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Nuova fase

Azioni Usa pronte a passare il testimone ai mercati emergenti?

Dopo il decennio delle azioni Usa, secondo gli esperti di Raiffeisen Capital Management potrebbe cominciare quello degli emergenti, che sul lungo periodo offrono un rapporto rischio-rendimento nettamente più interessante

di Leo Campagna 23 Settembre 2020 07:45
financialounge -  azioni usa mercati emergenti Morning News Raiffeisen Capital Management Scenari

Il trend degli ultimi mesi, che ha visto l’indice dei mercati azionari sviluppati correre di più rispetto ai listini dei mercati emergenti, è stato confermato anche ad agosto con l’MSCI emerging markets in ascesa di due punti percentuali e l’MSCI world index in aumento del 6 per cento.

RIALZO DI BORSA GUIDATO DA UN GRUPPO SEMPRE PIÙ RISTRETTO DI AZIENDE


“Il rialzo degli indici, tuttavia, è guidato dalle quotazioni sui massimi di un gruppo sempre più ristretto di aziende, soprattutto del settore tecnologico e delle comunicazioni, le cui attività sono in pieno boom (o almeno lo sono agli occhi degli investitori) nonostante o addirittura a seguito della pandemia e dei lockdown”, fanno presente nell’ultimo ‘EMreport’ gli esperti di Raiffeisen Capital Management. Infatti, la maggior parte delle azioni quotate è ancora molto al di sotto rispetto ai valori di inizio anno. Una situazione che, da un lato implica segnali di allarme per una possibile correzione imminente e, dall’altro, evidenzia la presenza di tutta una serie di titoli non sopravvalutati che offrono agli investitori un buon potenziale di guadagno nei prossimi trimestri e anni.

FOCUS SU SOCIETÀ CICLICHE, PICCOLE AZIENDE E "OLD ECONOMY"


“Tra i titoli con queste potenzialità figurano società cicliche, più piccole e della ‘old economy’. Se nelle prossime settimane dovesse verificarsi un ‘cambiamento nei favoriti’ di Borsa, è molto probabile che anche i Paesi emergenti registrino rendimenti superiori alla media. In ogni caso, attualmente essi offrono un rapporto rischio-rendimento nettamente più interessante nel lungo periodo rispetto agli USA. Dopo il passato decennio delle azioni USA, fra poco potrebbe quindi iniziare il decennio dei paesi emergenti (e forse anche dell'Europa)” spiegano i professionisti di Raiffeisen CM. Secondo i quali , è tuttavia molto probabile, che non tutti i paesi emergenti e nemmeno tutti i settori ne beneficeranno nella stessa misura. Per queste ragioni la strategia più efficace potrebbe rivelarsi la combinazione della selezione attiva con un lieve allontanamento dagli investimenti passivi e dai grandi indici di mercato.

LA DEBOLEZZA ‘ANOMALA’ DEL DOLLARO


Nel frattempo, un aspetto approfondito dagli esperti di Raiffeisen CM riguarda la debolezza ‘anomala' del dollaro, che ha perso terreno in modo vistoso contro l'euro e relativamente poco contro le valute dei paesi emergenti. “Questo comportamento potrebbe essere uno dei fattori che spiega la continua performance inferiore alla media delle azioni dei mercati emergenti, fenomeno piuttosto inusuale in concomitanza di un dollaro più debole e di un contesto azionario globale complessivamente positivo”, argomentano i professionisti di Raiffeisen CM. I quali, al contempo, non escludono che questa particolare debolezza del biglietto verde possa essere dovuta al fatto che la ripresa economica mondiale stia procedendo molto più lentamente di quanto i mercati azionari stiano attualmente scontando.

IMPARARE A CONVIVERE CON IL COVID-19


Tornando al presente, i forti segnali di esagerazioni speculative negli USA suggeriscono una crescente vulnerabilità alle correzioni, alla luce anche della probabile volatilità indotta dalle prossime elezioni presidenziali negli USA. Certo un vaccino anti COVID-19 cambierebbe molto lo scenario, ma è poco realistico che possa essere distribuito in grandi quantità nel 2020. “Se non si registreranno sviluppi imprevisti o drammatici è probabile che la convivenza con il COVID-19 sia sempre più un fatto acquisito, depotenziando di fatto la possibilità di generare movimenti delle quotazioni di mercato più ampie, sia verso l'alto che verso il basso” concludono gli esperti di Raiffeisen Capital Management.
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