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Azionario Regno Unito: le ombre di Brexit, Trump, Eurozona e Cina

Nel 2017, il mercato azionario UK verrà influenzato da molti degli stessi fattori che hanno dominato il 2016: dalla Brexit a Donald Trump, dall’Eurozona alla Cina.

7 Marzo 2017 09:30
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Il trend di normalizzazione dei rendimenti a medio lungo termini dei titoli di stato, dell’inflazione, della crescita e della politica monetaria emerso nel 2016 dovrebbe continuare ad essere sostenuto dal rafforzamento dell’economia globale. Per contro, però, sono da tenere sotto stretta osservazione i potenziali rischi: dalla maturità del ciclo economico che nei prossimi trimestri comincerà ad avere implicazioni negative sui mercati alle politiche monetarie sempre più restrittive.

Ecco perché, come sottolinea David Docherty, Fund Manager, UK Equities di Schroders, dal momento che l’indice VIX (l’indice che misura le turbolenze dei mercati finanziari) staziona attualmente sui minimi storici, segnalando che l’umore degli investitori è piuttosto ottimistico, emerge una vulnerabilità ai bruschi risvegli.

Più in particolare, David Docherty, segnala quattro driver per il futuro andamento del mercato azionario UK: Brexit, Donald Trump, l’Eurozona e la Cina. I prossimi due anni saranno di fondamentale importanza per delineare i nuovi accordi tra UE e Regno Unito ed è facile prevedere che i mercati saranno suscettibili ad ogni novità in merito alle trattative.

“A livello settoriale, il comparto retail sarà particolarmente esporto al processo di uscita dall’UE e l’indebolimento della sterlina post-voto sta già iniziando a danneggiare i margini societari per via dell’aumento dei prezzi dei materiali grezzi” precisa David Docherty, che nota pure l’indebolimento del potere di acquisto dei consumatori britannici all’inflazione importata. D’altro canto, le aziende ad alta percentuale di esportazioni e i finanziari continueranno a beneficiare della sterlina più debole.

“Gli alti e bassi dei negoziati dovrebbero generare anomalie nelle valutazioni su diversi titoli, creando opportunità per lo stock picking (selezione accurata dei singoli titoli)” puntualizza David Docherty, che, passando alle implicazioni derivanti dalla prossime mosse di Trump, vede i risvolti positivi derivanti da una maggiore deregolamentazione: un atteggiamento che, insieme alla nomina di funzionari pro-riforme, alleggerirà diverse aree, come i servizi finanziari, l’energia, le comunicazioni e il lavoro.

Al contrario, secondo David Docherty , alcuni titoli di società di costruzione appaiono vulnerabili ora, dopo aver sovraperformato. “Sull’Eurozona, i maggiori investimenti societari, la crescita più rapida dei consumi e dell’incremento del commercio, sostengono la nostra convinzione moderatamente positiva. Tuttavia, anche tenendo conto del miglioramento dei fondamentali del mercato del lavoro, l’impatto potenziale delle elezioni in Francia, Olanda e Germania è tutto da valutare. Ad ogni modo, le condizioni relativamente positive dovrebbero continuare a offrire supporto all’economia britannica e all’equity UK” specifica inoltre David Docherty, che poi chiude la panoramica con la Cina.

“Nel breve, è prevedibile un modesto rallentamento dell’economia di Pechino sebbene saranno determinanti per i mercati, sia i rapporti commerciali con gli Stati Uniti che l’andamento del renminbi. Nel Regno Unito, riteniamo che il settore più sensibile agli sviluppi in Cina possa essere quello estrattivo”.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Schroders

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