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Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 30 settembre 2015

7 Ottobre 2015 16:39
financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund Morgan Stanley
• L’effetto contagio della Cina ha continuato a dispiegarsi, con un ulteriore indebolimento dei dati sulla crescita mondiale e un proseguimento del trend ribassista per gli attivi di rischio. Le azioni globali hanno segnato un calo del 3,0% (Msci Acwi in dollari Usa), e l’ondata di vendite ha colpito aree prima ritenute immuni come il Topix, che ha perso il 2,9%. I “beni rifugio” hanno registrato una ripresa: i rendimenti dei titoli decennali Usa si sono avvicinati al 2% e i settori globali dei beni di consumo primari e dei servizi di pubblica utilità hanno guadagnato l’1,2% e il 2,5% rispettivamente.

• Sebbene fosse attesa da lungo tempo, questa ondata di vendite si è verificata in una fase in cui i dati sull’attività cinese appaiono destinati a migliorare grazie alle numerose misure di stimolo introdotte negli ultimi mesi, e diversi indicatori segnalano già un recupero. Va inoltre sottolineato come alcune questioni settoriali specifiche abbiano esacerbato le vendite di azioni quando le autorità hanno preso di mira il settore farmaceutico e l’industria automobilistica europea. I nostri indicatori sulla fiducia mostrano un livello di pessimismo estremo proprio nel momento in cui possiamo intravvedere una ripresa nell’epicentro del rallentamento (costituito dalla Cina). Abbiamo iniziato a stabilire una posizione lunga nelle azioni globali.

• Il Giappone sembra essere entrato in un fase di recessione tecnica, in quanto la sua esposizione all’Asia ha penalizzato investimenti e attività industriale, e l’attività interna appare insufficiente a fare da contrappeso.

• L’Eurozona continua invece a evidenziare un andamento positivo, in virtù di una ripresa che procede senza intoppi e una conseguente sovraperformance in termini di utili societari.

• Nella seconda metà di settembre il comparto ha perso l’1,9%. La performance ha risentito in particolare delle posizioni lunghe nelle azioni dell’Eurozona, nelle azioni dell’Eurozona rispetto a quelle statunitensi e nelle azioni dei mercati emergenti. I risultati sono stati penalizzati anche dall’esposizione corta ai tassi Usa e dalle posizioni ribassiste su renminbi cinese e franco svizzero, nonché dall’orientamento rialzista su sterlina britannica ed euro. I modesti guadagni realizzati sulle posizioni corte in titoli dei settori globali aerospaziale e dei macchinari hanno invece favorito il portafoglio.

• Nelle ultime due settimane di settembre, abbiamo chiuso quel che restava della nostra posizione corta nei tassi Usa e abbiamo rafforzato il tema “easy Fed” (orientamento accomodante della Fed): abbiamo incrementato il posizionamento rialzista nei titoli delle società di estrazione aurifera e avviato una posizione lunga nell’oro e posizioni corte nel dollaro Usa rispetto a euro, sterlina e yen. Abbiamo costituito alcune posizioni lunghe direzionali in azioni globali e dell’Eurozona, con enfasi su titoli di aziende europee orientate al mercato interno. Abbiamo continuato a ridurre le esposizioni legate al tema del rallentamento cinese, ridimensionando le posizioni corte nelle valute asiatiche e nei titoli bancari australiani. Abbiamo monetizzato i guadagni sul posizionamento rialzista nelle compagnie aeree statunitensi e accentuato le posizioni corte nei titoli del settore aerospaziale e nel franco svizzero rispetto alla corona svedese.

• Il continuo rafforzamento dei consumi negli Stati Uniti resta la singola aspettativa in cui i mercati credono con maggiore convinzione. Bisogna tuttavia osservare che l’attività industriale e gli utili societari tendono a incidere fortemente sulla crescita dell’occupazione, ed è quindi probabile che il loro rallentamento abbia un impatto considerevole. Il rapporto sull’occupazione di settembre, da poco pubblicato, conferma che tale impatto potrebbe aver già iniziato a farsi sentire. Ed è probabile che ciò induca la Fed a posticipare ulteriormente i suoi interventi, favorendo il tema “easy Fed” che abbiamo introdotto di recente.

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