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Obbligazioni, alla ricerca del reddito ma con giudizio

11 Aprile 2016 10:19
financialounge -  bond convertibili Enzo Puntillo GAM High Yield mercati emergenti mercati obbligazionari
Con i tassi a zero (e in molti casi anche in territorio negativo) la ricerca del reddito per i risparmiatori che privilegiano il reddito fisso si fa sempre più complessa. Non mancano certo le opportunità per catturare più rendimento ma è indispensabile avere la massima cura nel diversificare al massimo le scelte di portafoglio al fine di non stravolgere il profilo di rischio a cui si è abituati. Certo, occorre predisporsi a maggiori pericoli (in termini di grado di accettazione di perdite nel breve termine) ed aumentare l’orizzonte temporale di investimento (portandolo almeno a tre anni, meglio se a cinque) ma resta fondamentale procedere con giudizio.

Precisato doverosamente questo, le quattro fonti obbligazionarie di reddito a cui si può attingere sono: convertibili, inflation linked bond, high yield e debito emergente.

Le convertibili consentono di partecipare al trend rialzista di medio periodo delle Borse con un profilo di rischio dimezzato rispetto all’indice azionario internazionale. Gli inflation linked bond, invece, permettono di assicurare il portafoglio da improvvise fiammate dell’inflazione, mentre gli high yield, grazie alle loro cedole generose, consentono di incamerare rendimenti più rotondi rispetto a quelli dei titoli di stato e delle obbligazioni societarie e bancarie di emittenti di alta qualità. Infine, ma non certo per importanza, c’è il debito emergente dove le occasioni non mancano ma è necessario affidarsi a gestori esperti per evitare passi falsi.

“La scarsa considerazione di cui godono gli Emergenti nelle scelte di portafoglio degli investitori significa che il momentum positivo potrebbe andare slittare” fa notare Enzo Puntillo, responsabile delle strategie obbligazionarie di GAM, che, tuttavia, sottolinea come, a livello di fondamentali, il ribilanciamento tra le diverse economie sia un processo in corso. Naturalmente, si tratta di un processo che richiederà del tempo e una ripresa a ritmo sostenuta è improbabile.

La differenza a livello geografico è evidente: ci sono aree geografiche ad uno stadio piuttosto avanzato, come l’Europa centrale, e Paesi appena all’inizio del ciclo di ripresa, come il Brasile, che ha imboccato un cammino di evoluzione con una bilancia commerciale che sta tornando in positivo e che trae beneficio dal deprezzamento della valuta: oggi il Paese carioca è uno dei pochi Stati sudamericani con un volume di esportazioni in aumento.

“In termini di scelte di portafoglio, all’inizio del 2016 abbiamo messo da parte il posizionamento molto difensivo degli ultimi anni, incrementando la complessiva sensibilità al mercato sulla scia delle basse valutazioni e del miglioramento dei fondamentali” specifica Enzo Puntillo che poi rivela di avere maggior fiducia nei confronti di titoli obbligazionari in valuta forte, a scapito di posizioni nelle differenti valute locali.

“La maggior parte di queste operazioni sono state concentrate in Brasile, che ora rappresenta circa un quinto dei nostri portafogli. Perdere l’occasione di partecipare alla storia di ripresa del Brasile quest’anno avrebbe significato perdere una larga fetta del rendimento generato dai mercati emergenti” conclude il manager.
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