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Metalli “verdi”: chiave per la transizione energetica e opportunità da cogliere

Il settore delle materie prime industriali è in grado di svolgere un ruolo di primo piano nel cammino verso la riduzione delle emissioni inquinanti, soprattutto in questa fase di transizione.

18 Ottobre 2018 10:27

Quando si pensa alle sfide che comporta il cambiamento climatico e agli obiettivi da raggiungere per un ambiente più sostenibile, non sono solo i combustibili fossili ad essere banditi: anche i metalli e i minerali figurano nella lista dei non graditi e pericolosi. Vincent Hamelink, Chief Investment Officer – Investment Management di Candriam, invita però a guardare il problema da un punto di vista più pragmatico, considerando i rischi ma anche le opportunità che si nascondono dietro ogni minerale.

IL CONTRIBUTO DEL SETTORE MINERARIO


L’esperto non vuole assolutamente minimizzare gli impatti dannosi che l’estrazione dei minerali indispensabili nel processo di produzione dei metalli può provocare a livello ambientale e demografico, ma è convinto che il settore minerario possa contribuire, tramite opportune soluzioni, alla transizione energetica per puntare a un'economia più verde e sostenibile.

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TRASPORTO EUROPEO: RESPONSABILE DEL 14% DEL CO2 GLOBALE


A questo proposito il settore dei trasporti costituisce un valido esempio. Questo settore durante la fase di elettrificazione potrebbe contribuire in modo significativo ad abbattere i gas serra dal momento che oggi circolano in Europa 200 milioni di veicoli e il settore dei trasporti costituisce il 14% delle emissioni di CO2 a livello globale. È vero che il settore è tra i più regolamentati e controllati (soprattutto dopo gli scandali sul dieselgate) ma è altrettanto incontrovertibile che le scelte fatte dagli utilizzatori di auto influiscono in modo sempre più diretto e significativo sulla lotta contro il riscaldamento globale. Infatti, sebbene grazie alle nuove tecnologie adottate le industrie produttrici continuino a ridurre il consumo di carburante e le conseguenti emissioni di CO2, gli utilizzatori di automobili possono fornire, a seconda che scelgano un modello con motore elettrico, ibrido, piuttosto che diesel, un contributo più o meno importante alla causa.

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L’ACCELERAZIONE DELLE AUTO ELETTRICHE


Resta il fatto che, l’anno scorso, a fronte di una crescita del 4,5% del settore automobilistico europeo tradizionale, il segmento dei veicoli elettrici ha messo a segno un balzo del 27%. “Un incremento riconducibile anche alle normative ambientali sempre più stringenti e a una domanda alimentata da un intero ecosistema”, afferma Wim Van Hyfte. Che poi aggiunge: “Molti investitori considerano le società minerarie e metallurgiche come un problema, tuttavia esse sono essenziali per consentire alle aziende operanti nei trasporti di rispondere agli obiettivi di emissione".

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LO STUDIO DI CANDRIAM


Non è un caso che proprio il settore dei trasporti figuri al centro del dibattito sull'emergenza climatica collegata al settore energetico in uno studio di Candriam rivolto agli investitori. Un report nel quale la ricerca SRI di Candriam si focalizza su quale debba e possa essere l’approccio responsabile del settore delle materie prime industriali in questa fase di transizione energetica. Uno studio che parte dalle opzioni disponibili per ridurre l'impatto ambientale dei veicoli (alleggerimento, riduzione delle emissioni ed elettrificazione dei veicoli) per poi analizzare nei dettagli come ottimizzare l’uso dei metalli che li compongono: dall’acciaio all’alluminio, dal platino al litio, dal nichel al cobalto e al rame.
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