idee di investimento
Idee di investimento – Obbligazioni – 07 maggio 2018
I titoli di stato USA a 2 anni sono interessanti mentre la corona svedese potrebbe risalire e la sterlina veder aumentare le oscillazioni: focus sui bond di Indonesia e Brasile
7 Maggio 2018 09:26
I risparmiatori italiani che dispongono di liquidità possono sfruttare il rendimento del 2,5% annuo offerto dai titoli di stato USA a 2 anni grazie ad un dollaro più stabile Investire almeno una parte dei risparmi in titoli di stato USA a due anni potrebbe infatti rappresentare una buona chance dal momento che il tasso attuale (2,49%) viene riconosciuto dal btp ventennale (1.9.2038) che, però, ha un profilo di rischio nettamente superiore. Certo, come si sottolinea nell’articolo “Liquidità, i titoli di stato USA a 2 anni adesso offrono una opzione in più”, bisogna fare i conti con il dollaro perché l’investimento (che può essere effettuato tramite ETF) sconta il tasso di cambio eur/ usd. Ma negli ultimi mesi il cambio eur / usd ha evidenziato una certa stabilità con il biglietto verde che ora sembra aver raggiunto un punto di equilibrio. Alla luce di questo scenario un posizionamento sul dollaro americano tramite i titoli di stato USA a due anni potrebbe essere una opzione in grado di garantire un buon rendimento e una diversificazione valutaria di portafoglio.
Resta però il fatto che le opinioni sulle prospettive a breve termine del dollaro continuano a essere piuttosto divergenti. “I recenti movimenti delle banche centrali non statunitensi mi inducono a pensare, contrariamente a quanto ritenevo tre mesi fa, che la guerra fredda della valuta non è ancora finita. Quella che sembrava una vittoria per gli Stati Uniti ora viene messa in discussione dalle principali banche centrali non statunitensi. Con la Fed, apparentemente determinata a continuare a innalzare i tassi di interesse in risposta allo stimolo fiscale mentre le altre banche centrali stanno ritornando ad essere più accomodanti, ora potrebbe delinearsi un dollaro più forte” riferisce nell’articolo “Guerra delle valute, dollaro USA pronto al recupero” Joachim Fels, Global Strategic Advisor di PIMCO.
D’altro canto, tenendo conto dei persistenti deficit fiscali e di bilancio degli Stati Uniti, il dollaro americano appare un po’ sopravvalutato. Non solo. Come fa notare nell’articolo “Dollaro USA, i fondamentali di lungo termine dicono che è sopravvalutato” Robert O. Abad, Product Specialist di Western Asset (Legg Mason), il biglietto verde deve fare i conti anche con la concorrenza di altre divise internazionali che mostrano parametri complessivi più attraenti. “I mercati emergenti stanno beneficiando in modo significativo della ripresa globale in corso. Il rimbalzo dei volumi di scambio globali e dei prezzi delle materie prime dopo il collasso del prezzo del petrolio nel 2014-2015 va a favore della loro ragione di scambio – il prezzo relativo di esportazioni e importazioni – e sostiene le prospettive di crescita di molti paesi emergenti” spiega Robert O. Abad secondo il quale, tenuto conto della stabilità ormai acquisita da parte di molte economie emergenti, eventuali shock potrebbero essere più ragionevolmente assorbiti dalle economie emergenti rispetto ad altre economie. Anche per questo l’esperto definisce il debito locale dei paesi emergenti ‘’area con le migliori opportunità per gli investitori’. “Tra i fattori in grado di invertire questo scenario potrebbero esserci una crescita americana più robusta del previsto (con un conseguente rafforzamento del dollaro) oppure una frenata dell’economia dell’Eurozona, che provocherebbe un indebolimento dell’euro. Anche uno shock improvviso nella crescita globale rimescolerebbe le carte ma, per ora, i dati ciclici ci dicono che si tratta di un evento poco probabile” conclude Robert O. Abad.
Allargando l’orizzonte a tutto il mercato, la corona svedese potrebbe riprendere quota mentre dovrebbe crescere la volatilità della sterlina. E’ questa la convinzione espressa nell’articolo “Obbligazioni, opportunità selettive su alcune valute e sul debito emergente” da Marilyn Watson, Head of Global Fundamental Fixed Income Strategy di BlackRock. Negli Stati Uniti la manager si aspetta che la Fed continui ad alzare i tassi di interesse su un percorso costante e ben segnalato alla comunità finanziaria che dovrebbe favorire le obbligazioni indicizzate all’inflazione. “Infine, deteniamo un’ampia gamma di posizioni diversificate in obbligazioni societarie, attività cartolarizzate e debito dei mercati emergenti. In quest’ultimo ambito, alcune delle nostre posizioni favorite comprendono l’Indonesia e il Brasile”, conclude Marilyn Watson
Infine nell’articolo “Ricerca di reddito, un obiettivo primario degli investitori”, gli esperti di Euromobiliare AM SGR spiegano perché sia necessario adottare un nuovo concetto di Income orientato all’esplorazione di asset class con profilo di rischio rendimento più elevato rispetto ai titoli considerati ‘safe heaven’. “Nella costruzione della sua gamma Income Euromobiliare AM SGR fa riferimento a un novero ampio di asset class e, in una logica di rischio/rendimento crescente, spazia dall’High Yield Short Term al mercato Corporate High Yield ed Emergente gestito in maniera flessibile e bilanciata fino ad arrivare all’utilizzo dell’asset class azionaria con copertura discrezionale effettuata con opzioni”, specifica Andrea Dolsa di Euromobiliare AM. Si tratta di asset class che mostrano un profilo di volatilità più elevato e, di conseguenza, richiedono una gestione professionale con elevate competenze nell’attività di selezione degli emittenti e dei singoli titoli. “E’ sconsigliabile l’acquisto fai da te con ETF la cui modalità di costruzione non tiene conto dei fondamentali delle aziende emittenti e non adotta un approccio di gestione flessibile, anche mediante l’utilizzo di strumenti derivati con finalità di copertura, necessario in contesti di mercato volatili” specifica Andrea Dolsa.
