOSI


Intanto in tutto il mondo le aziende si pongono obiettivi sempre più ambiziosi per ridurre le emissioni, il che che secondo l’esperto di Schroders farà probabilmente da catalizzatore per il cambiamento di intere supply chain. Un altro driver importante segnalato dall’analisi di Lacey è il costo: secondo Bloomberg New Energy Finance, il solare fotovoltaico e l’eolico ‘onshore’ sono ora le fonti di energia più economiche in Paesi che comprendono due terzi della popolazione mondiale e l’85% della domanda di elettricità globale, in un trend che sta continuando a convogliare investimenti verso le rinnovabili.
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