Contatti

dollaro

Idee di investimento – Obbligazioni – 21 novembre 2016

21 Novembre 2016 10:02
financialounge -  dollaro donald Trump Global Balanced Risk Control Fund High Yield idee di investimento mercati obbligazionari mercato del credito tassi di interesse USA
L’aumento dei tassi del mercato obbligazionario delle ultime settimane dovrebbe proseguire in parallelo alla riduzione delle politiche monetarie ultraespansive. Per gli esperti di Columbia Threadneedle Investments il movimento dei tassi USA ha un senso e, inoltre, c‘è la possibilità di aver visto il punto più basso a livello secolare dei rendimenti dei titoli obbligazionari dei mercati sviluppati. Si tratta, secondo loro, della percezione che queste politiche, portate avanti in contemporanea dalle principali banche centrali mondiali alimentando un eccesso di risparmio globale (un fattore chiave quest’ultimo nel deprime i rendimenti dei titoli obbligazionari), stiano rientrando. “Il risultato è che i tassi tendono a salire, soprattutto per le scadenze più lunghe con una inclinazione dei rendimenti che si è accentuata in modo drammatico nelle ultime settimane e riflette la convinzione che le aspettative di inflazione a più lungo termine sono troppo basse” puntualizzano, nell’articolo “Mercato obbligazionario, il trend ascendente dei tassi dovrebbe proseguire”, i professionisti esperti di Columbia Threadneedle.

Quale potrebbe essere l’impatto del rialzo dei tassi del mercato obbligazionario sugli high? Premesso che il mercato sconta attualmente un rialzo di un quarto di punto a dicembre (ovvero +0,25%), seguito da modesti rialzi il prossimo anno, ogni ulteriore aumento dei tassi da parte della Fed dipenderà prevalentemente dal vigore dell’economia statunitense. In ogni caso, il costo dell’indebitamento dovrebbe restare relativamente basso: un elemento che, in combinazione con il recupero delle quotazioni del petrolio, spiegherebbe, secondo John Fekete, Senior investment manager di Crescent Capital Group, la società che ha preso in carico la gestione del fondo Pictet-US High Yield, l’ottima performance evidenziata dal mercato high yield da gennaio. Performance peraltro il linea con quelle storiche dimostrate dall’asset class come dimostrato nell’articolo “Rialzo dei tassi USA, gli impatti sul mercato high yield”.

Per gli esperti di Columbia Threadneedle Investments, nel complesso, i vari fattori che concorrono a sostenere o a interferire negativamente sul mercato del credito USA tenderanno sostanzialmente a bilanciarsi e, di conseguenza, la loro view sul settore è di neutralità. La volatilità in aumento e mercati azionari più deboli potrebbero costituire venti contrari per l’asset class obbligazionaria societaria. Inoltre, le valutazioni del credito americano restano piuttosto care e questo potrebbe rappresentare un freno per qualsiasi potenziale tentativo di rialzo. D’altra parte, alcune delle proposte strategiche di Trump vanno nella direzione di estendere il ciclo del credito. “Trump ha proposto una drastica riduzione del tasso di imposta sul reddito delle società al 15% che potrebbe agevolare un ingente flusso di rimpatrio negli Stati Uniti dei profitti all’estero: questo dovrebbe consentire di incrementare il flusso di cassa delle aziende” spiegano nell’articolo “Obbligazioni societarie USA, con Trump vantaggi e svantaggi si equivalgono”, i professionisti di Columbia Threadneedle.

Philippe Ithurbide, Global Head of Research, Strategy and Analysis di Amundi, e Didier Borowski, Head of macroeconomics di Amundi, dopo aver analizzato i possibili impatti della vittoria del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sono invece arrivati alla conclusione che il dollaro dovrebbe comunque rafforzarsi soprattutto se i piani fiscali espansivi promessi da Trump in campagna elettorale dovessero venire effettivamente emanati e il rimpatrio dei profitti aziendali fosse incoraggiato con incentivi fiscali. Inoltre, fanno notare i due manager nell’articolo “Dollaro, sarà il vero vincitore se le proposte di Trump saranno più realistiche”, Trump potrebbe sbloccare il completamento dell’oleodotto Keystone XL (sospeso da Barack Obama) spingendo al ribasso il prezzo del petrolio e al rialzo le quotazioni del biglietto verde.

Qualche dubbio sulla forza del dollaro lo instilla invece Joachim Fels, consigliere economico mondiale di PIMCO. L’esperto, nell’articolo “Elezione di Trump, forse è troppo presto per smettere di preoccuparsi” ricorda come l’eccessiva forza del dollaro sia un male per tutti e deve essere evitato. “Nei giorni scorsi il dollaro si è rafforzato non solo nei confronti delle valute dei mercati emergenti, ma anche contro l’euro e lo yen. Mentre la BCE e la BoJ vedono probabilmente di buon occhio un indebolimento delle loro valute data la persistente bassa inflazione, una eccessiva forza del biglietto verde potrebbe danneggiare i debitori in dollari dei paesi emergenti, i prezzi delle materie prime e il settore energia degli Stati Uniti. Inoltre potrebbe indurre la Cina a svalutare il renminbi in modo più aggressivo nei confronti del dollaro al fine di evitare un notevole apprezzamento nei confronti delle altre valute” spiega Joachim Fels.

Infine coloro che sono alla ricerca di un portafoglio bilanciato in grado di saper navigare in modo piuttosto lineare anche in questo complicato 2016 possono leggere l’articolo “Portafogli bilanciati, l’importanza di definire e controllare il rischio” che spiega come un portafoglio bilanciato globale di tipo top-down (cioè che parte da un’analisi macro economica per definire l’asset allocation di portafoglio) con un budget di rischio chiaramente definito e controllato possa rappresentare una possibile soluzione. È quello che fa, per esempio il team di gestione Morgan Stanley Investment Management per il comparto [tooltip-fondi codice_isin="LU0694238501"]MS INVF Global Balanced Risk Control (GBaR) Fund[/tooltip-fondi] che mira a massimizzare i rendimenti nel tempo controllando il rischio del portafoglio: l’obiettivo è quello di non limitarsi alla partecipazione nelle fasi di mercato rialziste, ma anche alla protezione del capitale durante i ribassi, mantenendo però una volatilità tra il 4% e il 10%.
Share:
Trending