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Obbligazioni Italia, uno spiraglio di ingresso durante l’estate

Il livello della volatilità delle obbligazioni Italia si manterrà su livelli elevati ma se le questioni chiave diventassero più chiare si potrebbe rientrare nel mercato.

13 Giugno 2018 09:43

Il violento rialzo dello spread (extra rendimenti dei BTP rispetto ai titoli di stato tedeschi) delle ultime settimane ha soltanto due precedenti paragonabili negli ultimi 10 anni. La crisi del debito sovrano della zona euro dell’estate 2011 e quello nella primavera del 2015 (quando la UE aveva rivisto al ribasso le stime di crescita annua dall’1,4% all’1,1% proprio mentre i gravi problemi delle banche italiane erano tornati sotto i riflettori). Tra il 3 luglio 2011 e il 12 novembre dello stesso anno, i BTP persero il 13 per cento del loro valore mentre tra l’11 marzo 2015 e il 15 giugno 2015 le perdite arrivarono al -7,6%. Stavolta, dal 5 marzo (giorno dopo l’esito delle elezioni politiche italiane) e ieri la correzione era al -7,7% mentre il 30 maggio era arrivata a sfiorare i nove punti percentuali.

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VOLATILITÀ DESTINATA A RESTARE ALTA


Nelle prossime settimane, il livello della volatilità subirà inevitabili influenze dal flusso di notizie ed è probabile che si mantenga su livelli elevati finché alcune questioni chiave, in particolare quelle relative al bilancio fiscale del nostro paese, diventeranno più chiare.

FINE DEL QE DELLA BCE NEL 2018


“Ci aspettiamo che la BCE si attenga al suo mandato e al processo decisionale annunciato. Il nostro scenario centrale prevede una progressiva riduzione degli acquisti di attività finanziarie da parte dell’istituto centrale europeo per la fine di dicembre 2018” riferiscono gli esperti di Amundi.

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La fine del QE della BCE in un contesto più difficile di quello della Fed nel 2014

FLESSIBILITÀ PER DURATION E ESPOSIONE AL RISCHIO


I quali, almeno per il momento, prediligono un approccio cauto e molto flessibile sia in termini di duration (scadenza media dei titoli obbligazionari che determina la sensibilità all’andamento dei tassi di interesse) e sia in termini di esposizione al rischio. “Questo perché le condizioni potrebbero evolvere rapidamente. È comunque troppo presto per accumulare posizioni, ma cercheremo chiaramente il momento giusto nel corso dell'estate per entrare nel mercato” specificano i professionisti di Amundi.

SCENARIO MACRO INCORAGGIANTE


Una tesi, la loro, che si basa su uno scenario macro attuale dell'Italia molto più incoraggiante rispetto a quello del 2011 a cominciare dalla constatazione che sono 15 i trimestri di fila di espansione economica del nostro paese raggiunti nel primo trimestre di quest’anno. Certo, sebbene i fondamentali economici restino positivi, la situazione politica attuale potrebbe avere delle implicazioni sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. Ecco perché, secondo gli esperti di Amundi è proprio questo l’aspetto cruciale da osservare per individuare i primi segnali su un possibile cambio di paradigma dell’attività economica.

IL PROBLEMA DEL DEBITO PUBBLICO


D’altra parte, però, non si può nascondere che il principale problema dell’Italia resti comunque l’elevato debito pubblico. Tuttavia, come fanno notare i professionisti di Amundi, è necessario contestualizzare anche questo aspetto. In primis la scadenza media (6,8 anni) del debito pubblico italiano è salita molto negli ultimi anni e ora offre un cuscino di protezione contro una rapida trasmissione dei tassi di interesse più alti sugli interessi da pagare.

SISTEMA BANCARIO PIÙ SOLIDO


In secondo luogo, il debito delle famiglie e delle imprese è uno dei più bassi dell’Eurozona e la sua vulnerabilità dovrebbe rimanere limitata anche in caso di un aumento dei tassi di interesse. In terzo luogo, pur tra tanti alti e bassi, la solidità del sistema bancario italiano è
aumentata.
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