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Robo advisor, un’opportunità per i consulenti finanziari

6 Luglio 2016 09:59
financialounge -  consulente finanziario robotica Schroders Schroders Global Investor Study
L’avvento dei robo advisor, piattaforme online che offrono soluzioni di investimento tramite sofisticati algoritmi, non sembrerebbe costituire una minaccia per i consulenti finanziari quanto piuttosto un’opportunità. È una delle conclusioni a cui si giunge analizzando i dati raccolti dalla ricerca Schroders Global Investor Study 2016 condotta da Schroders in Italia (1.000 rispondenti nel nostro paese su un dato globale di 20.000 intervistati in 28 Paesi).

Gli investitori, infatti, pur essendo attratti dalle modalità di servizio più evolute (e, tra queste, anche il servizio di robo advisor) continuano a desiderare di essere supportati nei processi decisionali dai consulenti finanziari, che in Italia potrebbero peraltro godere di un buon grado di fiducia da parte degli investitori per via del profilo distintivo di maggiore pragmatismo e cautela rispetto ai colleghi esteri. I professionisti italiani del risparmio gestito risultano infatti mediamente più propensi a sensibilizzare i loro clienti a una prospettiva di medio-lungo periodo e più realisti in termini di ritorni conseguibili. Mentre il lasso di tempo raccomandato agli investitori dai consulenti finanziari a livello globale è di poco superiore ai 4 anni (4,3 anni), i consulenti italiani in media consigliano ai clienti di detenere un investimento per quasi sei anni (5,8 anni): un dato che rivela una maggiore attenzione a educare gli investitori a obiettivi e logiche di lungo termine.

In quest’ottica, le aspettative medie di rendimento dei consulenti italiani i posizionano ad un ritorno del 5,9% annuo dagli investimenti dei loro clienti, ben due punti percentuali sotto la media globale (7,9% annuo), denotando un maggior realismo.

Allargando infine la view su tutti i dati della ricerca Schroders Global Investor Study 2016 si scopre che più della metà degli italiani è disposta ad affidarsi ai cosiddetti robo advisor, ma in modo misurato: ben il 49% degli intervistati condiziona la sua disponibilità alla possibilità di interagire con un consulente, mentre solo l’11% si dice pronto a percorrere questa strada in autonomia.
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