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Global Balanced Risk Control Fund

Global Balanced Risk Control Fund - 29 febbraio 2016

16 Marzo 2016 09:14
financialounge -  Global Balanced Risk Control Fund Morgan Stanley
Rassegna di Mercato

Stati Uniti: Nella sua seconda stima di fine febbraio, il Bureau of Economic Analysis (BEA) ha riferito una crescita annua dell’economia statunitense dell’1,0% nel quarto trimestre 2015, dopo il 2,0% dei tre mesi precedenti. La decelerazione è stata causata principalmente dal rallentamento della spesa al consumo personale nonché dal calo registrato da investimenti non residenziali, esportazioni e spesa dei governi statali e locali. L’impatto di tali fattori è stato compensato dall’accelerazione della spesa pubblica federale e dalla decelerazione delle importazioni. L’Institute for Supply Management (Ism) ha comunicato che l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) per il settore manifatturiero ha toccato quota 49,5 a febbraio, in leggero rialzo rispetto al 48,2 di gennaio. Il Census Bureau ha reso noto che, in termini destagionalizzati, a gennaio le vendite al dettaglio hanno segnato un incremento dello 0,2% rispetto a dicembre e il 3,4% in più rispetto allo stesso mese del 2015. Il Bureau of Labor Statistics (Bls) ha comunicato che a gennaio l’occupazione non agricola ha registrato un incremento di 151.000 unità e che il tasso di disoccupazione è sceso leggermente al 4,9%. Il Bls ha dichiarato a margine che l’inflazione dell’indice dei prezzi al consumo (Ipc) sui dodici mesi conclusi a dicembre è stata pari all’1,4% (dato non destagionalizzato). Al netto dei prezzi di generi alimentari ed energia, il dato corrispondente risulta del 2,2%. L’indice Msci Usa ha chiuso in territorio negativo, a -0,29% in dollari statunitensi e a -0,58% in euro.

Europa: I recenti segnali indicano un indebolimento delle condizioni economiche nell’area euro. A febbraio, il Pmi di Markit per il settore manifatturiero dell’area euro è sceso al valore minimo degli ultimi 12 mesi. I settori manifatturieri in Germania e Francia hanno sfiorato la stagnazione mentre l’attività in Grecia si è contratta ancora una volta. Secondo una stima preliminare di Eurostat, sia nell’area euro che nell’intera Unione europea il Pil è cresciuto dello 0,3% nel 4° trimestre 2015. Rispetto al 4° trimestre 2014, l’area euro è cresciuta dell’1,5% mentre l’Ue dell’1,8%. A dicembre, la produzione industriale è scesa di un punto percentuale sia nell’area euro sia nell’Ue mentre nell'arco di 12 mesi la flessione è stata rispettivamente dell’1,3% e dello 0,8%. Secondo una stima preliminare di Eurostat, l’inflazione annua nell’area dell’euro si è fermata a -0,2% a febbraio, mentre a gennaio era dello 0,3%. L’indice Msci Europe ha perso il 2,14% in euro e l’1,85% in dollari statunitensi.

Giappone: All’inizio di marzo, Nikkei ha segnalato una flessione dell’indice Pmi per il settore manifatturiero nipponico, passato dai 52,3 punti di gennaio ai 50,1 di febbraio, il minimo da otto mesi a questa parte. Nikkei rivela una contrazione nei nuovi ordinativi. Il Pmi di Nikkei relativo al settore dei servizi è scivolato sul minimo degli ultimi sette mesi a quota 51,2 a febbraio. L’istituto di statistica nazionale ha riferito che la spesa media mensile al consumo per famiglia ha segnato una flessione del 3,1% in termini sia nominali sia reali rispetto allo stesso mese del 2015. In una nota a parte l’istituto ha precisato che l’inflazione dell’Ipc giapponese è rimasta invariata per il periodo di 12 mesi conclusosi a gennaio, mese in cui l’indice ha perso lo 0,4%. Il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria nipponico ha reso noto che a gennaio la produzione industriale è cresciuta del 3,7% in termini destagionalizzati mentre ha perso il 3,8% su base annua. Secondo una prima stima del Cabinet Office, nell’ultimo trimestre 2015 il Pil reale è sceso dello 0,4%, ovvero a un tasso dell’1,4% su base annua. L’indice Msci Japan ha reso -9,32% in yen e -3,17% in euro.

Attività del portafoglio

Abbiamo ridimensionato l’esposizione azionaria passando dal 35% di fine gennaio al 12,5% di inizio febbraio alla luce del nervosismo dei mercati azionari scatenato dalla debolezza dei dati economici e dei prezzi delle materie prime. Da metà febbraio i mercati hanno recuperato le perdite nella speranza di possibili tagli di produzione del petrolio da parte dell’Opec e di ulteriori stimoli della Banca centrale europea (Bce). La fiducia degli investitori è così migliorata e noi abbiamo pertanto incrementato la componente azionaria in portafoglio al 30% nel corso della seconda metà di febbraio.

Strategia e prospettive

Le incerte prospettive per la crescita economica globale potrebbero indurre la Federal Reserve (Fed) a rimandare il prossimo rialzo del tasso d’interesse, che prevediamo sarà confermato nella seduta della Fed del 16 marzo nonostante i dati incoraggianti provenienti dal mercato del lavoro statunitense a febbraio. In Europa sale l’aspettativa che la Bce tagli ulteriormente i tassi sui depositi ed estenda il programma di acquisto di attivi, con conseguente possibile effetto di supporto ai mercati. Intanto, le autorità cinesi hanno continuato a cercare il difficile equilibrio tra crescita e riforme. La Banca popolare cinese ha abbassato il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche nel tentativo di migliorare la liquidità pur tenendo stabile lo yuan. La propensione al rischio degli investitori continua a migliorare con il prezzo del petrolio che sembra aver trovato un supporto. Le nostre prospettive sono quindi positive pur non escludendo picchi di volatilità a breve termine man mano che si avvicinano gli appuntamenti di politica monetaria delle banche centrali di marzo.

 

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