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Idee di investimento – Azioni – 09 aprile 2018

Mentre Twitter è utilizzato come anticipatore di volatilità la fiducia degli investitori a marzo è tornata a salire. Restano interessanti le azioni, gli emergenti e le small cap

9 Aprile 2018 09:01
financialounge -  azioni idee di investimento mercati azionari

TWITTER COME ANTICIPATORE DELLA VOLATILITA’


Esiste un legame tra la volatilità dei mercati e la percezione dell’incertezza su Twitter? Secondo il progetto di ricerca nato dalla collaborazione tra GAM e Cà Foscari la risposta è “sì”. Una risposta che arriva dal lavoro svolto dal Laboratorio di Economia Sperimentale GAM Ca’ Foscari incentrato sull’uso dei Big Data e in particolare sull’analisi di migliaia di tweet. Come di può leggere nell’articolo “Twitter anticipatore della volatilità dei mercati: lo studio dei Big Data”, l’Indice Twitter dell’Incertezza è stato utilizzato per predire gli indici di volatilità delle borse inglese e americana (VFTSE e VIX rispettivamente). Lo studio mostra che l’incertezza nella società civile, misurata attraverso l’indice, consente di prevedere con alto grado di accuratezza (79% e 84% per il mercato USA e inglese, rispettivamente) il segno della volatilità implicita nei mercati azionari. E’ stata inoltre ricostruita una mappa delle vie di contagio fra mercati, incertezza politica e opinioni della società civile in UK e USA.

LA FIDUCIA TORNA A SALIRE A MARZO


Intanto la fiducia degli investitori a marzo è tornata a salire a prescindere dal contesto di maggiore volatilità. Nell’articolo “Fiducia degli investitori, marzo fa registrare una crescita globale” si puntualizza infatti che mentre a febbraio l’impennata della volatilità sui mercati azionari aveva minato la fiducia degli investitori in Europa, spaventati da uno scenario fortemente avverso al rischio rispetto a quello delineato nel mese di gennaio (che faceva seguito ad un poco movimentato 2017),  a marzo la fiducia degli investitori è tornata a crescere in tutto il mondo, Europa inclusa. A certificarlo è lo State Street Investor Confidence Index (ICI) che nel mese di marzo è salito fino a 111,9 punti, con una crescita di 4,8 punti rispetto ai 107,1 del mese precedente. Gli addetti ai lavori si sono affrettati a segnalare i potenziali rischi che potrebbero far sentire i propri effetti già dalla prossima rilevazione nel mese di aprile. In primis, l’aumento delle posizioni protezionistiche e dei timori legati a una eventuale guerra commerciale potrebbe influire negativamente sulla fiducia. In secondo luogo, sarà interessante verificare se e quali impatti potranno avere sul sentiment degli investitori sia le decisioni della Federal Reserve americana in tema di politica monetaria (leggi aumento di tassi di interesse) e sia il recente stress del mercato monetario (evidenziato dall’incremento degli spread US LIBOR-OIS ai livelli del 2008-2009): due fattori che in passato hanno dimostrato di avere implicazioni non affatto secondarie sulle scelte di portafoglio degli istituzionali.

PREFERIRE WALL STREET E GLI EMERGENTI


Proprio le guerre commerciali e un picco dei rendimenti reali (al netto cioè dell’inflazione).potrebbero far deragliare l’espansione e le attività a livello globale secondo il BlackRock Investment Institute (BII) che ha aggiornato i temi di outlook e di investimento per il secondo trimestre 2018. “In ogni caso, ci piacciono le azioni. Le revisioni degli utili negli Stati Uniti sono cresciute in modo sensibile per includere gli impatti positivi per le aliquote fiscale delle piccole aziende: ma lo slancio dei profitti sta aumentando in tutto il mondo. Preferiamo le azioni degli Stati Uniti e dei mercati emergenti, sebbene le prospettive di tali mercati siano meno redditizie rispetto allo scorso anno” specificano nell’articolo “Outlook secondo trimestre 2018, azioni USA ed emergenti in prima fila” i professionisti del BII. Preferiti la tecnologia, i finanziari e lo stile fattoriale momentum (che cavalca il trend dei titoli più comperati sul mercato).

UN OCCHIO DI RIGUARDO ALLE SMALL CAP


Mark Heslop, Gestore di portafoglio, Azioni di Columbia Threadneedle Investments, dal canto suo, suggerisce di non trascurare le small cap a livello globale.“Riteniamo che le small cap abbiano il potenziale per continuare su questa strada anche in futuro, grazie a peculiari fattori, tra i quali prospettive di crescita superiori e un management con un approccio più imprenditoriale e mirato” sostiene, nell’articolo “Small cap a livello globale, un terreno di caccia ideale per i gestori attivi”, Mark Heslop, secondo il quale l’approccio corretto per sfruttare tutti i molteplici vantaggi dell’investimento in small cap sia muoversi su scala globale: l’ampia varietà di imprese all’interno delle 4.000 società che compongono l’MSCI Global Smaller Companies Index, ne fa un terreno di caccia ideale per i gestori attivi. Il manager implementa nei portafogli la filosofia di Columbia Threadneedle Investments basata sulla selezione di società con solidi modelli di business e un management di elevato standing e proiettato al futuro con l’obiettivo di generare un rendimento più elevato e più sostenibile. Una combinazione ottimale tra un lavoro di squadra e competenze globali. “Avendo dislocato in tutto il mondo le nostre principali risorse addette agli investimenti (nel Regno Unito, in Europa, negli Stati Uniti e in Asia), siamo in grado di attingere a una profonda conoscenza della realtà locale per identificare gli investimenti di autentica qualità, nell’impegno costante a ricercare società di prim’ordine che offrono vantaggi competitivi sostenibili” spiega Mark Heslop che rivela un altro particolare di assoluto rilievo per comprendere i modelli di business delle società: l’incontro frequente con il management. Un approccio che permette di individuare i potenziali rendimenti elevati con una prospettiva di lungo termine, dato che l’obiettivo del manager consiste nell’acquistare e detenere un singolo titolo quanto più a lungo possibile e, al contempo, ridurre l’universo di investimento dai circa 4.000 titoli dell’MSCI Global Smaller Companies Index a un portafoglio bilanciato e diversificato con 70-90 partecipazioni che Mark Heslop reputa essere le più convincenti.
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