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Portafogli diversificati, gli high yield restano una preziosa componente

Per diversificare in modo efficiente i portafogli d’investimento si può optare per i bond high yield che beneficiano di una dinamica ciclica positiva e reflattiva.

2 Marzo 2017 09:00
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Alcuni analisti finanziari hanno confrontato una serie di eventi economici e di politica monetaria degli USA con quelli dell’area euro dai quali emergerebbe che ci sia in media un ritardo di circa quattro anni tra l’area euro e quella americana. Incrociando le date, nelle due sponde dell’Atlantico, in cui si sono verificati dal picco di disoccupazione al lancio del QE (quantitative easing), dal minimo delle valute (dollaro e euro) al tasso di rendimento minimo del titolo di stato di riferimento dell’area (Treasury USA e Bund tedesco), si può infatti constatare che gli eventi si sono verificati a distanza di circa quattro anni.

Se così fosse, potrebbe accadere, per esempio, che Draghi annunci il tapering del QE della zona Euro (ovvero la riduzione degli acquisti dei bond in euro sul mercato) a dicembre di quest’anno, per poi rialzare i tassi a dicembre 2019 e alzarli per la seconda volta nel dicembre 2020.

Abbiamo chiesto a Luca Tobagi, CFA, Investment Strategist di Invesco se, tenendo conto delle specificità della zona euro, il timing della BCE possa essere davvero.

“Le condizioni dell'Eurozona non consentono alla BCE di ridurre il piano di acquisti di titoli, né di pensare a rialzi dei tassi. Chiari i messaggi di Draghi a fine 2016 e all’inizio di quest’anno: permangono rischi per la crescita e non ci si attende che l'inflazione si avvicini all'obiettivo del 2% prima del 2018/19. La Germania è un'eccezione, importante ma per ora non tale da far deviare la BCE dalla rotta tracciata. In pratica, per il 2017, non ci aspettiamo nessun tapering. Se da fine anno in avanti dovessimo sentire annunci su tapering o rialzi dei tassi, ciò accadrebbe per ragioni fondamentali, non di calendario. Quindi le date proposte potrebbero essere realistiche, ma non necessariamente per il motivo suggerito: la distanza fra gli andamenti dei cicli USA ed Euro è stata infatti variabile nel tempo” spiega Luca Tobagi, che poi passa a parlare dei consigli agli investitori per il loro portafoglio obbligazionario per quest’anno: “È probabile che le notizie politiche, in un anno di importanti elezioni e dell’avvio della presidenza Trump, catturino l'attenzione del mercato. Di riflesso, i rendimenti dei titoli di Stato potrebbero esibire maggiore volatilità. Se le vicende politiche non modificassero in peggio il quadro di crescita globale moderata e inflazione positiva e modesta, per gli investitori avrebbe senso esporre il portafoglio obbligazionario alla parte corporate, in particolare a quella a più alto rendimento, diversificando l'esposizione al rischio sovrano. Inoltre, in un mondo in cui le correlazioni fra asset class sono aumentate, è opportuno cercare posizioni che aiutino a ottenere una diversificazione efficace. Alcune obbligazioni emergenti selezionate, come quelle dell’India, presentano questa preziosa caratteristica”.

Per Luca Tobagi, la parte obbligazionaria societaria, soprattutto quella high yield, costituisce una delle fonti di rendimento oggi più interessanti nel reddito fisso per allestire un portafoglio diversificato.

“Tale segmento potrebbe trovare sostegno in una dinamica ciclica positiva e reflattiva, e il rischio societario appare meglio remunerato del rischio sovrano” puntualizza infine Luca Tobagi.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Invesco

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