IL DOLLARO USA PUO’ RISALIRE
Resta però il fatto che le opinioni sulle prospettive a breve termine del dollaro continuano a essere piuttosto divergenti. “I recenti movimenti delle banche centrali non statunitensi mi inducono a pensare, contrariamente a quanto ritenevo tre mesi fa, che la guerra fredda della valuta non è ancora finita. Quella che sembrava una vittoria per gli Stati Uniti ora viene messa in discussione dalle principali banche centrali non statunitensi. Con la Fed, apparentemente determinata a continuare a innalzare i tassi di interesse in risposta allo stimolo fiscale mentre le altre banche centrali stanno ritornando ad essere più accomodanti, ora potrebbe delinearsi un dollaro più forte” riferisce nell’articolo “Guerra delle valute, dollaro USA pronto al recupero” Joachim Fels, Global Strategic Advisor di PIMCO.
IL BIGLIETTO VERDE RESTA SOPRAVVALUTATO
D’altro canto, tenendo conto dei persistenti deficit fiscali e di bilancio degli Stati Uniti, il dollaro americano appare un po’ sopravvalutato. Non solo. Come fa notare nell’articolo “Dollaro USA, i fondamentali di lungo termine dicono che è sopravvalutato” Robert O. Abad, Product Specialist di Western Asset (Legg Mason), il biglietto verde deve fare i conti anche con la concorrenza di altre divise internazionali che mostrano parametri complessivi più attraenti. “I mercati emergenti stanno beneficiando in modo significativo della ripresa globale in corso. Il rimbalzo dei volumi di scambio globali e dei prezzi delle materie prime dopo il collasso del prezzo del petrolio nel 2014-2015 va a favore della loro ragione di scambio – il prezzo relativo di esportazioni e importazioni – e sostiene le prospettive di crescita di molti paesi emergenti” spiega Robert O. Abad secondo il quale, tenuto conto della stabilità ormai acquisita da parte di molte economie emergenti, eventuali shock potrebbero essere più ragionevolmente assorbiti dalle economie emergenti rispetto ad altre economie. Anche per questo l’esperto definisce il debito locale dei paesi emergenti ‘’area con le migliori opportunità per gli investitori’. “Tra i fattori in grado di invertire questo scenario potrebbero esserci una crescita americana più robusta del previsto (con un conseguente rafforzamento del dollaro) oppure una frenata dell’economia dell’Eurozona, che provocherebbe un indebolimento dell’euro. Anche uno shock improvviso nella crescita globale rimescolerebbe le carte ma, per ora, i dati ciclici ci dicono che si tratta di un evento poco probabile” conclude Robert O. Abad.
CORONA SVEDESE E BOND DI INDONESIA E BRASILE
Allargando l’orizzonte a tutto il mercato, la corona svedese potrebbe riprendere quota mentre dovrebbe crescere la volatilità della sterlina. E’ questa la convinzione espressa nell’articolo “Obbligazioni, opportunità selettive su alcune valute e sul debito emergente” da Marilyn Watson, Head of Global Fundamental Fixed Income Strategy di BlackRock. Negli Stati Uniti la manager si aspetta che la Fed continui ad alzare i tassi di interesse su un percorso costante e ben segnalato alla comunità finanziaria che dovrebbe favorire le obbligazioni indicizzate all’inflazione. “Infine, deteniamo un’ampia gamma di posizioni diversificate in obbligazioni societarie, attività cartolarizzate e debito dei mercati emergenti. In quest’ultimo ambito, alcune delle nostre posizioni favorite comprendono l’Indonesia e il Brasile”, conclude Marilyn Watson
UN NUOVO CONCETTO DI INCOME
Infine nell’articolo “Ricerca di reddito, un obiettivo primario degli investitori”, gli esperti di Euromobiliare AM SGR spiegano perché sia necessario adottare un nuovo concetto di Income orientato all’esplorazione di asset class con profilo di rischio rendimento più elevato rispetto ai titoli considerati ‘safe heaven’. “Nella costruzione della sua gamma Income Euromobiliare AM SGR fa riferimento a un novero ampio di asset class e, in una logica di rischio/rendimento crescente, spazia dall’High Yield Short Term al mercato Corporate High Yield ed Emergente gestito in maniera flessibile e bilanciata fino ad arrivare all’utilizzo dell’asset class azionaria con copertura discrezionale effettuata con opzioni”, specifica Andrea Dolsa di Euromobiliare AM. Si tratta di asset class che mostrano un profilo di volatilità più elevato e, di conseguenza, richiedono una gestione professionale con elevate competenze nell’attività di selezione degli emittenti e dei singoli titoli. “E’ sconsigliabile l’acquisto fai da te con ETF la cui modalità di costruzione non tiene conto dei fondamentali delle aziende emittenti e non adotta un approccio di gestione flessibile, anche mediante l’utilizzo di strumenti derivati con finalità di copertura, necessario in contesti di mercato volatili” specifica Andrea Dolsa.
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