gestione del rischio
Idee di investimento – Azioni – 14 marzo 2016
14 Marzo 2016 09:31

ncora molte le incertezze con cui deve fare i conti un investitore il cui principale obiettivo, in questa fase, è quello di mitigare il rischio, osservando tutti i fronti pericolosi: dal debito mondiale al deleveraging cinese (riduzione del debito privato), dalle risposte politiche più o meno efficaci, all’anomala correlazione tra borse e petrolio (anche questo funzione della politica). “Se la fiducia nelle potenzialità di lungo termine è condivisibile perché nel lungo termine i mercati sono come bilance e tendono a valutare i fondamentali, l’accumulo di posizioni può essere oggi intrapreso solo da investitori consapevoli e con una sconfinata fede nel lungo termine” sostiene nell’articolo “2016, l’obiettivo prioritario è la preservazione del capitale” Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, secondo il quale l’obiettivo del 2016 per gli investitori è la preservazione del capitale: se storicamente i mercati hanno sempre sottovalutato il fattore rischio politico, in un contesto di elevata volatilità non è più possibile non tenerne conto nella allocazione tattica dei portafogli.
Resta il fatto che, se dovessimo dobbiamo basarci sulla storia, finché le famiglie americane saranno in buone condizioni, una recessione USA resta poco probabile. È quello che sostiene nell’articolo “È il momento adatto per aumentare l’esposizione alle azioni”, Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management, secondo il quale ci sono pochi elementi che facciano pensare a un cambiamento della situazione. I prezzi ridotti della benzina sostengono le finanze familiari e la disoccupazione si mantiene bassa. E nonostante di recente la Fed abbia aumentato lievemente i tassi di interesse, la politica monetaria non è per niente restrittiva. “Ciò suggerisce dunque che, se le valutazioni di mercato sottovalutano la longevità del ciclo economico USA, potrebbe essere il momento adatto per aumentare l’esposizione ad asset class rischiose quali le azioni” sottolinea l’economista.
Questo non vuol dire, tuttavia, che basti investire in azioni o in fondi azionari quanto piuttosto selezionare aree geografiche, settori e titoli tramite buoni gestori attivi. “Sono timidamente ottimista riguardo alle attività rischiose e ritengo che gli investitori otterranno risultati nettamente più soddisfacenti analizzando i settori e i singoli titoli piuttosto che i mercati nel loro complesso” dichiara infatti convinto nell’articolo “Investimenti, maggiori soddisfazioni analizzando i settori e i singoli titoli”, Colin Moore, CIO Globale di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale la correzione dimostra che i mercati non sono sottovalutati. “Al di fuori delle economie emergenti, le valutazioni non sono particolarmente interessanti. Pertanto, continuo a ravvisare opportunità per le attività rischiose, ma non ritengo che le coglieremo attraverso allocazioni tradizionali (USA vs non-USA, Giappone vs Europa, etc.). In definitiva, tutto dovrebbe dipendere dalle dinamiche che osserveremo nei singoli settori a nostro avviso caratterizzati da una crescita sostenibile o che trarranno maggiori benefici dall’aumento dei tassi” puntualizza Colin Moore.
A proposito di settori, quello finanziario continua a essere al centro dell’attenzione in Borsa ma per Credit Suisse adesso è interessante, soprattutto per quanto riguarda i titoli bancari. “Pur riconoscendo i problemi strutturali che affronta il settore, a breve termine è molto probabile che riesca a registrare performance superiori alla media di mercato. Nell’ambito di questo settore, vediamo maggiori opportunità a breve termine per le banche rispetto alle assicurazioni” fanno sapere, nell’articolo “Borse, perché ora siamo positivi sui finanziari”, da Credit Suisse, che, al contrario, non è più positivo sul settore sanitario. Le ragioni? I fondamentali restano solidi e il settore offre un buon potenziale a lungo termine, tuttavia sussistono dei rischi in merito al sentiment. Con le elezioni presidenziali negli USA che si profilano per il mese di novembre, potrebbero esserci ulteriori discussioni sulle normative e sulla determinazione dei prezzi dei farmaci negli USA. “Diventiamo inoltre meno positivi sui materiali e ci aspettiamo ora un’underperformance del settore che ha peraltro evidenziato un impressionante balzo nell’ultimo mese grazie al forte rally dei metalli industriali e dei prezzi dell’oro. Riteniamo che ora sussistano rischi al ribasso per i prezzi di tali commodity, considerando lo squilibrio ancora ampio tra la domanda e un eccesso di offerta e adottiamo un parere più cauto sul settore dei materiali” aggiungono da Credit Suisse.
Passando dai settori di Borsa agli stili di gestione, per Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, quello value, orientato cioè sulle aziende più solide dal punto di vista patrimoniale, e caratterizzate da una crescita bassa ma costante nel tempo e da dividendi generosi, dovrebbe nei prossimi mesi essere quello da preferire. “Per quanto riguarda i titoli azionari, qualora le condizioni economiche continuassero a stabilizzarsi, i maggiori beneficiari potrebbero essere i titoli value: questi titoli, infatti, tendono a fare meglio della media di mercato nei periodi in cui le condizioni economiche stanno migliorando” spiega nell’articolo “La ricetta del momento è a base di azioni value e TIPS”, lo strategist. Lo stile value, soprattutto per quanto riguarda i titoli dell’energia e i finanziari, può sfruttare azioni con valutazioni convenenti: basti pensare che, alla fine di febbraio, i titoli growth (in base al Growth Index S & P 500 che raccoglie i titoli delle società USA più dinamiche e con tassi di crescita elevati ma minore solidità economica e bassi dividendi), erano trattate a più di tre volte il valore del p/bv (rapporto prezzo / valore contabile patrimoniale) dei titoli value (misurato in base all’indice S & P 500 Value). Sulla base di questa metrica, il differenziale tra le azioni US large cap value e le US large-cap growth è al suo livello più alto dallo scoppio della bolla tecnologica nel 2000.
