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Nuovi beni rifugio

Attese e mercati, i titoli big tech si muovono in tandem con l'oro

La lotteria dei sondaggi indica nettamente Biden, ma in passato molte previsioni sono state ribaltate. Sorpresa: i big tech sono anche un bene rifugio, infatti si muovono in tandem con l’oro. Il Covid ha cancellato anche i BRICS, già in crisi per la polarizzazione Usa-Cina

di Virgilio Chelli 17 Agosto 2020 10:59
financialounge -  Attese e mercati big tech oro presidenziali USA Scenari

LA LOTTERIA DEI SONDAGGI


Esattamente 8 anni fa, a poco più di due mesi e mezzo al voto, il tasso di approvazione dei Rasmussen Reports del presidente in carica che aspirava al secondo mandato viaggiava tra il 43 e il 47%, mentre un’altra agenzia specializzata, FiveThirtyEight, gli assegnava un vantaggio di 0,5 punti sullo sfidante Mitt Romney, il più basso dal 1976. Quando si va al voto vero, Obama prende il 51,1% del voto popolare contro il 47,2% di Romney, ma in termini di voti elettorali, quelli che contano, è un en-plein, 332 contro 206. Otto anni fa Obama godeva di un gradimento in linea o poco più basso di quello di Trump oggi, su cui Biden ha un vantaggio stimato di 8,3 punti, poco più dei 6,6 punti di Hillary 4 anni fa, non molto di più dei 5,6 punti di Dukakis nel 1988, che per chi se lo ricorda si schiantò contro Bush senior con solo 111 voti elettorali contro 426, e meno dei 10 punti di vantaggio di Bush junior nel 2000 contro Al Gore, che invece pareggiò e andò ai calci di rigore con la conta infinita dei voti in Florida. La partita del 3 novembre si giocherà soprattutto in 6 stati - Arizona, Florida, Michigan, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin – conquistati da Trump nel 2016 ma che potrebbero votare Biden. I sondaggi non sono univoci, e i margini molto stretti, ma convergono su un dato: da giugno, dopo il deterioramento causato dalla gestione del virus, la posizione di Trump non è peggiorata.

BIG TECH NUOVO BENE RIFUGIO?


Che cosa hanno in comune i big tech quotati sul Nasdaq e l’oro? Sicuramente il fatto che sono i due asset che hanno rimbalzato più violentemente dai minimi di metà marzo causati sui mercati dall’esplosione della pandemia, e anche che sono i due asset che non solo hanno recuperato tutto, ma si sono spinti a nuovi massimi di sempre. Il grafico qui sotto mostra la correlazione e sembra indicare, visto che il giallo metallo non viene comprato dagli investitori per le sue caratteristiche ‘growth’ legate alla rivoluzione digitale, che i big tech americani sono ormai percepiti ‘anche’ come bene rifugio.

NASDAQ 100 (BLU) E ORO (ROSSO) MARZO-AGOSTO 2020



L’oro è sicuramente il bene rifugio per eccellenza, infatti strappa al rialzo quando salgono i contagi e quando l’economia sembra far fatica a ripartire a pieno ritmo. Ma anche i titoli high tech del Nasdaq hanno la caratteristica di essere in qualche modo ‘immunizzati’ al virus, e quindi sono comprati non solo per le prospettive di crescita, ma anche perché percepiti come porto sicuro. È la tesi che circola tra alcuni analisti americani, secondo cui le massicce dosi di stimolo monetario combinate con il forte aumento dei risparmi dovuto alla pandemia e ai lockdown induce gli investitori a comprare qualsiasi asset che sia percepito come affidabile. I big tech rientrano in questa categoria, perché gli utili futuri, supportati dalla rivoluzione digitale e dai mutati comportamenti dovuti proprio al Covid, sono percepiti come ‘sicuri’. Proprio come il valore nel tempo dell’oro.

IL COVID HA CANCELLATO ANCHE I BRICS


Qualcuno ha visto i BRICS? Tra gli effetti collaterali del Covid sembra esserci anche la disgregazione del club dei 5 che avrebbe dovuto sfidare il primato economico delle economie sviluppate raggruppate nel G7. Originariamente formati da Brasile, Russia, India e Cina con l’aggiunta successiva del Sudafrica, i BRICS erano già entrati in crisi per la polarizzazione del confronto per l’egemonia globale tra USA e Cina, e il suo ultimo vertice, tenuto a Brasilia lo scorso novembre, si era distinto per vaghezza e inconcludenza. Quello di quest’anno doveva essere ospitato dalla Russia ma non si sa ancora se si farà, si parla di un vertice limitato ai soli ministri degli Esteri. Se già prima del Covid l’edificio dei BRICS mostrava crepe, la pandemia sembra averlo fatto collassare. La Cina ha mostrato di saper mobilitare risorse straordinarie, con il risultato che sarà forse l’unico grande paese a chiudere il 2020 con il segno più davanti al numero del Pil. Brasile e Sudafrica sono stati presi invece in contropiede, come in parte anche l’India. La Russia continua a giocarsi la sua partita di terzo incomodo tra Usa e Cina più sul terreno geopolitico che su quello economico. Sono passati solo 5 anni dalla fondazione della New Development Bank, la Banca dei BRICS che avrebbe dovuto sostenere lo sviluppo dei Paesi Emergenti in alternativa a FMI e Banca Mondiale, ma il mondo è entrato in una nuova era.
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