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Il progetto Credem

Anche gli uffici diventano smart

Saranno 500 le postazioni che entro i prossimi due anni Credem inaugurerà seguendo un approccio smart: le scrivanie non saranno assegnate ad una singola persona ma a disposizione di tutti

di Fabrizio Arnhold 1 Settembre 2020 15:05
financialounge -  banca Credem smart smart working

Non assegnate a una singola persona, ma a disposizione di tutti. Credem ha avviato un progetto che prevede, entro il prossimo biennio, l’allestimento di almeno 500 nuove postazioni agili, senza telefoni fissi e con la possibilità di prenotare le scrivanie per lavorare singolarmente, oppure in team.

OLTRE LO SMART WORKING


L’ufficio smart è un’iniziativa che segue lo smart working, modalità di lavoro efficacemente sperimentata da oltre il 95% dei lavoratori del gruppo bancario. Il restyling degli uffici è già cominciato con l’ampliamento della sede di Avvera a Reggio Emilia e con l’allestimento dei nuovi uffici delle sedi di Credemtel e dei Magazzini Generali delle Tagliate a Montecavolo di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia.

PIÙ LIBERTÀ AL LAVORO


Slegare gli ambienti lavorativi dai modelli tradizionali di postazioni fisse, open space e uffici singoli, con l’obiettivo di aumentare l’elasticità e libertà nella fruizione degli spazi, anche quelli delle zone relax e ristoro. Le scrivanie non sono assegnate, si potranno quindi attivare i propri device personali con la possibilità di prenotare le scrivanie di una sala, in caso di lavoro in team.

L’IMPORTANZA DEL PROGETTO SMART


“Siamo partiti cinque anni fa distribuendo smartphone e computer e oggi il progetto di smart working ha ampiamente dimostrato la sua importanza permettendo a quasi la totalità dei dipendenti di lavorare da casa 5 giorni a settimana nel periodo di distanziamento”, ha dichiarato Andrea Bassi, direttore del personale di Credem. “Stiamo ripensando gli uffici in un’ottica più smart, flessibile e sostenibile tenendo conto delle necessità professionali e personali di ognuno”. Una scelta che si rileva particolarmente azzeccata anche nell’ottica dei cambiamenti che la pandemia ha imposto in maniera repentina al mondo del lavoro.
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