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Petrolio a 30 dollari, ecco le strategie di portafoglio

9 Febbraio 2016 09:10
financialounge -  Credit Suisse Nannette Hechler-Fayd'herbe petrolio
Che succede al prezzo del petrolio? Non è facile dare una risposta perché le quotazioni continuano ad essere estremamente ballerine alla disperata ricerca di un supporto.

Dopo una relativa stabilizzazione intorno ai 60 dollari al barile tra febbraio e giugno dello scorso anno (che rappresentavano un valore dimezzato rispetto ai valori medi di giungo 2014), i prezzi sono infatti di nuovo calati rapidamente fino a 43 dollari in agosto (in concomitanza della crisi cinese) per poi riprendere fiato fino a riportarsi sopra i 52 dollari nella prima decade di ottobre: da allora, di nuovo giù a precipizio fino ai 25 dollari del 20 gennaio di quest’anno. Da qualche giorno sembra che le quotazioni abbiano ripreso a galleggiare intorno ai 30 dollari ma sono in molti a ritenere che si possa trattare solo di una nuova stabilizzazione momentanea e, quindi, tutta ancora da verificare nelle prossime settimane.

Alla luce di questi movimenti e, soprattutto, dello scenario nel quale avvengono e delle implicazioni che comportano, Nannette Hechler-Fayd'herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse, rivela le proprie strategie di portafoglio. “Il prezzo del petrolio non è sceso per via della debolezza della domanda, ma poiché l’offerta non è stata sufficientemente contenuta e le scorte sono rimaste molto elevate. Il riequilibrio sarà probabilmente lento” spiega la strategist che, pertanto, prevede che i prezzi del petrolio resteranno ancora in un range di negoziazione più basso, e acquisterà i beneficiari dei bassi prezzi del petrolio, come titoli dei beni di consumo ciclici europei, del settore auto, di compagnie aeree e navi da crociera, vendendo pesantemente gli indici azionari dei mercati emergenti (ME) orientati alle esportazioni di materie prime di Sudafrica, Brasile e Perù.
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