In attesa del FOMC
''La svolta della Fed era scontata, ora il mercato spera in nuovi stimoli''
Per BlueBay l’annuncio di Powell sulla maggior tolleranza per un’inflazione oltre il target non è una grande novità, gli investitori sperano in nuovi stimoli fiscali e monetari
di Virgilio Chelli 31 Agosto 2020 18:55
L’annuncio da parte del presidente della Fed Jerome Powell sul nuovo framework riguardo al target di inflazione, che potrà correre anche oltre il 2% per aiutare la ripresa economica e l’occupazione, era atteso e sostanzialmente già scontato da mercato e investitori, che ora guardano al FOMC di metà settembre e a Washington sperando nell’arrivo di nuovi stimoli fiscali e monetari. Sono le conclusioni cui giunge un commento di David Riley, Chief Investment Strategist di BlueBay Asset Management, dopo il discorso pronunciato al simposio virtuale di Jackson Hole dal capo della banca centrale americana.
L’esperto di BlueBay osserva che quando si tratta di inflazione, “il passato non è più passato” per la Fed di Powell, e che il nuovo framework riconosce inoltre che anche lunghi periodi di bassa disoccupazione non hanno generato una significativa pressione al rialzo dell'inflazione e quindi saranno i "deficit", piuttosto che le deviazioni dalla massima occupazione, a determinare il percorso della politica monetaria. La nuova formulazione degli obiettivi della Fed in materia di occupazione e inflazione, secondo Riley, implica che una ripresa del mercato del lavoro non sarà sufficiente a giustificare un aumento dei tassi se l'inflazione sarà inferiore o anche poco superiore all'obiettivo di inflazione del 2%.
Per questo la nuova strategia della Fed tollererà un'inflazione "moderatamente" sopra il 2% per un periodo non specificato, in modo che “sia in media del 2% nel tempo", mentre la forza del mercato del lavoro sarà valutata in termini di "deficit" piuttosto che di scostamenti rispetto alla massima occupazione. L’esperto di BlueBay osserva che la Fed, come altre importanti banche centrali, non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo di inflazione nell'ultimo decennio, per cui l'impegno a "rimediare" con la nuova formulazione farà ben poco per aumentare l'inflazione attesa e realizzata.
Il messaggio di Powell è comunque inequivocabile, e indica che la Fed permetterà all'economia di "scaldarsi più a lungo" prima di prendere in considerazione l'aumento dei tassi. Se questo schema fosse stato adottato dai predecessori di Powell, la Fed non avrebbe iniziato ad alzare i tassi a dicembre 2015 anche dopo ben sette anni di tassi vicini a zero e con una disoccupazione in calo quando l'inflazione era solo all'1,5%. Per Riley comunque la svolta di Powell, pur importante, non ha dato nuove notizie, ma si è limitata a confermare ciò che investitori e mercati avevano già concluso.
Inoltre, osserva Riley, il capo della Fed non ha segnalato alcuna ulteriore azione politica che rafforzi la credibilità del nuovo obiettivo di inflazione. L'evoluzione della strategia della Fed era già stata ben segnalata in anticipo e si rifletteva nel fatto che i mercati obbligazionari non stavano prezzando alcun aumento dei tassi fino alla fine del 2023, come minimo. Per questo, conclude l’esperto di BlueBay, al prossimo FOMC di metà settembre gli investitori torneranno a sperare in un ulteriore stimolo monetario guardando anche a Washington per un ulteriore pacchetto fiscale.
IL PASSATO NON È PIU’ PASSATO
L’esperto di BlueBay osserva che quando si tratta di inflazione, “il passato non è più passato” per la Fed di Powell, e che il nuovo framework riconosce inoltre che anche lunghi periodi di bassa disoccupazione non hanno generato una significativa pressione al rialzo dell'inflazione e quindi saranno i "deficit", piuttosto che le deviazioni dalla massima occupazione, a determinare il percorso della politica monetaria. La nuova formulazione degli obiettivi della Fed in materia di occupazione e inflazione, secondo Riley, implica che una ripresa del mercato del lavoro non sarà sufficiente a giustificare un aumento dei tassi se l'inflazione sarà inferiore o anche poco superiore all'obiettivo di inflazione del 2%.
OBIETTIVO MANCATO NELL’ULTIMO DECENNIO
Per questo la nuova strategia della Fed tollererà un'inflazione "moderatamente" sopra il 2% per un periodo non specificato, in modo che “sia in media del 2% nel tempo", mentre la forza del mercato del lavoro sarà valutata in termini di "deficit" piuttosto che di scostamenti rispetto alla massima occupazione. L’esperto di BlueBay osserva che la Fed, come altre importanti banche centrali, non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo di inflazione nell'ultimo decennio, per cui l'impegno a "rimediare" con la nuova formulazione farà ben poco per aumentare l'inflazione attesa e realizzata.
SVOLTA CHE HA CONFERMATO LE ATTESE
Il messaggio di Powell è comunque inequivocabile, e indica che la Fed permetterà all'economia di "scaldarsi più a lungo" prima di prendere in considerazione l'aumento dei tassi. Se questo schema fosse stato adottato dai predecessori di Powell, la Fed non avrebbe iniziato ad alzare i tassi a dicembre 2015 anche dopo ben sette anni di tassi vicini a zero e con una disoccupazione in calo quando l'inflazione era solo all'1,5%. Per Riley comunque la svolta di Powell, pur importante, non ha dato nuove notizie, ma si è limitata a confermare ciò che investitori e mercati avevano già concluso.
OCCHI SU FOMC E WASHINGTON
Inoltre, osserva Riley, il capo della Fed non ha segnalato alcuna ulteriore azione politica che rafforzi la credibilità del nuovo obiettivo di inflazione. L'evoluzione della strategia della Fed era già stata ben segnalata in anticipo e si rifletteva nel fatto che i mercati obbligazionari non stavano prezzando alcun aumento dei tassi fino alla fine del 2023, come minimo. Per questo, conclude l’esperto di BlueBay, al prossimo FOMC di metà settembre gli investitori torneranno a sperare in un ulteriore stimolo monetario guardando anche a Washington per un ulteriore pacchetto fiscale.
Trending