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Idee di investimento - Obbligazioni - 4 maggio 2020

I gestori obbligazionari, segnalano opportunità nel credito corporate investment grade e negli Mbs (crediti immobiliari Usa garantiti). Negli high yield e nel debito emergente meglio mantenere la cautela con acquisti selettivi

di Leo Campagna 4 Maggio 2020 09:12

A DIFFERENZA DEL 2008 IL SISTEMA FINANZIARIO NON E’ IN CRISI


Nella loro analisi sui mercati, gli esperti del BlackRock Investment Institute (BII) ribadiscono la convinzione che non si tratti di una ripetizione del 2008: l’imponente risposta politica per attutire lo shock del coronavirus è destinata a prevenire una ripetizione della crisi finanziaria del 2008. È vero, ammettono, che questa volta lo shock immediato è stato molto più profondo, ma è altrettanto evidente come il sistema finanziario non risulti attualmente in crisi. “Il punto critico è nell’attuazione efficace di tale sostegno politico: restiamo pertanto cauti dal punto di vista tattico a causa della sostanziale incertezza a breve termine sull’evoluzione del virus e delle misure di contenimento” fanno sapere i professionisti del BII nell’articolo BlackRock: “Coronavirus? Simile a un disastro naturale su larga scala”. I quali, a livello di scelte di portafoglio, rivelano la preferenza al credito rispetto alle azioni dal momento che in questa fase i flussi di cassa aziendali sono riservati prevalentemente agli obbligazionisti al fine di preservare il merito di credito. BlackRock preferisce inoltre i titoli del Tesoro degli Stati Uniti come elemento stabilizzante del portafoglio e indica nelle azioni di qualità e nell’attenzione alla sostenibilità fattori capaci di fornire resilienza al portafoglio.

OPPORTUNITÀ CONVINCENTI NELLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE


Anche i professionisti di Neuberger Berman, alla luce di questa situazione, nel Fixed Income Investment Outlook del secondo trimestre 2020, vedono opportunità convincenti nelle obbligazioni societarie, privilegiando i titoli di qualità nei settori supportati dagli ingenti acquisti delle banche centrali. Gli esperti ritengono inoltre che la volatilità del mercato rimarrà elevata durante il secondo trimestre creando sostanziali opportunità di acquisto per investimenti a lungo termine in determinate classi di attivi a reddito fisso. “Riteniamo che il settore dei corporate bond investment grade possa registrare un buon andamento alla luce del supporto continuo offerto dagli acquisti sul mercato dalle banche centrali. La selezione dei sottosettori e la rigorosa analisi dei fondamentali dei singoli emittenti sarà sempre più importante per fornire extra rendimento nel corso del trimestre”, specificano nell’articolo Obbligazioni, le opportunità da cogliere nei prossimi 12 mesi per Neuberger Berman i professionisti di Neuberger Berman. Guardando al credito high yield, secondo gli esperti della casa d’investimento esistono opportunità interessati soltanto le società di ‘alta qualità’ che hanno accesso alla liquidità. Le emissioni agency Mbs (crediti Usa garantiti dai mutui ipotecari) in base al rapporto rischio/rendimento appaiono in questa fase attraenti alla luce dell’elevata domanda globale di ‘beni rifugio’ sovrani. “Il programma di acquisto di attività da parte della Federal Reserve – spiegano i professionisti di Neuberger Berman – dovrebbe essere di supporto a questo segmento del reddito fisso USA e contribuire a fornire la liquidità necessaria al mercato nel secondo trimestre”.

