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Inquinamento da plastica, perché serve un impegno globale

A un anno di distanza è stato pubblicato il primo rapporto annuale sui progressi compiuti sul contrasto all’inquinamento da plastica. I dati confermano che l’impegno globale è la soluzione più efficace

di Redazione 26 Novembre 2019 21:00
financialounge -  Etica Sgr inquinamento plastica monouso

L’inquinamento da plastica è un fenomeno che riguarda tutto il pianeta e si può affrontare solo con un approccio globale e una strategia concreta. Sono questi gli obiettivi che si pone il programma New Plastics Economy Global Commitment. Un’intesa, supportata da Etica Sgr e da centinaia di soggetti tra aziende, enti pubblici, associazioni e Ong per ridurre la plastica degli imballaggi ed eliminare il problema alla fonte.

IL PROSSIMO RAPPORTO NELL’AUTUNNO DEL 2020


Lanciato il 24 ottobre 2018 dalla Ellen MacArthur Foundation insieme al Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), il programma ha cominciato a produrre i suoi primi risultati, illustrati all’interno del documento “New Plastics Economy Global Commitment progress Report”: il prossimo rapporto sarà pubblicato nell’autunno del 2020 e, così, ogni anno fino al 2025.

L’IMPEGNO E L’ATTIVITA’ DI ENGAGEMENT DI ETICA SGR


“La nostra attività di engagement e il dialogo continuo con il top management delle imprese nelle quali i fondi investono, ha permesso di presentare l’iniziativa alle multinazionali europee nei settori chimico, utilities e alimentare in modo che possano impegnarsi in modo concreto e quantificabile nella riduzione e riutilizzo della plastica” spiega Aldo Bonati, Corporate Engagement and Networks Manager di Etica Sgr.

UN IMPEGNO ASSUNTO DA 400 ORGANIZZAZIONI


Ma che cosa prevede l’impegno assunto dalle 400 organizzazioni contro l’inquinamento da plastica firmato nell’autunno dello scorso anno? La mission di Unep e della Ellen MacArthur Foundation consiste nel gettare le basi di una visione comune di economia circolare per la riduzione dell’inquinamento da plastica e la salvaguardia dei nostri oceani. Per farlo è necessario in primo luogo eliminare tutti gli imballaggi di plastica problematici e non indispensabili, cercando di escludere i modelli monouso a quelli di imballo riutilizzabile. Occorre adottare le tecnologie più innovative per rendere, entro il 2025, tutti i packaging in plastica riutilizzati, riciclati o compostati, nonché incrementare il riutilizzo e la rigenerazione dei nuovi prodotti.

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RISPARMI PER 10 MILIARDI DI DOLLARI


Un obiettivo sicuramente ambizioso e che risulta proficuo non soltanto dal punto di vista ambientale. Gli analisti della Ellen MacArthur Foundation hanno, infatti, calcolato che questo nuovo approccio produrrebbe significativi risparmi: sostituire anche solo il 20% del packaging monouso in platica con alternative riusabili garantirebbe minori costi per 10 miliardi di dollari.

AD UN ANNO DI DISTANZA I PRIMI PROGRESSI CONCRETI


Ad un anno di distanza dall’accordo globale, i primi risultati mostrano i primi incoraggianti progressi: circa il 60% del packaging delle imprese firmatarie è già oggi riutilizzabile o compostabile o riciclabile. Nel 70% circa della produzione dei principali firmatari dell’impegno sono state eliminati i sacchetti di plastica e le cannucce monouso mentre circa l’80% si sta orientando verso l’esclusione del PVC dal packaging.

DA UN’ECONOMIA DELLA PLASTICA LINEARE A UNA CIRCOLARE


“È indispensabile migrare dal sistema basato su un’economia della plastica lineare a una circolare e questa è la mission del New Plastics Economy Global Commitment. Il rapporto appena pubblicato illustra come, se si vuole, tutti insieme - aziende e governatori – è possibile avviare un circolo virtuoso che può contrastare il problema dell’inquinamento provocato dalla plastica” ha spiegato Inger Andersen, direttore esecutivo dell’UNEP.
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