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Coronavirus e mutui: conviene davvero sospenderli?

Tra le misure previste dal governo a sostegno di lavoratori e famiglie, c’è anche la possibilità di sospendere il mutuo. Una scelta da valutare con attenzione perché mette a rischio in futuro la surroga del finanziamento

di Fabrizio Arnhold 19 Marzo 2020 15:19

L’emergenza coronavirus sta avendo pesanti ripercussioni sul lavoro e sull’economia. Il governo corre ai ripari, con misure di sostegno alle famiglie, lavoratori e imprese. Tra queste, c’è la possibilità di sospendere il pagamento della rata del mutuo. Vale davvero la pena decidere di sfruttare questa possibilità? Secondo gli esperti di Facile.it dovrebbe essere utilizzata solo se strettamente necessario. 

A RISCHIO LA POSSIBILITÀ DI SURROGA


Accedere al fondo potrebbe significare, per alcuni, precludersi la possibilità  di surrogare il mutuo non solo chiaramente durante il periodo di sospensione, ma anche in futuro. “Sebbene ci si trovi in una situazione senza precedenti e vada detto che il mondo bancario, in periodi come questi, ha sempre grande comprensione dei mutuatari e si adoperi per trovare delle soluzioni”, spiega Umberto Stivala, esperto di mutui di Facile.it, “è bene evidenziare che, in passato, ci sono stati istituti di credito che hanno negato la surroga a mutuatari che anni prima avevano fatto ricorso al Fondo di solidarietà per la sospensione delle rate”. Prima di “congelare” il mutuo, quindi, è bene valutare con attenzione e scegliere questa opzione solo se davvero necessaria. 

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CHI PUÒ SOSPENDERE IL MUTUO


Al fine di garantire la sospensione delle rate, il governo ha potenziato il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa. Possono richiedere la sospensione non solo i lavoratori subordinati e parasubordinati, che hanno perso il lavoro, ma anche coloro che, a causa dell’emergenza coronavirus, hanno subito una sospensione dal lavoro o una diminuzione di ore per un periodo di almeno 30 giorni. Con il decreto “Cura Italia”, il governo ha esteso questa possibilità anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che autocertificano di aver registrato, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020, “un calo del proprio fatturato superiore al 33% in conseguenza alle restrizioni introdotte per arginare la diffusione del Covid-19”. La possibilità di sospensione riguarda i soli mutui di acquisto di prima casa e per immobili di valore non superiore ai 250mila euro, ma non ci sono limiti all’Isee del richiedente. 
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