Dove sarà l’
S&P 500 fra 12 mesi? E’ questa la domanda di rito all’inizio di ogni nuovo anno. Ma questa volta l’interrogativo è ancora più insidioso perché l’indice di
Wall Street ha chiuso il 2019 con un rialzo annuale del
+28,9%. Prevedere la performance del mercato azionario è un compito non invidiabile alla luce degli imprevedibili effetti di una guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo, del ciclo economico più lungo del dopoguerra e del rialzo di Borsa che dura da più di 10 anni.
LE PREVISIONI DI UN ANNO FA…
Benché al 3 gennaio 2019 l’indice S&P chiudesse a 2.448 punti, le previsione media degli analisti si attestava su un rialzo a 2.906 punti. Complessivamente gli analisti avevano, quindi, previsto un rialzo di circa il 16% di Wall Street all’inizio delle scorso anno e gli investitori che li hanno seguiti sono stati ampiamente premiati da un mercato che è andato oltre le ‘prudenti’ stime chiudendo a 3.230 punti. Previsioni positive che, va sottolineato, sono state in parte frenate dalle preoccupazioni macroeconomiche a cominciare dal timore che la Federal Reserve potesse non essere sufficientemente accomodante nel proteggere l’economia degli Stati Uniti dagli effetti del protezionismo commerciale del presidente Trump. Un contributo lo può offrire l’analisi, elaborata da MarketWatch e Bloomberg, a consuntivo delle previsioni effettuate da alcuni analisti di mercato 12 mesi fa.
...E QUELLE PER I PROSSIMI 12 MESI
E per i prossimi 12 mesi? Francois Trahan, responsabile della strategia azionaria statunitense di
UBS, ha previsto che l'S&P 500 finirà il 2020 a 3.000 punti. Trahan, che già per il 2019 aveva fissato il target al più basso livello tra gli strategist censiti da Bloomberg, si conferma quindi anche per il nuovo anno il più pessimista: Tony Dwyer di
Canaccord proietta l’S&P 500 a 3.350 punti mentre David Kostin di
Goldman Sachs lo vede a 3.400, e Tobias Levkovich di
Citigroup a 3.300.
IL VALORE AGGIUNTO DELLA GESTIONE ATTIVA
Valori tra i due e i cinque punti percentuali al di sopra degli attuali livelli perché, per il 2020, tutto ruota intorno alle
aspettative sugli utili aziendali stimate in moderato rialzo. Previsioni che rafforzano l’idea che la gestione attiva possa stavolta fare la differenza permettendo, a chi si affida ai gestori più affidabili sul mercato azionario Usa, di realizzare performance più consistenti o di registrare una volatilità inferiore a parità di rendimento finale.