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Portafoglio delle famiglie italiane, tutto liquidità, fondi e assicurazioni vita

Nell'ABI Monthly Outlook di novembre i dettagli sul portafoglio delle famiglie italiane: nel secondo semestre l’attivo scende dell’1,1% su base annua per effetto di azioni, titoli di stato e obbligazioni bancarie

22 Novembre 2018 17:29

Come ogni mese l'Ufficio Analisi Economiche della Direzione Strategie e Mercati Finanziari dell’ABI (associazione bancaria italiana) ha pubblicato l'ABI Monthly Outlook di novembre 'Economia e Mercati Finanziari-Creditizi'. Un ricco report che aggiorna la situazione del sistema bancario del nostro paese in merito ai principali aspetti economici e finanziari. E’ possibile sapere, per esempio, che lo scorso mese l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia era pari a 1.732 miliardi di euro, circa 13 miliardi in più rispetto ai 1.719 miliardi dell'ammontare complessivo della raccolta da clientela.

PRESTITI E MUTUI ALLE FAMIGLIE


A conferma di questo dato, anche il fatto che al 31 ottobre 2018, i prestiti a famiglie e imprese erano in crescita su base annua dell’1,9%, un trend positivo che dura da oltre 2 anni. Positivo pure il mercato dei mutui per le famiglie che registra una variazione del +2,3% su base annua. Segnali meno incoraggianti, invece sul fronte dei tassi di interesse applicati alle nuove operazioni di finanziamento. Sulla scia delle tensioni sui mercati sui titoli di stato italiani, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,87% (rispetto all’1,80% di settembre 2018), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,60% (rispetto al precedente 1,45%).

ATTIVITÁ FINANZIARIE DELLE FAMIGLIE


Proprio queste ultime percentuali d’incremento dei tassi, rendono particolarmente interessante la lettura dei dati relativi alle attività finanziarie e al portafoglio delle famiglie italiane relative al secondo trimestre di quest’anno. Il totale si è attestato a 4.288 miliardi, cioè 48 miliardi in meno dei 4.336 miliardi del primo trimestre e con una contrazione dell’1,1% rispetto al secondo trimestre 2017. Esaminando le principali voci aggregate emergono alcune interessanti tendenze. In primis, sul versante delle note positive, il totale di banconote, monete e depositi (cioè la liquidità disponibile) che già storicamente si posiziona su livelli elevati, è cresciuto nel trimestre (dai 1.330  miliardi di fine marzo ai 1.372 miliardi di fine giugno) attestandosi in tal modo al 32% del totale (in ulteriore aumento rispetto al 30,7% di un anno prima).

 

Il 2019 può essere l’anno della gestione attiva


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FONDI E SICAV IN AUMENTO


In secondo luogo, le quote di fondi comuni e di comparti di Sicav hanno registrato un aumento dell’1,2% su base annua e risultano pari al 12% delle attività finanziarie delle famiglie (in lieve crescita rispetto all’11,8% dello stesso periodo dell’anno precedente). In terzo luogo le assicurazioni ramo vita, i fondi pensione e il TFR (trattamento di fine rapporto) hanno messo a segno una variazione positiva del 2,5%: la quota di questo aggregato risulta pari al 22,6% (contro il 21,7% dello stesso periodo dell’anno precedente). Sul versante delle note negative, invece, c’è da segnalare la contrazione del totale di azioni e partecipazioni, in calo del -7,41% su base annua, che ora valgono il 22,3% del totale delle attività finanziarie (in diminuzione rispetto al 23,9% di dodici mesi prima).

FORTE CONTRAZIONE DI BOND E TITOLI DI STATO


Ancora più severo il calo delle obbligazioni in portafoglio che hanno registrato una contrazione del 14,7%. Un dato frutto sia del significativo calo dei bond bancari (-31%) e sia del sostanzioso disinteresse verso i titoli di stato (-15%): la quota di questo aggregato sul totale delle attività finanziarie delle famiglie risulta essere pari all’6,9% (rispetto all’8% dell’anno precedente anno). Se la contrazione delle obbligazioni bancarie è spiegabile sia per le note vicende relative alle perdite subite dagli obbligazionisti subordinati e sia per la minore offerta da parte degli istituti di credito (che preferiscono puntare sul risparmio gestito), quella dei titoli di stato deve far riflettere.

IL DIFFICILE COMPITO DEL TESORO ITALIANO


Proprio in un momento in cui si profila una rarefazione della domanda di BOT e BTP da parte degli investitori esteri, preoccupati per il braccio di ferro con Bruxelles e per la sostenibilità del debito italiano, rischia di venire a mancare un altro importante potenziale sottoscrittore: il risparmio delle famiglie italiane. Una situazione che rende ancora più arduo nei prossimi mesi per il Tesoro italiano il collocamento dei titoli di stato sul mercato per finanziare gli ambiziosi progetti del governo Lega – 5Stelle. Un aspetto che diventa ancora più critico dopo la procedura d'infrazione avviata da Bruxelles che non è il per il deficit eccessivo, ma per il mancato rispetto degli obiettivi di riduzione del debito pubblico. Una motivazione che prevede tempi più stretti e una correzione maggiore della manovra rispetto alla procedura «classica» per deficit eccessivo.
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