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Guardia di finanza

Abbonamenti pirata alle pay tv, ora partono le denunce ai clienti

La Guardia di finanza ha individuato i primi 223 utenti: rischiano la reclusione fino a otto anni o una multa da 25mila euro

di Chiara Merico 19 Febbraio 2020 10:28

Mano dura per gli utenti degli abbonamenti “pirata” alle tv a pagamento: per la prima volta in Italia sono infatti stati denunciati cittadini che hanno utilizzato abbonamenti non ufficiali alle pay tv per guardare film, partite o serie televisive.

RISCHIO CONFISCA TV E SMARTPHONE


Nell’operazione del Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di finanza sono state individuate 223 persone: in base alla legge sul diritto d’autore, in caso di condanna per loro sarà disposta la confisca degli strumenti utilizzati, come il televisore, ma anche il computer o lo smartphone.

RECLUSIONE FINO A OTTO ANNI


Acquistando abbonamenti di questo tipo i clienti si rendono responsabili del reato di ricettazione, e rischiano inoltre la reclusione fino a otto anni e una multa di 25mila euro, oltre alle spese legali.

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INDAGINE IN CORSO


L’indagine della Guardia di Finanza va avanti da alcuni mesi ed è tuttora in corso. La modalità utilizzata dai gestori delle pay tv pirata per diffondere il segnale è l’Iptv (Internet Protocol Television) attraverso la quale si acquisiscono e ricodificano i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento (Dazn, Sky e Mediaset Premium su tutte) per poi distribuirli sulla rete internet, sotto forma di un flusso di dati ricevibile dagli utenti con la sottoscrizione di un abbonamento illecito ed un semplice Pc, smart-tv, tablet, smartphone o decoder connesso alla rete.

ORGANIZZAZIONE COMPLESSA


Le indagini, che puntano ad individuare la centrale di trasmissione del segnale pirata, hanno finora evidenziato una complessa organizzazione del sistema composta da decine di "reseller" e centinaia di clienti che, tra l’altro, acquistando questi abbonamenti condividono con le realtà criminali i propri dati personali, inclusi quelli anagrafici e bancari, lasciando traccia delle attività illecite.
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