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Obbligazioni convertibili, record di emissioni dal 2008 sostenuto dai tecnologici

Da inizio anno le emissioni di obbligazioni convertibili in America hanno toccato il massimo dal 2008 con 51,8 miliardi di dollari: boom degli emittenti hi tech (10,8 miliardi).

8 Giugno 2018 09:50

L’ultima, in ordine di tempo, è stata quella collocata da Twitter che con questa sua seconda emissione ha raccolto sottoscrizioni per un importo complessivo di un miliardo di dollari. Stiamo parlando delle obbligazioni convertibili in America che, in base alle elaborazioni del Thomson Reuters Deals Intelligence, hanno toccato quota 51,8 miliardi di dollari complessivi dall’inizio anno allo scorso 6 giugno.

VOLUMI IN AUMENTO DEL 18,5% IN UN ANNO


Un livello che vale il 18,5% in più rispetto allo stesso periodo di 12 mesi fa (quando i volumi si erano attestati a 43,7 miliardi di dollari) e, soprattutto, che ha fissato il nuovo primato dal 2008. In totale le emissioni prese in considerazione dal Thomson Reuters Deals Intelligence ammontano a 172: di queste 34 fanno riferimento a compagnie del settore hi tech, come quella citata sopra di Twitter.

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IL TRAINO DEL SETTORE TECNOLOGICO


Proprio il settore della tecnologia è quello che ha trainato le emissioni di bond convertibili con un controvalore complessivo pari a 10,8 miliardi di dollari. Da notare che, in questo caso, il volume risulta inferiore solo allo stesso periodo del 2007 (14,27 miliardi di dollari) e del 2000 (11,7 miliardi). In termini percentuali, invece, i 10,8 miliardi di bond di emittenti hi tech significano il 20,9% del totale: una percentuale superiore era stata registrata soltanto nel 2012 (25,2%) e nel 2000 (25,1%).

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LE PECULIARITÀ DELLE CONVERTIBILI


Le obbligazioni convertibili hanno la particolarità di offrire un rendimento inferiore rispetto all’obbligazione ordinaria di pari scadenza della stessa società ma garantiscono al sottoscrittore la possibilità di convertire il bond in loro possesso in un titolo azionario della società sottostante ad un prezzo prefissato. Questa peculiarità rende le obbligazioni convertibili particolarmente interessanti per quegli investitori che, accontentandosi di una cedola meno generosa (rispetto a quella di cui godrebbero se acquistassero l’obbligazione ordinaria), contano molto sulla rivalutazione del prezzo dell’azione sottostante.

[caption id="attachment_126900" align="alignnone" width="474"]L'andamento dell'indice Nasdaq Composite nell'ultimo anno (Fonte: www.fred.stlouisfed.org) L'andamento dell'indice Nasdaq Composite nell'ultimo anno (Fonte: www.fred.stlouisfed.org)[/caption]

SULLA SCIA DEL NASDAQ


A questo proposito, è importante ricordare come il rally registrato dal listino tecnologico Nasdaq nell’ultimo mese abbia fruttato un incremento di 400 miliardi di dollari di capitalizzazione: da inizio anno l’indice Nasdaq Composite segna un +11,4% mentre negli ultimi 12 mesi si è apprezzato del 22,5%. Un trend che le compagnie tecnologiche americane non vogliono farsi sfuggire per reperire nuove risorse a tassi minimi. Il tempo dirà se l’affare lo faranno solo loro o anche i tanti investitori in fila per sottoscrivere i bond convertibili.
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