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Segnali di ripresa

Fidelity, cresce la fiducia sul dopo-virus in Europa

La ‘Pulse Survey’ condotta dalla grande casa indica invece un aumento delle preoccupazioni in America. La diversity della forza lavoro sotto i riflettori

di Virgilio Chelli 28 Luglio 2020 19:00

L’evoluzione del Covid-19 dopo l’uscita dal lockdown globale che ha bloccato le economie sta creando divergenze tra i percorsi di ripresa delle aziende nelle diverse aree geografiche, ma la diversity della forza lavoro rimane sotto i riflettori per tutti. I principali indicatori segnalano infatti un calo dell’ottimismo sulla ripresa in Nord America, con la nuova fase di picco dei contagi, mentre in Europa continua a crescere l’ottimismo, ma emergono prospettive negative per il settore finanziario.

CONTINUA L’AUMENTO DELL’OTTIMISMO


Sono le indicazioni dell’ultima edizione della Pulse Survey condotta tra il 2 e l’8 luglio tra 137 analisti interni da Fidelity, che ha rilevato che i principali indicatori per le aziende continuano a registrare una tendenza al rialzo, mese dopo mese, mentre si registrano però percorsi sempre più divergenti tra regioni e settori. Il 43% degli analisti di Fidelity evidenzia infatti indicatori positivi a livello globale, rispetto al 39% dell’ultima rilevazione, ma in Nord America, dove l’ultimo mese ha registrato un picco di casi di COVID-19, solo il 31% degli analisti afferma che i principali indicatori sono positivi, rispetto al 43% dell’edizione di giugno.

IN EUROPA ATTESA CRESCITA DEI RICAVI


Nel frattempo invece l’ottimismo cresce in Europa, dove le attività stanno gradualmente riprendendo grazie al calo dei contagi, e dove circa la metà degli analisti considera positivi i principali indicatori, rispetto al 39% della passata edizione, con il bilancio si muove leggermente a favore di coloro che prevedono una crescita dei ricavi su base annua nei prossimi sei mesi. Le indicazioni di Nord America ed Europa divergono sulla base delle preoccupazioni per i contagi. Fiona O’Neill, Director, Global Research, Fidelity International ha commentato: “Benché sia incoraggiante vedere un crescente ottimismo dei nostri analisti sulle prospettive delle aziende a livello globale, è chiaro che la capacità dei Paesi di tenere il virus sotto controllo è un fattore decisivo nelle valutazioni sulle attività future, poiché un nuovo aumento dei casi aumenterebbe anche il rischio di ulteriori blocchi economici".

RIPRESA COMUNQUE GRADUALE


A livello settoriale, nonostante nel settore dei beni discrezionali il sentiment del management mostri qualche segnale di ottimismo, con il 56% degli analisti che riferisce un miglioramento a luglio, qualunque segnale di ripresa rimane comunque graduale e parte da livelli molto bassi. Il settore energetico racconta una storia simile, con il 56% degli analisti interpellati nella Survey di Fidelity, che segnalano un miglioramento del sentiment del management a luglio, ma anche qui l’ottimismo non è elevato in termini assoluti, e il 78% degli analisti si attende una frenata della crescita degli utili per il resto del 2020.

LA FINANZA CONTINUA A RESTARE INDIETRO


Infine, secondo i risultati della Pusle Survey di Fidelity, il settore finanziario è l’unico nel quale gli analisti evidenziano principali indicatori negativi, una costante negli ultimi quattro mesi: il 57% si attende infatti un calo degli utili nei prossimi sei mesi, causa l'aspettativa di tassi di crescita a medio termine più contenuti che potrebbero pesare sul mercato e sui rendimenti delle asset class per gli investitori di tutti i segmenti.

DIVERSITY DEL LAVORO SEMPRE PIÙ UNA PRIORITÀ

La diversity della forza lavoro sta invece diventando una priorità. Al di là dell’impatto finanziario della pandemia, la Survey di Fidelity evidenzia un cambiamento culturale, con la diversità della forza lavoro in aumento nella lista delle priorità in Giappone, Europa, EMEA, America Latina e Nord America. Secondo Fiona O’Neill, “La pandemia di COVID-19 continua a tenere sotto i riflettori le questioni ESG, come la diversity della forza lavoro”.
L’esperta di Fidelity osserva che in Giappone l'attenzione si concentra sulla diversità di genere, con la maggior parte degli analisti che riferiscono di tentativi di migliorare l'equilibrio di genere nelle aziende, mentre in Nord America, circa la metà degli analisti riferisce di una crescente attenzione alla diversity etnica, a seguito dell'impatto del movimento Black Lives Matter.
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