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Raiffeisen: prospettive intatte per i mercati emergenti

Maggiori opportunità dalla correzione per le azioni dei paesi emergenti, ma la selezione, dicono in Raiffeisen Capital Management, resta fondamentale

di Mariano Mangia 30 Settembre 2020 16:56
financialounge -  dollaro Usa mercati emergenti Raiffeisen Capital Management Scenari

C’è chi spolvera l’acronimo TINA (There Is No Alternative) per spiegare la tendenza al rialzo dei mercati azionari, ma c’è anche chi osserva come i rialzi, soprattutto quelli degli ultimi periodi, siano determinati da un numero estremamente ridotto di titoli dei settori tecnologico e delle comunicazioni. Un fenomeno, osservano in Raiffeisen Capital Management, che si osserva non solo sui mercati dei paesi sviluppati, ma anche in quelli dei paesi emergenti. “L'ampiezza del mercato in diminuzione e i forti segnali di esagerazioni speculative negli Usa”, si legge in un loro report, “suggeriscono una crescente vulnerabilità alle correzioni, soprattutto perché le prossime elezioni presidenziali negli Usa potrebbero causare ulteriore volatilità”.

CAMBIERANNO I “FAVORITI” SULLE BORSE AZIONARIE?


Una possibile correzione delle borse USA, spiegano in Raiffeisen CM, si rifletterebbe anche su altri listini, ma non necessariamente significherebbe la fine del rally; se accompagnato da un "cambio nei favoriti", l’attenzione degli investitori si potrebbe spostare sulle tante azioni non ancora sopravvalutate e che finora hanno partecipato molto meno alla ripresa e tra queste si trovano soprattutto società cicliche, di minori dimensioni e della "old economy".

OPPORTUNITÀ PER I MERCATI EMERGENTI


In uno scenario del genere, che fermerebbe per un bel po’ la forte outperformance delle azioni Usa, potrebbero avere maggiori opportunità anche le azioni dei paesi emergenti che offrono un profilo di rischio-rendimento a lungo termine di gran lunga migliore delle azioni USA. È tuttavia probabile che non tutti i paesi e non tutti i settori ne beneficeranno nella stessa misura ed è proprio in un tale scenario che acquisterebbe valore una selezione attiva.

LA DEBOLEZZA DEL DOLLARO USA


Un fattore determinante per i mercati emergenti è rappresentato dall’andamento del dollaro Usa. Oggi, fanno osservare in Raiffeisen, il dollaro è debole soprattutto nei confronti dell'euro e relativamente meno rispetto alle valute emergenti, un elemento che contribuisce a spiegare la minor performance dei loro listini. Questa debolezza parziale del dollaro potrebbe essere un segnale d'allarme che la ripresa economica mondiale stia procedendo molto più lentamente di quanto i mercati azionari stiano attualmente scontando, ma ciò è probabilmente dovuto anche al fatto che gli USA possono operare con un margine di manovra fiscale e monetario molto più ampio e stimolare di conseguenza la propria economia.

MINOR SPAZIO DI MANOVRA FISCALE


I maggiori vincoli cui sono soggetti molti paesi emergenti potrebbero avere, secondo gli esperti della società di gestione, anche un effetto positivo nel lungo periodo, dal momento che costringono governi e imprese a ridurre le inefficienze, a rafforzare i bilanci e a migliorare la produttività, in passato massicci stimoli governativi hanno portato molto spesso a un calo dell'efficienza e a un’allocazione del capitale sbagliata. In questo contesto, viene sottolineato, la performance inferiore alla media dei mercati azionari dei paesi emergenti nell'ultimo decennio è stata in gran parte dovuta a una redditività minore e stagnante o addirittura in calo delle imprese.

COVID-19, DIMINUISCE L’IMPATTO SUI MERCATI


Un’ultima considerazione è riservata alla pandemia. Un vaccino, viene osservato, sarebbe definitivamente un cambiamento di paradigma, ma difficilmente sarà disponibile in grandi quantità quest'anno; allo stesso tempo, nuovi lockdown a livello nazionale non sembrano proponibili, né sul piano politico né economico. La conclusione di Raiffeisen è che, se non intervengono sviluppi drammatici e imprevisti, il COVID-19 farà sempre più parte della vita quotidiana e avrà sempre meno potenziale per generare movimenti dei corsi più ampi, verso l'alto come verso il basso.
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