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Crescita economica globale, il possibile delta è nei mercati emergenti

La crescita globale nel 2017 dovrebbe crescere con moderazione mentre quella dei mercati emergenti potrebbe permettere di imprimerne una accelerazione.

11 Ottobre 2016 09:44
financialounge -  Andrew Balls brasile cina Joachim Fels mercati emergenti Russia

Una lieve accelerazione della crescita del PIL mondiale, dal 2,5% di quest'anno al 2,5-3,0% nel 2017. Ma il possibile delta delle crescita economica globale è nei mercati emergenti le prospettive dei quali sono molto solide facendo immaginare un'accelerazione della crescita complessiva del PIL dal 4,5% circa di quest'anno al 4,75-5,25% il prossimo anno.

Sono alcune delle conclusioni di maggiori rilievo emerse nel Cyclical Outlook di PIMCO dal titolo “Sotto la superficie”, messo a punto da Joachim Fels, managing director e consulente economico globale di PIMCO e Andrew Balls, CIO Global Fixed Income di PIMCO. Il loro scenario di riferimento per il 2017 prevede un proseguimento della crescita e nessun significativo ostacolo capace di determinarne una brusca interruzione: le banche centrali che reagiscono al surriscaldamento dell'economia, un grave shock dei prezzi del petrolio o lo scoppio di una bolla immobiliare alimentata dal credito.

Infatti, fanno notare Joachim Fels, e Andrew Balls, le autorità monetarie restano indaffarate a contrastare una situazione opposta al surriscaldamento dell’economia, le quotazioni del greggio sembrano frenate da una maggiore elasticità dell'offerta e il credito e il mercato immobiliare non mostrano affatto segnali di boom. Pertanto, i rischi di una recessione globale appaiono contenuti nell’orizzonte congiunturale, nonostante una crescita tendenziale più anemica rispetto ai cicli precedenti.

Al contrario, risultano più interessanti le prospettive nei mercati emergenti le cui economie, in molti casi, beneficiano di un contesto esterno ora a loro più favorevole in virtù della stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e del dollaro statunitense.
A tutto questo va ad aggiungersi un quadro interno positivo con l'inflazione che sembra aver raggiunto un picco, offrendo alle banche centrali un margine di allentamento, mentre diversi paesi hanno confermato il processo virtuoso delle riforme strutturali.

Ma c’è di più. La probabile fine della recessione e l'inizio di una moderata ripresa in Brasile e in Russia, dovrebbero fornire un ulteriore supporto alla crescita complessiva dei mercati emergenti.
Un discorso a parte merita, infine, la Cina. Secondo PIMCO, la fase di ribilanciamento della crescita, dagli investimenti ai consumi, dovrebbe tradursi in un ulteriore graduale rallentamento del pil di Pechino (peraltro sovrastimato dalle statistiche ufficiali).

“Tuttavia, il complesso industriale, che resta il fattore di maggiore rilievo per l'andamento delle materie prime e del commercio internazionale, ha già metabolizzato una brusca cura dimagrante negli ultimi anni, come dimostrano la passata flessione dei prezzi delle materie prime e i deludenti tassi di crescita della produzione industriale, delle esportazioni e delle importazioni” spiegano Joachim Fels e Andrew Balls che, tenendo conto di tutto questo, e ipotizzando un ulteriore deprezzamento valutario graduale e ordinato, sostengono che la Cina non dovrebbe costituire un grosso intralcio alle dinamiche dell'economia mondiale e di altri paesi emergenti.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Pimco
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