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Attese & Mercati – Settimana dal 28 gennaio 2019

Insight su cosa ci aspetta e cosa potrebbe sorprenderci nelle economie e sui mercati. Attesa per le parole di Powell il 30 gennaio mentre la Cina affida a un veterano la regolazione finanziaria. A Davos va in scena un Soros contro tutti che mina la credibilità del Forum.

28 Gennaio 2019 08:39

POWELL SEMPRE PIU’ COLOMBA


Nessuno pensa che la Fed alla conclusione del meeting del 29-30 gennaio possa annunciare un aumento dei tassi di interesse ma l’attenzione sarà alle stelle per quello che dirà il Chairman Jerome Powell dopo essersi solennemente impegnato davanti ai suoi predecessori Yellen e Bernanke a essere ‘paziente e flessibile’. Ora potrebbe spingersi oltre e mettere in pausa non solo gli aumenti dei tassi ma anche il Quantitative Tightening , vale a dire il meccanismo per cui la banca centrale non rinnova a scadenza la montagna di titoli comprata negli anni del Quantitative Easing drenando in questo modo liquidità dal mercato con lo stesso effetto che avrebbe un aumento dei tassi. Il WSJ lo ha scritto venerdì spingendo al rialzo gli indici di Wall Street. Il risultato è che comunque oggi il mercato stima alla pari le possibilità di aumento o di ribasso dei tassi da qui a fine 2019.

INTANTO LA CINA RAFFORZA LA REGOLAZIONE


Alla guida della China Securities Regulatory Commission, il principale regolatore dei mercati finanziari cinesi, arriva Yi Huiman, un veterano che ha passato gli ultimi 30 anni in ICBC, la prima banca cinese, di cui è diventato Chairman a maggio del 2016. ICBC un anno fa è diventata la prima banca del globo per capitalizzazione con il titolo che è andato a toccare il record storico di 7,54 yuan portando il valore della banca in Borsa a oltre 407 miliardi di dollari. Nonostante la globalizzazione, il mercato finanziario cinese non è completamente integrato con quelli dei paesi avanzati, ci sono importanti barriere all’ingresso di investitori esteri, soprattutto sugli strumenti di debito. Il compito di Yi è per questo fondamentale: aprire il mercato senza provocare traumi.

TECNOLOGICI AL TEST DELLE TRIMESTRALI


Martedì tocca a Apple e mercoledì a Microsoft. Saranno trimestrali cruciali per capire la direzione dei colossi tecnologici che escono da una seconda metà del 2018 da vertigini, con i record di sempre toccata a ottobre seguiti dalla pesante caduta nei due mesi successivi. Insieme ai due colossi riportano i risultati del 2018 diversi produttori di chip un po’ in tutto il mondo, e anche qui c’è da vedere se i forti risultati trimestrali e soprattutto la robusta guidance appena riportati dall’europea STMicro verranno replicati o resteranno un’eccezione. Il rischio principale per questi titoli, dalla sudcoreana SK Hynix a Texas Instruments, si chiama rallentamento cinese. Un rischio che pesa su tutto il settore High-Tech e non solo sui chip: negli ultimi due anni hanno beneficiato di una crescita degli utili superiore al 15% ma le attese per il 2019 si sono ridimensionate attorno al 2%.

A DAVOS VA IN SCENA LA FIERA DELLE ESAGERAZIONI


Il Forum di Davos più scialbo di sempre è stato archiviato venerdì con l’inusuale attacco di George Soros alla Cina, con il presidente Xi Jinping additato come il peggior nemico delle società aperte e del libero mercato. Solo due anni fa Xi era stato applaudito proprio al WEF sulle Alpi svizzere come il salvatore del mondo dal protezionista Trump nemico del libero mercato. L’anno scorso invece a Davos Soros aveva puntano il dito accusatore contro Google e Facebook, minaccia monopolistica all’economia mondiale destinata ad essere presto spazzata via. Ovviamente anche Trump è rimasto in cima alla lista dei pericoli per il mondo di Soros, ha aperto una nuova guerra fredda che potrebbe diventare infuocata e insieme a Xi costituisce il principale ostacolo a una cooperazione produttiva tra le due superpotenze. Alla lista di Soros dei cattivi che minacciano il mondo non poteva mancare la Russia di Putin, altra minaccia mortale allo sviluppo della ‘società aperta’. Né Pechino né Mosca hanno preso Soros troppo sul serio e si sono limitate a commenti minimizzanti. La situazione l’ha riassunta un banchiere europeo secondo quanto riportato da ZeroHedge: dopo 11 anni che vengo qui il miglior consiglio che posso dare ai clienti è di andare nei prossimi 12 mesi nella posizione opposta rispetto ai grandi temi che vengono proposti al Forum.
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