dividendi
Idee di investimento – Azioni – 29 marzo 2016
29 Marzo 2016 09:26

graduale aumento dei tassi di interesse da parte della Fed da quattro a due rialzi nel 2016, dovrebbe essere di supporto ai mercati azionari e a quelli del credito nei prossimi mesi. La normalizzazione della politica monetaria degli Stati Uniti estremamente graduale, invece, dovrebbe indebolire il dollaro USA nel breve termine, sebbene un rischio di ribasso accentuato è piuttosto limitato vista la divergenza prospettica nella politica monetaria tra la Fed e le altre principali banche centrali” ha commentato nell’articolo “Le colombe della Fed volano in appoggio ai mercati”, Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, in merito alla decisione della banca centrale americana di mantenere invariati i tassi di interesse. Come dire che le colombe della Federal Reserve sono volate in appoggio alle asset class più rischiose, almeno nel breve termine.
È evidente, secondo Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, che la Federal Reserve presta orecchio non solo ai mercati finanziari ma anche agli equilibri internazionali. “Ma con i segnali di pressione e di accelerazione dei prezzi al consumo non si può escludere che la Fed possa essere costretta a rivedere le sue attuali posizioni. Non è uno scenario ma una possibilità, un rischio di cui tenere conto” sostiene Carlo Benetti ricordando come già in passato la Fed abbia sbagliato le previsioni: “Una eventualità che avrebbe l’effetto di generare nuovi spunti di volatilità ed è una delle ragioni per cui in GAM continuiamo a dare la priorità al controllo delle fonti di rischio. Perché quando si muove la Fed nessun luogo è sicuro. Ne parleremo ancora il 7 aprile, alla Conferenza GAM al Salone del Risparmio” conclude, nell’articolo “Dare la priorità al controllo delle fonti di rischio”, Carlo Benetti.
Intanto cresce la fiducia degli investitori verso l’industria finanziaria nel mondo. A rivelarlo, come specificato nell’articolo “Industria finanziaria, cresce la voglia di trasparenza e principi etici”, è il Sondaggio Mondiale CFA «Dalla Fiducia alla Lealtà: che cosa vogliono gli investitori» che ha coinvolto 3.312 investitori retail e 502 investitori istituzionali in Nord America, Europa, Asia e Australia. Dall’indagine emerge anche che gli investitori prediligono livelli più elevati di trasparenza rispetto al passato e pretendono dai loro gestori approcci ispirati ai più alti standard etici: le perfomance restano ovviamente un fattore importante ma altri fattori sembrano emergere con maggiore forza. “La recente congiuntura economica ha fatto nascere sempre più l’esigenza di prodotti trasparenti, coerenti e attenti alla sostenibilità, in grado di ridurre i rischi finanziari e reputazionali, permettendo, al contempo, di raggiungere performance di rilievo. Etica Sgr ha sempre privilegiato un approccio responsabile di lungo periodo nella pratica degli investimenti attraverso l’analisi dei fattori ambientali, sociali e di governance degli emittenti, con cui dialoga attivamente per stimolare comportamenti sempre più virtuosi” sottolinea Federica Loconsolo, Responsabile commerciale di Etica Sgr.
Tra gli approcci di gestione che possono coniugare ricerca di reddito, controllo del rischio e trasparenza dell’investimento, figura quello orientato ai dividendi societari. “La crescita economica continua e credo che sia questo il punto sul quale possiamo continuare a nutrire ottimismo. Le valutazioni sono ragionevoli: le azioni non sono né tremendamente costose, né incredibilmente convenienti. E il rendimento da dividendo ci sembra ancora interessante: crediamo che i tassi d’interesse non saliranno in maniera eccessiva e, su tali premesse, riteniamo che il rendimento da dividendo offerto dalle azioni rimanga relativamente vantaggioso” puntualizza, nell’articolo “Il tema principale attuale è il contesto di crescita modesta”, Mark Burgess, CIO EMEA e responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments.
