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Idee di investimento – Azioni – 02 ottobre 2017

2 Ottobre 2017 09:55
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“Guardando ai mercati azionari, confermiamo la nostra view positiva per i titoli europei e, in particolare, per quelli tedeschi. La nuova probabile coalizione governativa tedesca a tre vie tra cui i liberali, dovrebbe risultare vantaggiosa per l’azionario tedesco dal momento che potrebbe aumentare la spesa fiscale e agevolare un incremento della domanda di matrice ‘politica’, in particolare per le infrastrutture e per la difesa” specificano nell’articolo “Elezioni in Germania, nessun cambio di gioco per i mercati” gli esperti di Credit Suisse, la cui view positiva sull’azionario tedesco resta comunque basata sia sulla crescita dei profitti e sia i sui fondamentali macroeconomici solidi.

Intanto, il risultato elettorale tedesco ha spinto la moneta unica lievemente al ribasso, sebbene questo movimento potrebbe avere vita breve. Ne è convinto Rory Bateman, Head of UK & European Equities di Schroders, secondo il quale, nel lungo periodo, la BCE dovrebbe ridurre gli stimoli quantitativi in modo graduale per evitare ulteriori pressioni rialziste sulla valuta. “Nel complesso, l’economia europea sta migliorando in modo positivo. Crediamo ci sia spazio per ulteriori guadagni per l’azionario europeo, guidati dai continui bassi tassi di interesse e dal miglioramento dei margini di profitto societari. Non a caso, pensiamo che gli investitori potrebbero assistere potenzialmente a un apprezzamento di mercato fino al 30% dai livelli attuali, nel corso dei prossimi tre anni” sostiene nell’articolo “Dopo elezioni in Germania, le implicazioni per l’Europa e per l’Italia” Rory Bateman.

In ogni caso, l’esito delle elezioni e la composizione del governo federale forniranno un segnale molto significativo per i mercati. “Tuttavia, con la cancelliera Merkel al comando, il premio per il rischio politico dovrebbe restare basso, rafforzando ulteriormente il mercato azionario europeo” fa sapere nell’articolo “La selezione dei titoli rimane fondamentale per gli investitori azionari” Diego Franzin, Co-Head of Equities di Amundi, secondo il quale se nel breve termine potrebbe materializzarsi un certo consolidamento delle performance, è probabile che il mercato continui ad essere supportato da una forte crescita degli utili e da valutazioni attraenti rispetto ad altri mercati sviluppati. “Con le due maggiori economie europee (Germania e Francia) guidate da due coalizioni pro-Europa, ci aspettiamo che la ripresa ciclica continui. Prevediamo una performance positiva dei segmenti più orientati al valore come banche, energetici, industriali e telecomunicazioni, in coerenza con l’attesa di miglioramento dell’economia” sostiene Diego Franzin che non esclude che, qualora l’Unione europea dovesse perseguire una integrazione più forte e profonda, la ripresa ciclica possa estendersi oltre questi settori e agire da catalizzatore per una ulteriore rivalutazione del mercato. Nel frattempo, Diego Franzin ritiene che la selezione titoli rimanga fondamentale per gli investitori azionari.

Christian von Engelbrechten, Gestore del [tooltip-fondi codice_isin="LU0261948227"]Fidelity Germany Fund[/tooltip-fondi], dal canto suo, reputa che la politica tedesca possa restare stabile e robusta con riforme minime e pochi stimoli che continueranno a sostenere un bilancio nazionale equilibrato, mentre il suo collega, Nick Peters, Gestore multi asset dei fondi GMAT di Fidelity International, è positivo sui titoli azionari europei, che dovrebbero trarre vantaggio dal forte quadro fondamentale. “Il mercato azionario europeo è in ritardo in termini di performance rispetto agli altri mercati sviluppati ed offre (al netto dell’impatto della moneta unica) potenziali ulteriori apprezzamenti soprattutto alla luce del fatto che le valutazioni non sembrano tirate rispetto alla storia recente e che la crescita dell’utile per azione (EPS) sia ora la più veloce tra i mercati sviluppati” spiega nell’articolo “Azionario Germania, la selezione delle aziende resterà fondamentale anche in futuro” Nick Peters.

Nel frattempo, le condizioni finanziarie rimangono molto accomodanti e, secondo gli esperti di Credit Suisse, l’aumento dei rendimenti che accompagnerà la normalizzazione del bilancio della Fed non dovrebbe essere sufficiente ad alterare in modo significativo il quadro della situazione. “La crescita globale della liquidità in eccesso (dato dalla massa monetaria M1 meno il PIL nominale) deve ancora segnalare una contrazione multipla” spiegano nell’articolo “Riduzione del bilancio della Fed: implicazioni per azioni, volatilità e obbligazioni” i professionisti di Credit Suisse. Oltre a questo, molti dei fondamentali che sostengono il mercato azionario restano validi. La minaccia principale, a cui guardano invece gli esperti di Credit Suisse, non è la riduzione del bilancio quanto piuttosto se il Federal Open Market Committee (FOMC, l’organismo della Federal Reserve responsabile delle operazioni di mercato aperto negli Stati Uniti e dei tassi) modifichi l’approccio teso attualmente ad ignorare l’inflazione bassa e a concentrarsi, invece, sui prezzi delle asset class finanziarie che hanno raggiunto valutazioni “elevate”. Altri rischi sono la crescita degli stipendi statunitensi, un allargamento degli spread del credito o un rallentamento più marcato della crescita cinese.

Infine, come argomentato nell’articolo “Investimenti sostenibili, un modo efficace anche per indirizzare i profitti” dallo Schroders Global Investor Study 2017, la ricerca annuale condotta su oltre 22.000 investitori di 30 paesi, c’è la conferma che la sostenibilità costituisce un approccio che non disdegna affatto anche la capacità di generare performance. Per il 78% degli investitori globali e per il 72% di quelli italiani, oggi investire in modo sostenibile è più rilevante di quanto non fosse 5 anni fa. In particolare, a livello globale, il 32% (27% in Italia) lo considera significativamente più importante, mentre il 46% (44% in Italia) ritiene che sia diventato in un certo qual modo più importante. Non deve stupire quindi che dal 2012 ad oggi, il 64% degli investitori abbia incrementato il capitale allocato in fondi di investimento sostenibili, tendenza che interessa anche il 55% degli investitori italiani. D’altra parte gli investitori globali esprimono un preciso desiderio: comprendere meglio le dinamiche in tema di sostenibilità. Gli investimenti responsabili si piazzano infatti al primo posto tra gli argomenti di cui vorrebbero approfondire la conoscenza, insieme ai costi di investimento e all’efficienza fiscale.
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