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Idee di Investimento – Azioni – 25 gennaio 2016

25 Gennaio 2016 10:27
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“È in momenti come questo che gli investitori non devono lasciarsi prendere dal panico, poiché ciò che conta è investire in un’ottica di lungo periodo. Gli investitori con una strategia d’investimento a lungo termine, ragionata e ben diversificata dovrebbero verosimilmente «mantenere la calma e andare avanti» anziché farsi prendere dal panico” fanno sapere nell’articolo “Ciò che conta è investire in un’ottica di lungo periodo”, gli esperti di Columbia Threadneedle Investments che ricordano una famosa frase del rispettato guru dell’investimento Warren Buffett: “Nel ventesimo secolo, gli Stati Uniti hanno affrontato due guerre mondiali e altri conflitti militari traumatici e costosi, la Depressione, una dozzina di recessioni e crisi finanziarie, shock petroliferi, un’epidemia influenzale e le dimissioni di un presidente caduto in disgrazia. Eppure il Dow è salito da 66 a 11.497”.

Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, nell’articolo “Mercati finanziari, come trovare riparo dalla tempesta”, suggerisce, agli investitori disposti a mantenere l’esposizione azionaria, l’uso delle strategie come la minimum volatility che, come suggerisce il nome, è espressamente concepita per partecipare al potenziale rialzo dei mercati mitigandone però l’impatto dei saliscendi. “Questo approccio può rivelarsi più efficace in un ambiente in cui la volatilità sta aumentando in funzione delle preoccupazioni per la crescita globale, al contrario di altri fattori, come i timori circa i tassi crescenti. Inoltre, gli investitori dovrebbero guardare soprattutto ai titoli con alto return-on-equity (Roe), leverage contenuto e solidità dei profitti: un approccio che, spesso, è catalogato come «value». In un mondo in cui la convinzione sta precipitando il mercato, infatti, tende a premiare la consistenza”.

Ma, investire con un orizzonte temporale di lungo periodo non significa trascurare le opportunità che si vengono a creare sul mercato, soprattutto dopo una forte correzione come questa. Resta il fatto che gli investitori non sanno quanto siano gravi i problemi e, se hanno bisogno di prendere la decisione per investire, preferiscono attendere. L’effetto psicologico in questi frangenti non può essere assolutamente mai sottovalutato ma diversi investitori hanno mantenuto il loro ottimismo. Com’è spiegato nell’articolo “Azioni Europa, per chi ha pazienza le soddisfazioni non mancheranno”, le quotazioni sono oggi più economiche rispetto a un anno e da alcune sedute di Borsa è stato infranto il livello che gli analisti tecnici chiamano ipervenduto: significa che il selloff (vendita senza limitazione di prezzo e di quantità di azioni sul mercato) si è spinto troppo in avanti. Con i prezzi attuali lo Stoxx 600 quota con un rapporto prezzo / utili (p/e) a 13,5, inferiore alla media degli ultimi 10 anni (14,0) e ben al di sotto del p/e stimato per l’S&P500 di Wall Street (15).

“Riteniamo che il mercato azionario europeo continui ad offrire una storia di ripresa allettante e che, nonostante le preoccupazione sulla crescita dei Mercati Emergenti (Cina in particolare), il tema della ripresa autonoma dell’Europa sia intatto e gli investitori dovrebbero quindi avvantaggiarsi della recente debolezza del mercato” dichiara nell’articolo “Azioni Europa, avvantaggiarsi della recente debolezza del mercato” Rory Bateman, Head of UK & European Equities di Schroders, che, a sostegno della sua tesi, cita la crescita degli utili nell’Eurozona attorno al 10% nel 2015: un ritmo superiore all’espansione a cifra singola dei profitti dello S&P500 americano. Altri due temi d’investimento che mantengono tutto il loro appeal sono poi la stretagia high dividend (orientata sui titoli di società che pagano alti e sostenibili dividendi) e la Cina.

“Premesso che la selezione costituisce l’approccio più efficiente nella strategia high dividend, i titoli dei settori dei consumi non ciclici, della salute e dei servizi dovrebbero riuscire a garantire buoni e sostenibili dividendi anche nel 2016. La selezione dovrà invece essere ancora più attenta e rigorosa relativamente ai titoli dei settori industriale e dei consumi ciclici mentre facciamo fatica a vedere come i titoli delle società guidate dal prezzo delle materie prime potrebbero diventare interessanti dal punto di vista dei dividendi distribuiti” fa sapere nell’articolo “Perché la strategia high dividend non sarà penalizzata nel 2016” il Team di gestione del comparto [tooltip-fondi codice_isin="LU0503634734"]Pictet – High Dividend Selection[/tooltip-fondi] che ricerca soprattutto società che possano dimostrare di gestire i costi in modo efficiente, con l’abilità di ristrutturarsi velocemente al cambiare delle condizioni di crescita e di una politica monetaria globale non sincrona (aumento dei tassi negli Stati Uniti ed aumento del QE in Europa). Guardando al 2016 e ai prossimi anni, il Team ritiene che avere una chiara idea sui risultati in termini di utili che un’azienda possa ottenere sia la chiave per la performance dei titoli. “Per questo motivo pensiamo che la strategia corretta sia quella di focalizzarsi su società che offrono un rendimento in termini di dividendi più alto della media di mercato, dato che questi titoli sono per natura più difensivi. Preferiamo questo approccio rispetto a quello di rincorrere società che puntano ad accrescere la crescita dei propri dividendi, sacrificando il valore assoluto di quanto distribuito, in una fase di decelerazione della crescita dell’economia globale” sottolineano i gestori del fondo.

Per quanto riguarda invece la Cina è interessante quanto sostiene Matthew Sutherland, Head of Product Management – Asia di Fidelity International nell’articolo “Cina, la qualità della crescita più importante della quantità”: “La Cina sta rallentando, ma non sta affatto crollando. Non siamo preoccupati dal rallentamento del tasso di crescita, perché la qualità della crescita (riequilibrio verso maggiori consumi interni) è di gran lunga più importante della quantità. L’economia del Paese è discreta pur con qualche area debole (produzione) e alcune aree forti (servizi, vendita al dettaglio), non dissimile peraltro da tutto il resto del mondo” fa sapere il manager secondo il quale il passaggio ad un modello di crescita guidato dal consumo interno non sarà un processo facile e agevole, ma è comunque in corso ed efficacemente supportato dalle riforme governative. Ci saranno inevitabilmente alti e bassi lungo il percorso e si potranno vedere ulteriori stimoli governativi.
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