POSIZIONARSI SUI RATING PIÙ ELEVATI E SULLE SCADENZE PIÙ LUNGHE


In tutti i casi, dichiara nell’articolo "Obbligazioni, le vendite brutali hanno creato valore" Mark Holman, ceo di TwentyFourAsset Management, i manager attivi avranno un netto vantaggio rispetto ai passivi, perché la recessione significa tipicamente una forte ripresa dei default, che nel segmento high yield potrebbero arrivare al 10%, con significativa propensione al taglio dei rating. La prima raccomandazione nasce dall’esigenza di bloccare i rendimenti più a lungo posizionandosi ad esempio sui rating BBB, che hanno subito un calo pari a quelli BB e single-B a causa delle vendite indiscriminate. Una scelta che privilegia il rendimento assumendo un maggior rischio di scadenza piuttosto che puntando sull’aumento del rendimento con l’assunzione di un maggior rischio di credito. Ma, e siamo al secondo tema, bloccare i rendimenti più elevati non va bene se si rischia su default e downgrade. E visto che i bond con rating CCC rappresentano di solito circa il 95% dei default, con i single-B che coprono quasi tutto il resto, bisogna andare su emittenti con rating più alto, che possano non solo evitare i default ma anche i downgrade, facendo anche una selezione settoriale. Verrà anche il momento per mettere in portafoglio rating più bassi o nei settori più esposti, ma secondo Holman non è ancora arrivato.

HIGH YIELD: ANCORA MOLTE INCOGNITE, PUNTARE SU RICERCA E STRESS TEST


Va tuttavia segnalato, come ricorda nell’articolo Bond high yield Usa, impatto limitato (per ora) dallo shock petrolifero il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM, che malgrado lo shock petrolifero, le condizioni tecniche continuano a sostenere i titoli high yield statunitensi, soprattutto dopo che la Fed ha esteso la portata del programma di acquisti alle emissioni ad alto rendimento. Inoltre, la domanda di fondi retail statunitensi del segmento high yield è ancora solida, con oltre 15 miliardi di dollari di sottoscrizioni nelle prime tre settimane di aprile, mentre anche l’attività del mercato primario continua a dare segnali di ripresa. Con l’attenuarsi del blocco e la ripresa delle attività economiche globali, i prezzi del petrolio dovrebbero recuperare, ma il team di J.P. Morgan AM avverte che vi sono ancora molte incognite con cui fare i conti: possibile ripresa dei contagi, velocità e successo della ripartenza, efficacia e tempistica dei tagli alla produzione petrolifera e fattori politici che gravitano attorno al petrolio. Per questo “è necessario puntare decisamente su ricerca e stress test degli investimenti per evitare angoscia e rischio di insolvenza”.

IL DOLLARO POTREBBE ESSERE PIÙ FORTE


Tenendo conto, anche se potrebbe sembrare presto per parlarne che a novembre si terranno le prossime presidenziali americane. “La popolarità di Trump negli anni è stata stabile”, spiega nell’articolo BlackRock: “Le banche centrali sono una garanzia implicita a livello globale Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, “e se vincerà a novembre, è probabile che si ritroverà con una Camera democratica”. Se dovesse vincere Biden, ma con un Senato repubblicano, non dovrebbe cambiare molto sui mercati. “L’unica ipotesi in grado di avere ripercussioni sui mercati sarebbe quella di un presidente democratico con Camera e Senato democratici perché si potrebbe assistere ad un aumento della pressione fiscale”, soprattutto in alcuni settori strategici durante la crisi, come l’healtcare e la tecnologia. Sul fronte valutario, “il dollaro si è un po’ apprezzato”, continua il Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, ma “faccio fatica a credere che ci sia spazio per dei trend valutari. Nella situazione attuale, gli Stati Uniti potrebbero avere un dollaro più forte sebbene manchi la volontà politica.

DEBITO EMERGENTE SOTTO PRESSIONE


Un biglietto verde forte potrebbe significare problemi – in termini di maggiori interessi da sostenere - per i mercati emergenti, il cui debito espresso in dollari è cresciuto molto negli ultimi anni. Oltretutto, come illustra nell’articolo La ripresa globale dipende dalla durata dell’emergenza Nathan Sheets, chief economist di PGIM Fixed Income, gestore delegato di Pramerica Sgr, anche la crescita nei mercati emergenti è in fase di rallentamento, in quanto risente, oltre che delle conseguenze legate al blocco da virus, del calo della domanda globale e del crollo della propensione al rischio degli investitori. Inoltre, molti sono stati colpiti dal forte calo dei prezzi del petrolio, in uno scenario che sta iniziando a prezzare un’ondata di downgrade del credito.
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