Resta il fatto che, se dovessimo dobbiamo basarci sulla storia, finché le famiglie americane saranno in buone condizioni, una recessione USA resta poco probabile. È quello che sostiene nell’articolo “È il momento adatto per aumentare l’esposizione alle azioni”, Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management, secondo il quale ci sono pochi elementi che facciano pensare a un cambiamento della situazione. I prezzi ridotti della benzina sostengono le finanze familiari e la disoccupazione si mantiene bassa. E nonostante di recente la Fed abbia aumentato lievemente i tassi di interesse, la politica monetaria non è per niente restrittiva. “Ciò suggerisce dunque che, se le valutazioni di mercato sottovalutano la longevità del ciclo economico USA, potrebbe essere il momento adatto per aumentare l’esposizione ad asset class rischiose quali le azioni” sottolinea l’economista.
Questo non vuol dire, tuttavia, che basti investire in azioni o in fondi azionari quanto piuttosto selezionare aree geografiche, settori e titoli tramite buoni gestori attivi. “Sono timidamente ottimista riguardo alle attività rischiose e ritengo che gli investitori otterranno risultati nettamente più soddisfacenti analizzando i settori e i singoli titoli piuttosto che i mercati nel loro complesso” dichiara infatti convinto nell’articolo “Investimenti, maggiori soddisfazioni analizzando i settori e i singoli titoli”, Colin Moore, CIO Globale di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale la correzione dimostra che i mercati non sono sottovalutati. “Al di fuori delle economie emergenti, le valutazioni non sono particolarmente interessanti. Pertanto, continuo a ravvisare opportunità per le attività rischiose, ma non ritengo che le coglieremo attraverso allocazioni tradizionali (USA vs non-USA, Giappone vs Europa, etc.). In definitiva, tutto dovrebbe dipendere dalle dinamiche che osserveremo nei singoli settori a nostro avviso caratterizzati da una crescita sostenibile o che trarranno maggiori benefici dall’aumento dei tassi” puntualizza Colin Moore.
A proposito di settori, quello finanziario continua a essere al centro dell’attenzione in Borsa ma per Credit Suisse adesso è interessante, soprattutto per quanto riguarda i titoli bancari. “Pur riconoscendo i problemi strutturali che affronta il settore, a breve termine è molto probabile che riesca a registrare performance superiori alla media di mercato. Nell’ambito di questo settore, vediamo maggiori opportunità a breve termine per le banche rispetto alle assicurazioni” fanno sapere, nell’articolo “Borse, perché ora siamo positivi sui finanziari”, da Credit Suisse, che, al contrario, non è più positivo sul settore sanitario. Le ragioni? I fondamentali restano solidi e il settore offre un buon potenziale a lungo termine, tuttavia sussistono dei rischi in merito al sentiment. Con le elezioni presidenziali negli USA che si profilano per il mese di novembre, potrebbero esserci ulteriori discussioni sulle normative e sulla determinazione dei prezzi dei farmaci negli USA. “Diventiamo inoltre meno positivi sui materiali e ci aspettiamo ora un’underperformance del settore che ha peraltro evidenziato un impressionante balzo nell’ultimo mese grazie al forte rally dei metalli industriali e dei prezzi dell’oro. Riteniamo che ora sussistano rischi al ribasso per i prezzi di tali commodity, considerando lo squilibrio ancora ampio tra la domanda e un eccesso di offerta e adottiamo un parere più cauto sul settore dei materiali” aggiungono da Credit Suisse.
Passando dai settori di Borsa agli stili di gestione, per Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, quello value, orientato cioè sulle aziende più solide dal punto di vista patrimoniale, e caratterizzate da una crescita bassa ma costante nel tempo e da dividendi generosi, dovrebbe nei prossimi mesi essere quello da preferire. “Per quanto riguarda i titoli azionari, qualora le condizioni economiche continuassero a stabilizzarsi, i maggiori beneficiari potrebbero essere i titoli value: questi titoli, infatti, tendono a fare meglio della media di mercato nei periodi in cui le condizioni economiche stanno migliorando” spiega nell’articolo “La ricetta del momento è a base di azioni value e TIPS”, lo strategist. Lo stile value, soprattutto per quanto riguarda i titoli dell’energia e i finanziari, può sfruttare azioni con valutazioni convenenti: basti pensare che, alla fine di febbraio, i titoli growth (in base al Growth Index S & P 500 che raccoglie i titoli delle società USA più dinamiche e con tassi di crescita elevati ma minore solidità economica e bassi dividendi), erano trattate a più di tre volte il valore del p/bv (rapporto prezzo / valore contabile patrimoniale) dei titoli value (misurato in base all’indice S & P 500 Value). Sulla base di questa metrica, il differenziale tra le azioni US large cap value e le US large-cap growth è al suo livello più alto dallo scoppio della bolla tecnologica nel 2000.