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Male Wall Street e Borse Ue

La Fed timida delude i mercati

Jerome Powell, forse temendo di essere accusato di tirare la volata a Trump prima delle presidenziali, ha usato toni prudenti. I listini europei aprono in calo, sotto la parità i future di Wall Street

di Virgilio Chelli 17 Settembre 2020 08:16
financialounge -  borse FED politica monetaria tassi Wall Street

Il FOMC della Fed ha confermato quello che il mercato sapeva già: l’inflazione potrà correre anche oltre il target del 2% e i tassi resteranno all’attuale bassissimo livello ancora a lungo, almeno per tutto il 2023. Ma il chairman Jay Powell nella conferenza stampa seguita all’ultima riunione della Banca centrale prima delle presidenziali del 3 novembre ha preferito non sbilanciarsi in previsioni troppo ottimistiche, forse temendo di essere accusato di tirare la volata a Donald Trump, e ha raffreddato l’entusiasmo iniziale di Wall Street, spingendo il Nasdaq ai minimi di seduta. Quello che è piaciuto di meno è stato probabilmente il fatto che Powell abbia insistito sulle incertezze che pesano sull’economia, e che non saranno dissipate definitivamente fino a che non arriverà un vaccino anti-Covid.

LA CRESCITA ESPONENZIALE DEL BILANCIO DELLA FED HA SOSTENUTO WALL STREET



UN ARSENALE BEN FORNITO DI MUNIZIONI


Powell non è stato comunque pessimista, e ha previsto che l’espansione economica continuerà e contagerà agevolmente anche i settori dell’economia finora rimasti indietro, grazie proprio allo stimolo monetario della Banca centrale. E ha aggiunto che l’arsenale della Fed è ancora ben fornito di munizioni, sia in termini di dimensioni del bilancio, di sostegno ai prestiti alle aziende e di impulso che può venire dalla ‘forward guidance’, come nel caso dell’inflazione. Il grafico qui sopra mostra con evidenza la forte correlazione tra espansione del bilancio della banca centrale e rimbalzo del mercato azionario dopo lo shock iniziale causato dalla pandemia. Ma i toni molto cauti del capo della Fed hanno raffreddato il mercato, spingendo perfino l’indice VIX della volatilità in territorio positivo proprio mentre parlava.

NEUTRALITÀ PRIMA DEL VOTO


L’impatto delle parole di Powell non è stato limitato all’azionario, durante una conferenza stampa molto più lunga del solito si è assistito anche a un sensibile apprezzamento del dollaro verso l’euro e a un movimento al rialzo del rendimento del T-bond a 10 anni. Anche l’oro è arretrato mentre Powell parlava. Alla fine sembra che il mercato non abbia apprezzato una Fed meno ‘colomba’ di quello che avrebbe desiderato, qualcosa che non è piaciuta a Wall Street, che alla fine ha chiuso con il solo Dow Jones in rialzo e di poco, ma che potrebbe rivelarsi positiva per l’Europa. Un dollaro che rialza la testa piace sicuramente alla Bce e anche alle Borse del vecchio continente. Più in generale, la partita si sposta ora sul fronte politico. La Fed preferisce la neutralità, come nella sua tradizione, e nelle prossime settimane il mercato guarderà probabilmente con molta attenzione ai sondaggi.

LA GIORNATA SUI MERCATI


Dopo l’intervento della Fed, ieri Wall Street ha perso vigore e oggi le Borse europee aprono in calo. Torna un clima di avversione sui mercati, con la banca centrale americana che non ha fornito nuovi spunti, confermando tassi bassi almeno fino al 2023. Piazza Affari apre a -1,5%, come Francoforte e Parigi, mentre Londra è in calo dell’1,3%.

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