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Obbligazioni, più debito emergente e meno titoli di stato dei paesi sviluppati core

Dall’elezione di Trump il dollaro si è molto indebolito creando ricadute positive sui titoli del debito emergente e implicazioni negative su obbligazioni dei paesi sviluppati core

23 Agosto 2017 11:26
financialounge -  dollaro GAM mercati emergenti mercati obbligazionari tassi di interesse Tim Haywood

Una tematica che ha destato l’attenzione quest’anno di Tim Haywood, responsabile strategie obbligazionarie Absolute Return di GAM, è stata quella delle obbligazioni emergenti in valuta locale e dei tassi di interesse.

“Le obbligazioni decennali dei Mercati Emergenti che offrono attualmente il maggior rendimento sono, in ordine decrescente, Turchia, Brasile, Sud Africa, Russia, Indonesia e Messico, con il decennale turco che rende il 10,26% e quello messicano il 6,8%” fa sapere il manager secondo il quale tutte queste obbligazioni offrono un buon livello di rendimento e hanno vissuto un apprezzamento capitale nel 2017.

Tim Haywood scorge però ancora spazio di crescita anche grazie ai consistenti flussi di investimento internazionale che continuano a dirigersi verso questa asset class.

“In linea di massima, il nostro approccio di investimento è quello di avere un’esposizione lunga (rialzista) verso i tassi dei paesi emergenti e una posizione corta (ribassista) verso i paesi core che hanno visto una generale crescita, in particolare nell’Europa centrale” specifica Tim Haywood che ha maturato tale convincimento anche alla luce degli sviluppi dei grandi temi dettati dal presidente Trump in campagna elettorale che si sono indirizzati non secondo le attese.

Per esempio il dollaro americano dall’elezione di Trump risulta essere la valuta con la terza peggiore performance, meno peggio soltanto dello Yen, in calo del 6%, e della Lira Turca, svalutata del 3%. Ma anche i Treasury USA hanno registrato un andamento contrario a quello dei bund tedeschi: mentre questi ultimi hanno guadagnato 35 punti base di rendimento (+0,35%) i titoli di stato americano hanno accusato un calo dei rendimenti di 17 punti dall’inizio di quest’anno.

“È la conferma che a fronte di una crescita americana stabile, non si sono stati raggiunti i livelli di ottimismo che avevano i Repubblicani dopo le elezioni, per via della mancanza di supporto del progresso politico. La Germania, invece, continua a crescere in silenzio e in maniera impressionante e molti dei suoi titoli governativi con rendimento negativo stanno tornando, o sono già tornati, in territorio positivo” conclude Tim Haywood.
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