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Claudio Borghi

Giallo sul sito del Mes, Borghi (Lega) a Financialounge.com: Pagina scompare e riappare, smentite balle di Gualtieri

Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera denuncia come il sito del Mes “prima toglie la pagina dove dice che le Cacs servono per la ristrutturazione del debito, poi la rimette per smentire le balle di Gualtieri"

di Redazione 11 Dicembre 2019 07:00
financialounge -  Claudio Borghi meccanismo di stabilità Mes Morning News

“Il nostro ministro dell’Economia Gualtieri si è vantato di avere ottenuto la possibilità di aggregare i titoli attraverso una rimodulazione delle clausole di azione collettiva (Cacs), ovvero di inserire nel nuovo regime di ‘single limbs’ dei sotto-insiemi per tutelare ogni tipo di detentore di titoli di Stato in caso di voto per decidere un’eventuale ristrutturazione del debito. Ma tutto questo c’è già scritto nel sito del Mes in una specifica Faq, insomma Gualtieri non ha ottenuto nulla rispetto a quello che già era previsto”.

NODO CACS


Lo spiega a FinanciaLounge.com il leghista Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera, che attraverso alcuni suoi tweet ha denunciato come il sito del Mes “prima toglie la pagina dove dice che le Cacs servono per la ristrutturazione del debito, poi la rimette per smentire le balle di Gualtieri che faceva passare la possibilità di subaggregazione come una sua grande conquista. “Di fatto – spiega Borghi - non cambia nulla. La cosa incredibile è che il M5s ci stava cascando, stavano scrivendo la risoluzione facendo passare la cosa come un grande risultato di Gualtieri e ci è cascata pure tutta la nostra brillante stampa”.

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SE DOMANDA SU MES NEL 2012 FOSSE STATA CHIARA NON SAREBBE MAI PASSATO


Continua a dividere il nuovo Meccanismo Europeo di Stabilità, un bazooka da 702 miliardi, per il quale la terza economia dell’Eurozona, la nostra, ha già versato 14,3 miliardi di premio, in parte utilizzati – circa 295 miliardi – per evitare che le crisi delle banche spagnole o irlandesi e soprattutto quella fiscale della Grecia. “Il punto è proprio questo – ribadisce Borghi – sono convinto che se nel 2012, qualcuno avesse chiesto: siete d’accordo a prestare 60 miliardi di euro, senza un preciso limite di restituzione, per salvare la Grecia, la Spagna e il Portogallo, il Mes non sarebbe mai passato. E anche questa volta, checché ne dica il signor Conte, si è avuta contezza di come stesse cambiando il Mes solo il 12 giugno perché il Parlamento è stato considerato fino ad ora come un fastidioso orpello, insomma siamo chiamati solo a ratificare o meno un sistema già confezionato e, tutto questo, mi sembra poco democratico. E oggi mi chiedo e chiedo – conclude Borghi – quale è il motivo, la nuova necessità che spinge a ricambiare il Mes. Nessuno ce lo sa spiegare”.
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