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Fondi obbligazionari

Debito emergente, il differenziale di rendimento tenderà a ridursi nel 2017

Dall’8 novembre, cioè dall’elezione di Trump, il differenziale di rendimento tra il debito emergente e i titoli di stato USA è salito ma ora potrebbe contrarsi.

5 Gennaio 2017 09:32
financialounge -  Fondi obbligazionari GAM mercati emergenti rendimenti Tim Haywood

Nel 2016 l’investimento nel debito emergente è stato uno dei più redditizi. Il rendimento medio dei fondi obbligazionari paesi emergenti si è infatti attestato al +8,6%, al disopra sia dei fondi obbligazionari governativi internazionali (+5,6%) e sia dei fondi obbligazionari area dollaro Usd (+5,8%). Tuttavia, l’andamento dell’investimento nel debito emergente si può dividere in due parti.

La prima, dal primo gennaio all’8 novembre, durante la quale i fondi obbligazionari paesi emergenti hanno messo a segno un rialzo medio del 10,8% (mentre i fondi obbligazionari governativi internazionali si erano fermati al +4,9% e quelli area dollaro al +0,6%) e la seconda parte.

Quest’ultima, all’8 novembre (data delle elezioni presidenziali USA che hanno visto trionfare Donald Trump) al 30 dicembre scorso, ha registrato un forte apprezzamento del dollaro americano e ingenti flussi di vendita sui titoli dei paesi in via di sviluppo: il rendimento medio dei fondi obbligazionari paesi emergenti è stato del -1,9% (contro il +0,6% dei fondi governativi internazionali e il +5,2% dei fondi obbligazionari area dollaro).

Sempre dall’8 novembre in poi, lo spread (cioè il differenziale di rendimento) tra i titoli del debito emergente e i titoli di stato USA si sono allargati: attualmente lo spread si attesta a circa 300 punti base (+3,0%): un livello che secondo diversi osservatori sarebbe destinato ad assottigliarsi nei prossimi mesi.

Tra chi la pensa così figura Tim Haywood, responsabile strategie obbligazionarie Absolute Return di GAM.

“Il nuovo anno dovrebbe vedere una maggiore contrazione dello spread tra i rendimenti delle obbligazioni a più lunga scadenza dei mercati Emergenti e quelli dei paesi sviluppati” dichiara il manager secondo il quale i rendimenti del debito emergente sono aumentati dopo l’elezione di Donald Trump ma le prospettive di crescita locale si sono solo attenuate.

“Al contrario, i rendimenti dei mercati sviluppati dovranno fare i conti con diversi fattori che avranno implicazioni negative: dalla politica monetaria che da ultraespansiva potrebbe prevedere rialzi dei tassi di interesse ad un minore quantitative easing, da un maggiore stock di emissioni nette di titoli ad una crescita dei prezzi al consumo nei Paesi con valute deboli, da minori flussi di acquisto da parte di investitori esteri alla riduzione dei rating di credito” conclude Tim Haywood.
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