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Carl Eichstaedt

Fed in “pausa” a dicembre? Un’ottima notizia per emergenti e credito

Secondo Eichstaedt non ci sarà un altro aumento dei tassi USA e questo creerà le condizioni per un recupero dei mercati emergenti, le cui valutazioni sono attraenti.

26 Settembre 2018 08:32
financialounge -  Carl Eichstaedt Federal Reserve Legg Mason mercati emergenti Western Asset

Un altro rialzo questa settimana, il terzo del 2019, ma poi nessuna ulteriore mossa a dicembre. È questa la previsione, piuttosto contrarian rispetto al consensus di mercato, formulata da Carl Eichstaedt, fixed income portfolio manager di Western Asset, affiliata Legg Mason, riguardo alle prossime decisioni della Federal Reserve in tema di tassi. Una ipotesi che, qualora fosse confermata, fornirebbe una tregua per i mercati emergenti dopo un anno nel quale, fino ad ora, sono stati messi sotto pressione dai timori sugli effetti di una guerra commerciale e dal rafforzamento del dollaro.

VALUTE EMERGENTI SOTTO PRESSIONE


Una combinazione che ha indotto molti investitori internazionali ad abbandonare soprattutto le valute dei paesi in via di sviluppo che, infatti, hanno accusato ingenti perdite rispetto al dollaro americano. Ma ora, in base alla tesi di Carl Eichstaedt, lo scenario potrebbe cambiare a favore dei mercati emergenti grazie alla fine del ciclo di rialzi della Fed, che potrebbe arrivare prima di quanto il mercato si aspetti. Secondo l’esperto le ultime minute della Fed sono infatti da interpretare in termini accomodanti (dovish) e di conseguenza non si aspetta nessun ulteriore rialzo dei tassi dopo quello di mercoledì 26 settembre.

FOCUS SULLE PROSSIME MINUTE FED


“La formulazione delle prossime minute sarà fondamentale. In particolare, se la Fed dovesse rimuovere la parola accomodante dalla sua dichiarazione ufficiale, ciò potrebbe significare che il ciclo di rialzi verrà messo in pausa. E, a nostro parere, non riprenderà nemmeno con la riunione di dicembre” puntualizza l’esperto. Secondo il quale questo si tradurrebbe in una ottima notizia sia per i mercati emergenti che per le obbligazioni societarie.

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VENT’ANNI DI ESPERIENZA


D’altra parte Carl Eichstaedt, che vanta oltre vent’anni di esperienza nei mercati obbligazionari, tiene a sottolineare come l’attuale situazione dei mercati emergenti sia profondamente diversa di quella osservata nelle crisi precedenti.
“I mercati emergenti, in generale, hanno saputo ridurre la loro dipendenza dal debito in dollari e, anche per questo, dal nostro punto di vista, continuano ad avere lo stesso appeal di sempre, nonostante ci siano dei rischi specifici per singoli paesi (in particolare Turchia e Argentina)” specifica l’esperto.

BRASILE, MESSICO, INDONESIA E RUSSIA


Per quanto riguarda le preferenze del team, in portafogli come quello del fondo Legg Mason Western Asset US Core Bond, trovano spazio esposizioni verso le emissioni di Brasile, Messico, Indonesia e Russia. “Molti dei ribassi sui mercati emergenti sono stati eccessivi. Il peso messicano, ad esempio, è la nona valuta più liquida al mondo, mentre la Russia ha oggi valutazioni molto attraenti e gli investitori sono più che compensati per il rischio” conclude Carl Eichstaedt.
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