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donald Trump

News & Views – 05 marzo 2018

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

5 Marzo 2018 08:59
financialounge -  donald Trump germania idee di investimento News & Views Unione europea Wall Street

I calci negli stinchi di Trump
La settimana offre il piatto forte dei dati macro venerdì alle 14:30 europee: il job report americano di febbraio. Il numero da guardare non è quello dei nuovi posti di lavoro creati e neanche il tasso di disoccupazione, ma quello sulle retribuzioni. Un mese fa un numero più grande delle attese fece scattare le vendite a Wall Street aprendo la fase di turbolenza da cui il mercato non è ancora uscito. In attesa di venerdì, il tema da seguire è ovviamente quello della presunta guerra commerciale aperta da Trump con l’annuncio dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. La settimana ci dirà se era un avvertimento lanciato ai partner del NAFTA, Messico e Canada, o qualcosa di più. La gamma delle opzioni è ampia, si va da una guerra commerciale globale, all’uscita degli USA dal NAFTA, a un inasprimento dei negoziati in corso con messicani e canadesi, agli annunci di ritorsioni di cinesi, europei e altri paesi, fino a una possibile retromarcia di Trump. Il presidente ha diversi fronti aperti in giro per il mondo in materia di commercio, si sa che un buon modo per iniziare un negoziato è dare un calcio negli stinchi alla controparte. Nel weekend ne è partito un altro, nei confronti degli europei, sull’export di auto.

Tassi, numeri e storia
Spigolature raccolte sui siti di finanza americani. A conferma che Wall Street è entrata in una fase nuova, non sappiamo quanto duratura: nel 2017 l’S&P 500 si è mosso dell’un per cento o più in su o in giù solo 8 volte, sin qui nel 2018 per 11 volte, la media degli ultimi 60 anni è 53 volte l’anno. Siamo perfettamente in linea. Attenzione, un mercato più volatile non vuol dire ritorni negativi per forza, anzi. Tassi e Fed. La volatilità è ripartita quando la percezione del rischio tassi è aumentata. Si dice che la soglia del dolore sia al 3% dei T-bond a 10 anni. Anche qui qualche numero e un po’ di storia. Al 3% il tasso reale – detratta l’inflazione – è a 70 punti base, lo 0,7%. Siamo ben sotto i 200 punti base, vale a dire 2,0%, livello che costituisce il top dei cicli restrittivi della Fed. Dal 1954, fino al 4% il rapporto prezzo/utili delle azioni di Wall Street ha viaggiato al rialzo, solo sopra quel livello scatta l’allarme. Ancora storia e numeri. Dal 1971 l’S&P 500 ha guadagnato circa il 20% in media durante i cicli di rialzo dei tassi della Fed e per due volte è salito quasi del 40%. Otto volte su nove è salito e solo in un’occasione è sceso, ma meno del 4%.

Ultimo atto per la Merkel?
Poteva essere un’altra Brexit, forse più destabilizzante. Invece alla fine il quasi mezzo milione di iscritti alla SPD tedesca ha salvato Angela Merkel, votando in 239.604 a favore e 123.329 contro la sua ennesima Grande Coalizione. Ma il conto alla rovescia per la Cancelliera che ha fatto del non decidere uno stile di governo è cominciato, e nella CDU si parla apertamente del dopo-Merkel. Che sembra già cominciato. Vediamo quanto dura questo governo con le Finanze affidate al socialdemocratico sindaco di Amburgo Olaf Scholz, il prezzo pagato per convincerli a un’alleanza politicamente suicida. Negli ultimi giorni alcuni sondaggi danno la SPD sorpassata dall’ultradestra di Allianz fur Deutschland relegandola a terzo partito. A favore della coalizione ha votato poco più della metà dei tesserati alla SPD, visto che l’astensione è stata di oltre il 20%. Quanto dura? Tutto sembra dire poco. È vero che la SPD ha portato a casa molto in termini di posti al governo, oltre alle Finanze anche gli Esteri a Martin Schulz, che ha soffiato il posto al suo collega di partito Gabriel ma ha anche rinunciato alla leadership del partito. Il risultato è che il francese Macron si trova senza interlocutori veri per il suo programma di rilancio del progetto europeo. Le elezioni europee dell’armata Brancaleone dei 28 paesi che fanno parte dell’Unione a metà 2019 potrebbero segnare una svolta traumatica.
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