ETF
Cosa segnalano le posizioni speculative sugli ETF
1 Giugno 2016 09:27
trong>ETF sono strumenti passivi quotati in Borsa che replicano un preciso indice azionario o obbligazionario. Questa loro caratteristica consente ai risparmiatori di prendere posizione su un mercato a costi molto contenuti. Ma l’evoluzione degli ETF ha permesso di sviluppare prodotti passivi che consentono anche di guadagnare sul ribasso (ETF short) di un asset class. Questi prodotti possono essere utilizzati anche in ottica di protezione del portafoglio quando, per esempio, non si vuole vendere titoli in portafoglio (reputati interessanti per il medio lungo termine) ma si desidera limitare i possibili contraccolpi di una correzione dei mercati nel breve termine.
Ebbene, l’analisi dei flussi e dei posizionamenti degli ETF a livello globale e per tipologia (sia al rialzo che al ribasso) consente di delineare alcune tendenze nei portafogli dei grandi investitori internazionali che utilizzano proprio gli ETF per modificare alcune posizioni tattiche in modo veloce e con costi ridotti. Per esempio, l’analisi dei flussi e delle posizioni al 25 maggio scorso, rivela che le posizioni long (rialziste) sull’oro sono del 50% circa superiori a quelle short (ribassiste) mentre le long sullo yen /rispetto al dollaro USD sono il 30% al di sopra di quelle short. Anche le posizioni long sul dollaro australiano rispetto a quello americano sono superiori a quelle short (del 20%) e lo stesso dicasi per le posizioni long sul petrolio rispetto a quelle ribassiste. In sostanziale parità, invece, le posizioni long e short sull’indice S&P500 di Wall Street mentre prevalgono leggermente (meno del 10%) quelle short sui tassi USA rispetto alle posizioni rialziste.
Infine, mentre le posizioni ribassiste sull’euro rispetto al dollaro USA sono del 10% superiori a quelle rialziste, l’esposizione short sull’indice Vix (rappresentativo della volatilità attesa di Wall Street) primeggia sull’esposizione long, a dimostrazione che nonostante alcune nubi all’orizzonte (Brexit e potenziale rialzo dei tassi da parte della Fed) gli investitori scommettono su una sostanziale stabilità dei mercati.
Ebbene, l’analisi dei flussi e dei posizionamenti degli ETF a livello globale e per tipologia (sia al rialzo che al ribasso) consente di delineare alcune tendenze nei portafogli dei grandi investitori internazionali che utilizzano proprio gli ETF per modificare alcune posizioni tattiche in modo veloce e con costi ridotti. Per esempio, l’analisi dei flussi e delle posizioni al 25 maggio scorso, rivela che le posizioni long (rialziste) sull’oro sono del 50% circa superiori a quelle short (ribassiste) mentre le long sullo yen /rispetto al dollaro USD sono il 30% al di sopra di quelle short. Anche le posizioni long sul dollaro australiano rispetto a quello americano sono superiori a quelle short (del 20%) e lo stesso dicasi per le posizioni long sul petrolio rispetto a quelle ribassiste. In sostanziale parità, invece, le posizioni long e short sull’indice S&P500 di Wall Street mentre prevalgono leggermente (meno del 10%) quelle short sui tassi USA rispetto alle posizioni rialziste.
Infine, mentre le posizioni ribassiste sull’euro rispetto al dollaro USA sono del 10% superiori a quelle rialziste, l’esposizione short sull’indice Vix (rappresentativo della volatilità attesa di Wall Street) primeggia sull’esposizione long, a dimostrazione che nonostante alcune nubi all’orizzonte (Brexit e potenziale rialzo dei tassi da parte della Fed) gli investitori scommettono su una sostanziale stabilità dei mercati.