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Carlo Benetti

Investitori, i portafogli non sono pronti ad una brusca inversione di tendenza

I portafogli degli investitori italiani, molto investiti nei bond, potrebbero risultare esposti a forti rischi in caso di una brusca inversione del trend economico.

6 Ottobre 2016 09:48
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Tutti sanno che è impossibile sapere quale potrà essere l’epilogo di questa fase economica, né delineare quali saranno i tempi e gli effetti delle exit policy delle banche centrali.“Tuttavia, questo non significa necessariamente rinunciare a valutare i fatti correnti e stimarne i possibili sviluppi” puntualizza Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e il Beta del 3 ottobre 2016.

Quest’anno, dovrebbe essere archiviato come l’anno della ‘rotazione settoriale’, fenomeno che ha messo a dura prova le strategie azionarie basate su coppie di titoli messi in opposizione (l’una long, rialzista, e l’altra short, ribassista) sebbene nelle ultime settimane i titoli difensivi e quelli a elevato dividendo (che avevano registrato le migliori performance negli ultimi due anni) abbiano cominciato a mostrare un minore dinamismo rispetto ai titoli ciclici. Tuttavia, secondo Carlo Benetti, la componete più a rischio rimane quella obbligazionaria.

“La gran parte dei portafogli degli investitori italiani non è pronta all’eventuale brusca inversione di tendenza, all’eventualità che le mosse delle banche centrali siano più rapide di quanto scontato” specifica il manager.

Il riferimento di Carlo Benetti è alle riflessioni che si possono fare su tre distinti ‘quadri’ della situazione: il primo riguarda l’eventuale elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, il secondo relativo al progressivo logoramento della classe media, mentre il terzo quadro è inerente all’inflazione.

Per quanto riguarda l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, si tratterebbe, secondo Carlo Benetti, di un primo tassello in cui la realtà lambirebbe gli scenari altamente indesiderabili dal momento che il candidato repubblicano è il primo che dice di ‘essere l’unico e il solo in grado di rappresentare l’America e fare qualcosa di buono’.

Passando invece alla classe media, spinta verso il basso della scala sociale dal doppio effetto della contrazione dei redditi reali e della polarizzazione della ricchezza, sembra sempre più chiaro che, in mancanza di inversione di tendenza, si produrranno effetti difficilmente controllabili a cominciare dalla probabile ascesa dei nazionalismi europei e dalla impossibilità a ristabilire i presupposti di una crescita sostenibile.

“Più la bassa crescita si protrae, più ritarda il recupero dell’intero potenziale produttivo: le imprese interrompono o rimandano programmi di investimento, si affievolisce la fiducia dei consumatori, si esasperano le tensioni sociali” spiega Carlo Benetti che poi, ricordando lo scenario di fondo di GAM relativo al petrolio (cioè il possibile restringimento dell’offerta nel corso del 2017 per effetto ritardato della sospensione dei piani di investimento intervenuta negli ultimi due-tre anni) indica il tema della possibile ricomparsa dell’inflazione.

Nessuno, infatti, può escludere la possibilità che anche l’inflazione torni a rialzare l testa sorprendendo banchieri centrali, operatori e portafogli. Una eventualità che renderebbe estremamente complicato ricercare rendimento nei differenziali delle obbligazioni: proprio la situazione che dovrebbero affrontare la gran parte dei risparmiatori italiani i cui portafogli risultano molto esposti al reddito fisso.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da GAM

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