A livello regionale, invece, è l’Europa a continuare a suscitare interesse da parte dei grandi investitori internazionali. “Dal punto di vista di valore relativo (relative value), la valutazione del benchmark europeo contiene uno sconto rispetto a quello degli Stati Uniti, in parte in linea con la media storica, pari ad uno sconto del 10% che risale al 1998 (sulla base del prezzo, rispetto agli utili attesi a 12 mesi dell’Indice STOXX 600 rispetto all’S&P 500). Alla luce del potenziale di crescita degli utili in Europa, riteniamo che ciò rappresenti una buona opportunità” sostiene, nell’articolo “Azioni Europa, scenario costruttivo per investitori attenti”, Alexis Deladerrière, Managing Director di Goldman Sachs Asset Management (GSAM).
Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, dal canto suo, è interessato invece alle società «value» (i titoli caratterizzati da crescita lenta ma costante, bilanci robusti, dividendi solidi e sostenibili nel tempo, ndr) che hanno registrato performance superiori alla media di mercato nel lungo periodo. Come spiegato nell’articolo “Il mix giusto comprende azioni value, oro e bond legati all’inflazione", nonostante il rialzo, i titoli value a livello globale scambiano in Borsa, in base all’analisi BlackRock, con uno sconto del 35%: si tratta di un valore che si confronta con uno sconto medio del 20% negli ultimi dieci anni e dimostra come restino ancora sottovalutati.
Infine una riflessione sulla tecnologia. Il mercato azionario USA è molto spesso associato a questo settore.Tuttavia, come ha fatto notare nell’articolo “Tecnologia, ecco le aziende che risulteranno vincenti”, Neil Robson, gestore azionario globale e co-gestore del fondo Threadneedle Global Extended Alpha, per gli investitori è fondamentale comprendere l’evoluzione della tecnologia e le sue sempre più ampie implicazioni sulla vita di tutti i giorni, perché i cambiamenti tecnologici e le variazioni dei modelli di business determinano la redditività del capitale investito (ROIC) e i rendimenti per gli azionisti. Il manager ha analizzato il tema della tecnologia alla luce del fatto che con essa non si intende soltanto il mondo del software e dell’hardware quanto piuttosto una più vasta influenza in tutte le altre aree del mercato. Oggi, infatti, gli «unicorni» tecnologici statunitensi (società private che valgono un miliardo di dollari o più) non sono più riconducibili soltanto a player hi tech ma, al contrario, operano nei più disparati settori, quali la grande distribuzione, i servizi finanziari, il tempo libero e l’intrattenimento, i servizi alle imprese, i taxi, le automobili, i social network e i beni di consumo. Proprio queste dinamiche fanno si che le aziende che utilizzano la tecnologia per creare vantaggi competitivi, e quindi redditività del capitale investito (ROIC) e rendimenti totali per gli azionisti elevati, risulteranno vincenti.
È evidente, secondo Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, che la Federal Reserve presta orecchio non solo ai mercati finanziari ma anche agli equilibri internazionali. “Ma con i segnali di pressione e di accelerazione dei prezzi al consumo non si può escludere che la Fed possa essere costretta a rivedere le sue attuali posizioni. Non è uno scenario ma una possibilità, un rischio di cui tenere conto” sostiene Carlo Benetti ricordando come già in passato la Fed abbia sbagliato le previsioni: “Una eventualità che avrebbe l’effetto di generare nuovi spunti di volatilità ed è una delle ragioni per cui in GAM continuiamo a dare la priorità al controllo delle fonti di rischio. Perché quando si muove la Fed nessun luogo è sicuro. Ne parleremo ancora il 7 aprile, alla Conferenza GAM al Salone del Risparmio” conclude, nell’articolo “Dare la priorità al controllo delle fonti di rischio”, Carlo Benetti.
Intanto cresce la fiducia degli investitori verso l’industria finanziaria nel mondo. A rivelarlo, come specificato nell’articolo “Industria finanziaria, cresce la voglia di trasparenza e principi etici”, è il Sondaggio Mondiale CFA «Dalla Fiducia alla Lealtà: che cosa vogliono gli investitori» che ha coinvolto 3.312 investitori retail e 502 investitori istituzionali in Nord America, Europa, Asia e Australia. Dall’indagine emerge anche che gli investitori prediligono livelli più elevati di trasparenza rispetto al passato e pretendono dai loro gestori approcci ispirati ai più alti standard etici: le perfomance restano ovviamente un fattore importante ma altri fattori sembrano emergere con maggiore forza. “La recente congiuntura economica ha fatto nascere sempre più l’esigenza di prodotti trasparenti, coerenti e attenti alla sostenibilità, in grado di ridurre i rischi finanziari e reputazionali, permettendo, al contempo, di raggiungere performance di rilievo. Etica Sgr ha sempre privilegiato un approccio responsabile di lungo periodo nella pratica degli investimenti attraverso l’analisi dei fattori ambientali, sociali e di governance degli emittenti, con cui dialoga attivamente per stimolare comportamenti sempre più virtuosi” sottolinea Federica Loconsolo, Responsabile commerciale di Etica Sgr.
