crescita economica
La crescita economica è stata migliore di quanto si pensi
14 Aprile 2016 09:32
ati finanziari, e più in particolare la Borsa, anticipano il valore prospettico di un’azienda: le quotazioni di un titolo azionario (o obbligazionario) includono cioè non tanto (o soltanto) quello che la compagnia vale oggi ma, soprattutto, quello che potrà valere fra qualche mese o anno. Sulla base di questo è piuttosto normale quindi che i mercati diano una forte valenza ai dati economici e alle stime su di essi. Peccato che, almeno negli ultimi 5 anni, i mercati sembra che abbiano ecceduto nel premiare le stime e non i dati reali. A sostenerlo è uno studio effettuato dagli analisti di una importante banca d’affari svizzera sui dati reali di crescita del PIL e dell’inflazione degli Stati Uniti e della zona euro.
Ebbene, se si mettono a confronto i dati, dal 2011 al 2015, delle stime del PIL e dei valori a consuntivo del prodotto interno lordo degli Stati Uniti e della zona euro si scopre che quelli reali sono risultati migliori rispetto alle previsioni. Stessa dinamica per i prezzi al consumo per i quali (soprattutto per quanto riguarda i dati americani) l’inflazione a consuntivo nell’ultimo quinquennio è risultata meno ridotta di come le previsioni avessero stimato.
I risultati della ricerca suggeriscono pertanto che gli economisti hanno ragione nelle loro previsioni più spesso di quanto comunemente si suppone. I mercati finanziari reagiscono immediatamente alla pubblicazione dei dati iniziali e quasi mai ai dati rivisti. Uno strategist d’investimento può sostenere che è la versione iniziale che conta. Tuttavia, i responsabili politici più competenti dovrebbero guardare il mondo reale e non il mondo visto attraverso la lente deformante delle percezioni della realtà dei mercati. Negli ultimi cinque anni, la crescita economica nella zona euro e negli Stati Uniti hanno mostrato una tendenza ad essere migliori di quanto inizialmente riportato: i mercati dovrebbero imparare a riflettere su questo.
Ebbene, se si mettono a confronto i dati, dal 2011 al 2015, delle stime del PIL e dei valori a consuntivo del prodotto interno lordo degli Stati Uniti e della zona euro si scopre che quelli reali sono risultati migliori rispetto alle previsioni. Stessa dinamica per i prezzi al consumo per i quali (soprattutto per quanto riguarda i dati americani) l’inflazione a consuntivo nell’ultimo quinquennio è risultata meno ridotta di come le previsioni avessero stimato.
I risultati della ricerca suggeriscono pertanto che gli economisti hanno ragione nelle loro previsioni più spesso di quanto comunemente si suppone. I mercati finanziari reagiscono immediatamente alla pubblicazione dei dati iniziali e quasi mai ai dati rivisti. Uno strategist d’investimento può sostenere che è la versione iniziale che conta. Tuttavia, i responsabili politici più competenti dovrebbero guardare il mondo reale e non il mondo visto attraverso la lente deformante delle percezioni della realtà dei mercati. Negli ultimi cinque anni, la crescita economica nella zona euro e negli Stati Uniti hanno mostrato una tendenza ad essere migliori di quanto inizialmente riportato: i mercati dovrebbero imparare a riflettere su questo.