Contatti

Antonio Bottillo

Mercati, la chiave è l’attenta valutazione e selezione

16 Febbraio 2016 14:28
financialounge -  Antonio Bottillo David Herro David Lafferty Matthew Eagan mercati azionari mercati obbligazionari Natixis Investment Managers Per Matthew Eagan petrolio small cap
“Osservando il recente trend dei mercati a livello internazionale, è evidente che il prezzo del petrolio rappresenti un elemento di incertezza e volatilità. Tuttavia, come i nostri specialisti degli investimenti sottolineano, può creare ben selezionate opportunità. La chiave, come sempre, è l’attenta valutazione e selezione, unita a un’analisi che sappia guardare oltre il breve periodo in un’ottica di più lungo termine” afferma Antonio Bottillo, Country Head ed Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management, secondo il quale, in un momento come quello attuale, caratterizzato da alti e bassi sui listini mondiali, per l’investitore appare ancora più utile avere accesso alle competenze di gestori specializzati ed essere affiancato da consulenti che lo aiutino a navigare in acque complesse.

A tale proposito si rivelano preziose le indicazioni offerte da quattro esperti degli investimenti di Natixis Global Asset Management che hanno illustrato le proprie opinioni in merito a cosa possono comportare i bassi prezzi del petrolio per gli investitori azionari e obbligazionari, nonché le opportunità emerse a seguito del recente sell-off di mercato.

A cominciare da quello che sostiene David Lafferty, CFA, Chief Market Strategist di Natixis Global Asset Management, per il quale il petrolio non resterà per sempre a questi livelli. “Pensiamo che l’attuale basso livello del prezzo del petrolio non sia sostenibile. E’ vero che il costo marginale di produzione differisce nelle diverse aree geografiche ma riteniamo che una quotazione al di sotto dei 40 dollari al barile porterà eventualmente a una riduzione della produzione. Siamo convinti che alcuni paesi produttori di petrolio continueranno ad aumentare la produzione in una situazione di prezzi in calo allo scopo di sostenere i propri bilanci fiscali e la spesa sociale. Inoltre, le attuali scorte di petrolio sono a livelli storicamente elevati. Tali condizioni, però, non sono destinate a permanere. Prevedo che il flusso di petrolio calerà nel tempo, eventualmente riducendo l'offerta e quindi allineandola alla minor domanda. Pertanto, siamo dell’avviso che le quotazioni dovrebbe risalire verso i 45 - 65 dollari al barile nella nuova fase di equilibrio, sebbene ci sia bisogno di altri 6-18 mesi prima che ciò avvenga”.

Precisato questo, quali opportunità affiorano sui mercati? In ambito azionario la volatilità crea opportunità per l’investitore value e diverse opportunità nella selezione di azioni small cap. “A gennaio i prezzi dei titoli azionari sui mercati globali si sono ridotti sensibilmente. Tuttavia non pensiamo che ciò abbia compromesso il valore reale di lungo termine delle aziende di alta qualità. Ciò crea un contesto interessante per l'acquisto di titoli, sfruttando la volatilità di mercato causata da vari fattori non legati ai fondamentali. Inoltre, occorre considerare che i bassi prezzi energetici possono rappresentare un prezioso redito aggiuntivo per i consumatori, che , pagando meno benzina e riscaldamento, hanno maggiori risorse da spendere per alimentare l'economia” argomenta David Herro, CFA, CIO International Equities di Harris Associates mentre il suo collega Chris Wallis, CFA, CEO, CIO di Vaughan Nelson Investment Management, ha una view positiva sul segmento azionario small cap. “Riteniamo vi siano opportunità interessanti legate alle aziende a bassa capitalizzazione in alcuni comparti del settore energetico. Ad esempio, le aziende che forniscono assistenza alle raffinerie hanno prospettive positive. E dal momento che il mercato non discrimina, a seguito del sell-off (vendita senza limitazione di prezzo e di quantità di titoli sul mercato) questi titoli hanno valutazioni attraenti. In generale, consideriamo un orizzonte temporale di tre anni, non di tre mesi, e quindi gli effetti a breve termine dei prezzi del petrolio non rappresentano per noi una causa di preoccupazione”.

In ambito obbligazionario, invece, si intravedono forti sconti nel settore energetico in base alle valutazioni di Matthew Eagan, CFA, Global Fixed Income Manager di Loomis, Sayles & Company. “Il mercato delle obbligazioni high yield è oggi nettamente diviso tra il settore delle commodity ed i settori diversi dalle commodity. Per esempio, se togliamo l'indice energetico dal mercato high yield statunitense complessivo, il prezzo medio è appena sotto i 58 centesimi sul dollaro (al 4 febbraio). Ciò dimostra che le obbligazioni high-yield del comparto energetico sono scambiate a livelli molto inferiori rispetto al mercato high-yield nella sua globalità. Gli attuali prezzi suggeriscono inoltre che circa un terzo o più degli emittenti nel settore energetico andrà in default (fallimento): noi non prevediamo default così numerosi, né crediamo che i prezzi energetici resteranno così bassi a lungo. Di conseguenza siamo convinti che sia possibile selezionare diverse opportunità di valore in questo contesto: aziende che hanno costi di break-even per il petrolio relativamente bassi, nell’arco di un intero ciclo di business, e sono sufficientemente flessibili per resistere almeno due anni a bassi prezzi delle risorse energetiche”.
Share:
Trending