Tra gli approcci di gestione che possono coniugare ricerca di reddito, controllo del rischio e trasparenza dell’investimento, figura quello orientato ai dividendi societari. “La crescita economica continua e credo che sia questo il punto sul quale possiamo continuare a nutrire ottimismo. Le valutazioni sono ragionevoli: le azioni non sono né tremendamente costose, né incredibilmente convenienti. E il rendimento da dividendo ci sembra ancora interessante: crediamo che i tassi d’interesse non saliranno in maniera eccessiva e, su tali premesse, riteniamo che il rendimento da dividendo offerto dalle azioni rimanga relativamente vantaggioso” puntualizza, nell’articolo “Il tema principale attuale è il contesto di crescita modesta”, Mark Burgess, CIO EMEA e responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments.
A livello regionale, invece, è l’Europa a continuare a suscitare interesse da parte dei grandi investitori internazionali. “Dal punto di vista di valore relativo (relative value), la valutazione del benchmark europeo contiene uno sconto rispetto a quello degli Stati Uniti, in parte in linea con la media storica, pari ad uno sconto del 10% che risale al 1998 (sulla base del prezzo, rispetto agli utili attesi a 12 mesi dell’Indice STOXX 600 rispetto all’S&P 500). Alla luce del potenziale di crescita degli utili in Europa, riteniamo che ciò rappresenti una buona opportunità” sostiene, nell’articolo “Azioni Europa, scenario costruttivo per investitori attenti”, Alexis Deladerrière, Managing Director di Goldman Sachs Asset Management (GSAM).
Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, dal canto suo, è interessato invece alle società «value» (i titoli caratterizzati da crescita lenta ma costante, bilanci robusti, dividendi solidi e sostenibili nel tempo, ndr) che hanno registrato performance superiori alla media di mercato nel lungo periodo. Come spiegato nell’articolo “Il mix giusto comprende azioni value, oro e bond legati all’inflazione", nonostante il rialzo, i titoli value a livello globale scambiano in Borsa, in base all’analisi BlackRock, con uno sconto del 35%: si tratta di un valore che si confronta con uno sconto medio del 20% negli ultimi dieci anni e dimostra come restino ancora sottovalutati.
Infine una riflessione sulla tecnologia. Il mercato azionario USA è molto spesso associato a questo settore.Tuttavia, come ha fatto notare nell’articolo “Tecnologia, ecco le aziende che risulteranno vincenti”, Neil Robson, gestore azionario globale e co-gestore del fondo Threadneedle Global Extended Alpha, per gli investitori è fondamentale comprendere l’evoluzione della tecnologia e le sue sempre più ampie implicazioni sulla vita di tutti i giorni, perché i cambiamenti tecnologici e le variazioni dei modelli di business determinano la redditività del capitale investito (ROIC) e i rendimenti per gli azionisti. Il manager ha analizzato il tema della tecnologia alla luce del fatto che con essa non si intende soltanto il mondo del software e dell’hardware quanto piuttosto una più vasta influenza in tutte le altre aree del mercato. Oggi, infatti, gli «unicorni» tecnologici statunitensi (società private che valgono un miliardo di dollari o più) non sono più riconducibili soltanto a player hi tech ma, al contrario, operano nei più disparati settori, quali la grande distribuzione, i servizi finanziari, il tempo libero e l’intrattenimento, i servizi alle imprese, i taxi, le automobili, i social network e i beni di consumo. Proprio queste dinamiche fanno si che le aziende che utilizzano la tecnologia per creare vantaggi competitivi, e quindi redditività del capitale investito (ROIC) e rendimenti totali per gli azionisti elevati, risulteranno vincenti.