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Investire in obbligazioni nonostante i bassi rendimenti? Ecco come

Rendimenti ai minimi e aumento dei default sembrano scoraggiare gli investitori, ma per AllianceBernstein il credito resta appetibile

di Mariano Mangia 7 Agosto 2020 11:47
financialounge -  AllianceBernstein daily news obbligazioni Obbligazioni corporate Scenari

Dall’inizio della pandemia i mercati finanziari hanno assunto l’andamento di un ottovolante. Reddito fisso e credito non si sono sottratti a questo succedersi di violente discese e rapide risalite. A marzo gli spread creditizi hanno raggiunto, con una velocità senza precedenti, i livelli più elevati degli ultimi dieci anni, la liquidità è evaporata e gli investitori hanno scoperto di non avere altro rifugio che il debito pubblico e i Treasury USA in particolare. Il rimbalzo del secondo trimestre è stato più rapido delle attese, grazie soprattutto a una risposta fiscale e monetaria a livello globale senza precedenti che ha restituito stabilità e liquidità ai mercati e ha favorito un’inversione degli spread degli asset più rischiosi. I differenziali di rendimento dei titoli high yield statunitensi rispetto ai Treasury USA, ad esempio, si sono ridotti di circa 500 punti base rispetto ai massimi, pur rimanendo al di sopra dei livelli di gennaio. Un’ondata di nuove emissioni di titoli corporate ha trovato così tanti acquirenti entusiasti che la domanda ha in molti casi superato l’offerta.

CREDITO APPETIBILE, NONOSTANTE L’AUMENTO DEI DEFAULT


L’opinione degli esperti di AllianceBernstein è che il continuo sostegno delle banche centrali e i rendimenti estremamente bassi dei titoli di Stato alimenteranno la domanda nei segmenti del credito a più alto rendimento. Occorre però prepararsi ad assistere a ulteriori declassamenti e default nel corso di quest’anno, per l’high yield Usa la società di gestione statunitense prevede un tasso di d’insolvenza per i prossimi 12 mesi tra il 6% e il 9%. Queste elevate aspettative di default, tuttavia, non sono il segnale di un’apocalisse imminente nel mercato del credito: le insolvenze seguono infatti eventi ‘istigatori’ quali le recessioni e tendono ad essere incorporate nelle valutazioni di mercato con mesi, qualche volta anni, di anticipo. In altre parole, a questo punto, le perdite e i recuperi potenziali sono già scontati nelle quotazioni.

LA RISALITA DEGLI SPREAD NON È STATA UNIFORME


La ripresa del segmento credito non è stata uniforme. L’obbligazionario corporate Investment Grade ha registrato il rimbalzo più rapido, con spread tornati in linea con la media decennale, ma secondo AllianceBernstein si possono ancora trovare opportunità in alcuni segmenti di mercato, come, ad esempio, le obbligazioni corporate BBB emesse da imprese energetiche midstream, meno esposte alla volatilità dei prezzi del petrolio. Altre opportunità sono rappresentate dalle obbligazioni finanziarie, come il debito bancario europeo subordinato (AT1), i cosiddetti “fallen angel”, il debito emergente, i credit-risk-transfer (CRT) securities, dati i solidi fondamentali del mercato immobiliare statunitense e i commercial mortgage-backed securities (CMBS) Usa che offrono una remunerazione più che adeguata per le perdite attese dovute al calo delle vendite al dettaglio e alle pressioni negative della pandemia.

QUADRO TECNICO FAVOREVOLE E VALUTAZIONI ANCORA AL DI SOPRA DELLE MEDIE


Il suggerimento degli esperti di AllianceBernstein, che in questo comparto allinea prodotti come AB Short Duration High Yield Portfolio, che investe in obbligazioni ad alto rendimento a breve termine, e AB Financial Credit Portfolio, focalizzato sui titoli Additional Tier 1 (AT1), è di non rinunciare all’esposizione ai rischi di tasso e di credito a causa dei rendimenti contenuti e dell’aumento dei default. Con valutazioni ancora al di sopra delle medie di lungo periodo e un quadro tecnico favorevole, spiegano, gli investitori dovrebbero considerare la possibilità di privilegiare il rischio di credito a fronte della ripresa dell’economia globale e della continua compressione degli spread.
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