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2016, l’obiettivo prioritario è la preservazione del capitale

9 Marzo 2016 09:58
financialounge -  banche centrali Carlo Benetti debito GAM politica economica protezione del capitale
Sono ancora molte le incertezze con cui deve fare i conti un investitore il cui principale obiettivo, in questa fase, è quello di mitigare il rischio, osservando tutti i fronti pericolosi: dal debito mondiale al deleveraging cinese (riduzione del debito privato), dalle risposte politiche più o meno efficaci, all’anomala correlazione tra borse e petrolio (anche questo funzione della politica). Pochi giorni fa Warren Buffett ha fatto una esplicita professione di fede negli Stati Uniti e nelle loro potenzialità economiche, invitando a sottoscrivere azioni della «Corporate America».

“Se questa fiducia nelle potenzialità di lungo termine è condivisibile perché nel lungo termine i mercati sono come bilance e tendono a valutare i fondamentali, l’accumulo di posizioni può essere oggi intrapreso solo da investitori consapevoli e con la stessa fede di Buffett nel lungo termine” sostiene Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR nell’Alpha e iI Beta del 7 marzo, secondo il quale l’obiettivo del 2016 per gli investitori è la preservazione del capitale: se storicamente i mercati hanno sempre sottovalutato il fattore rischio politico, in un contesto di elevata volatilità non è più possibile non tenerne conto nella allocazione tattica dei portafogli.

In attesa di tornare sull’argomento nella Conferenza GAM al prossimo Salone del Risparmio, Cambiare prima di essere costretti a farlo: nuove tecniche di gestione alla prova del cambiamento, Carlo Benetti ricorda come i maggiori ostacoli al ripristino di condizioni economiche globali coerenti con il potenziale di crescita siano sostanzialmente due: il debito, cuore nero dell’economia globale, e la frammentazione delle risposte di politica economica. Basti pensare che, a otto anni dalla crisi che divide in due il tempo finanziario del secondo dopoguerra, nessuna delle maggiori economie ha davvero diminuito il rapporto debito/PIL, pubblico e privato. Qualcosa come duecento trilioni di dollari costituiscono un formidabile ostacolo alla ripartenza sostenibile dell’attività economica su scala globale. Nelle economie avanzate il solo debito privato è passato dal 50% degli anni ’50 al 170% del 2007 e, dopo la crisi, in larga misura trasformato in debito pubblico. Per quanto riguarda invece l’altro ostacolo alla ripartenza di una sostenibile attività economica globale, cioè la frammentazione delle risposte di politica economica, non si può continuare a sperare soltanto nelle banche centrali. Le quali, sottolinea Carlo Benetti, pur essendo state le sole e con soluzioni «non convenzionali», a salvaguardare il sistema finanziario e a ripristinare la fiducia, nulla o poco possono per la crescita economica, che non è mai stata, un fenomeno monetario.

“In assenza dell’aiuto della politica economica e con attese di un ulteriore allentamento, per la BCE diventa più difficile rischiare di deludere il mercato come nello scorso dicembre: l’attività economica sta perdendo momentum e questa volta il Consiglio Direttivo potrebbe essere più coraggioso. Diversa la condizione della Federal Reserve: fino a un paio di mesi fa le attese erano per un rialzo dei tassi ogni trimestre, oggi solo il 10% degli analisti intervistati azzarda un pronostico di rialzo già la settimana prossima. La Fed presta orecchio alle attese dei mercati finanziari e, più recentemente, anche alle condizioni dell’economia globale” conclude Carlo Benetti evidenziando come, le banche centrali, pur a corto di munizioni, restino comunque l’unico punto di riferimento per mercati smarriti.
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