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Idee di investimento - Obbligazioni - 30 aprile 2018
Il 2018 non sarà come il 2017 e la gestione del rischio di portafoglio e il controllo dell’inflazione saranno determinanti. Attenzione a sterlina e rublo.
30 Aprile 2018 09:04
LA GESTIONE DEL RISCHIO
“È probabile che nessuno degli ultimi disordini (timori per una inflazione superiore alle attese, dazi commerciali, escalation della guerra in Siria) si dissolva completamente nel corso del 2018. Le apprensioni sull’inflazione potrebbero riemergere da un momento all’altro, considerando che le economie degli Stati Uniti, del Regno Unito, di molti dei Paesi dell’Europa occidentale e del Giappone stanno procedendo a un ritmo di piena occupazione” specifica, nell’articolo “Massima attenzione alla gestione del rischio dei portafogli”, Larry Hatheway, capo economista di GAM Investments, che mette in guardia gli investitori: nel momento in cui i rendimenti obbligazionari salissero ulteriormente per effetto di aspettative di maggiore inflazione, le Borse potrebbero subire ondate di debolezza e una rotazione settoriale accentuata. “Siamo persuasi che le strategie di preservazione del capitale guadagneranno terreno. Inoltre non è escluso che siano necessarie le strategie flessibili capaci di generare utili incrementali e, al contempo, evidenziare un’esposizione limitata ai movimenti direzionali nelle azioni e nelle obbligazioni” specifica Larry Hatheway.
IL 2018 NON SARÀ COME IL 2017
Anche perché, come argomenta nell’articolo “La posta in gioco per il 2018: prepararsi alla prossima crisi finanziaria” Philippe Ithurbide, Global Head of Research di Amundi, il 2018 non sarà come il 2017. Lo scenario nel quale si delineasse un altro anno di “grande moderazione” con volatilità ridotta, stabilità della crescita e dei prezzi al consumo, inflazione e tassi di interessi contenuti (uno scenario, al quale Philippe Ithurbide attribuisce un 10% di probabilità) è difficile da realizzarsi dal momento che la situazione economica sta cambiando velocemente. “Gli output gap (i differenziali tra crescita effettiva e crescita potenziale) si riassorbiranno nei prossimi mesi, i tassi di disoccupazione ritorneranno ai livelli strutturali. Tutto ciò per dire che la crescita dovrebbe rallentare e che i rischi d’inflazione, anche se moderati, sono evidenti” rivela Philippe Ithurbide convinto che la situazione che verrà a delinearsi agevolerà le banche centrali (a cominciare dalla Federal Reserve americana) nel continuare a ricostruire lo spazio di manovra.
INFLAZIONE OSSERVATA SPECIALE
Intanto l’inflazione resta l’osservata speciale. “Riteniamo che il lungo periodo di cui hanno beneficiato i creditori sia alla fine, l’inflazione è ormai dichiaratamente cercata da quasi tutti come soluzione dei problemi. In questo contesto gli spread del credito (extra rendimento rispetto ai titoli di stato, ndr) sono ai minimi da anni e un eventuale rialzo dei tassi potrebbe essere dannoso soprattutto per i debitori più deboli” puntualizza, nell’articolo “Azioni, l’Europa può recuperare i massimi di gennaio”, Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo Zest Absolute Return Var 4. Che poi fa una previsione sul bund tedesco a 30 anni a fine anno: “Il bund a 30 anni è in range molto stretto compreso tra 1,1% e 1,45%. Attualmente è all’1,208 e per fine anno dovremmo rivedere quota 1,45% e, magari, fissare un piccolo nuovo massimo relativo intorno a 1,55%”.
In ambito valutario, invece, Edoardo Ugolini ha aperto una pozione long (rialzista) del 7% sul dollaro USA e ha beneficiato delle cedole dei titoli statunitensi in portafoglio senza subire contraccolpi valutari. “Il cambio eur/usd potrebbe mantenere i livelli attuali (tra 1,225 e 1,2585) o arrivare fino a 1.20. Per questo beneficiare dei rendimenti del Treasury Bills a un anno (che rende il 2,09%) rappresenta una buona opportunità, anche perchè la copertura del cambio costa il 2,4% annuo”.
LA STERLINA ORA PUÒ RISALIRE
A proposito di valute, nell’articolo “Meno rischio sterlina per i bond britannici”, Mike Amey, Head of Sterling Portfolio Management di PIMCO sostiene che la sterlina potrebbe essere più stabile. Secondo il manager, il rallentamento della crescita nel Regno Unito è temporaneo, in parte legato alle condizioni meteorologiche, ma anche a causa delle scarse disponibilità dei consumatori e di un settore delle attività frenato dall’incertezza della Brexit.
“Nel tempo ci aspettiamo che sia la crescita delle retribuzioni e sia gli investimenti delle imprese migliorino, mentre i negoziati sulla Brexit procedano in modo amichevole e costruttivo” fa sapere il manager convinto peraltro che ci sia pure l’opportunità per una politica fiscale meno restrittiva. Pertanto, Mike Amey continua a ritenere che l’MPC (Monetary Policy Committee, il comitato della Bank of England che deicide sui tassi di interesse nel Regno Unito) possa mantenere la propria linea e aumentare i tassi una o due volte nel 2018 e nel 2019.
Ovviamente, in parallelo, il manager non esclude nemmeno il rischio delle dinamiche del ciclo economico giunto nella sua ultima fase che sono state notate nei recenti dati relativi all’economia globale. “In tale contesto, riteniamo che i rendimenti dei titoli sovrani del Regno Unito siano relativamente generosi rispetto a quelli internazionali. Vediamo inoltre alcuni margini per un modesto apprezzamento nella sterlina britannica, grazie anche alle nostre aspettative su una Brexit non-disruptive” conclude Mike Amey.
RUBLO, LUCI E OMBRE
Restando in tema di valute, il rublo sembra tornato interessante dopo la correzione delle scorse settimane. Ma Paul McNamara, direttore degli investimenti per le strategie Emerging Markets di GAM Investments, preferisce adottare un approccio attento e costante sul mercato russo alla luce delle nuove sanzioni che hanno l’obiettivo di penalizzare non solo le aziende, ma anche le persone che le posseggono e gli ufficiali governativi. A febbraio Paul McNamara ha deciso di ridurre l’esposizione alla Russia, considerando che gli asset locali avevano registrato già solide performance. “Restiamo con una posizione neutrale sulle obbligazioni locali. Ma con una duration (scadenza media dei titoli, cioè la sensibilità alla variazione dei tassi, ndr) leggermente lunga, perché ci attendiamo un ulteriore taglio dei tassi da parte della Banca centrale, a causa dei bassi livelli d’inflazione. Non siamo però esposti al debito societario russo” specifica il manager nell’articolo “Russia: valutazioni convenienti, ma il rischio politico allontana gli investitori”