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Julian Wellesley

Smarthpone banking, vincitori e vinti nei prossimi 5 anni

22 Settembre 2015 12:11
financialounge -  Julian Wellesley Loomis Sayles Natixis Investment Managers settore bancario Smarthpone banking
Da un lato, quello dei vincenti, ci sono le banche più solide e con ricchi budget da destinare agli investimenti in tecnologia di alta qualità sia per i sistemi bancari tradizionali che per i nuovi prodotti e servizi. Dall’altro, quello dei potenziali perdenti, i piccoli e medi istituti di credito caratterizzati da infrastrutture tecnologiche meno avanzate. Sono queste, estremizzando al massimo la valutazione dei possibili impatti, le categorie di banche che potranno beneficiare o soffrire della diffusione degli smartphone secondo un approfondimento a cura di Julian Wellesley, analista azionario Senior di Loomis Sayles (Gruppo Natixis Global Asset Management).

Un’analisi che prende spunto dalle proiezioni in base alle quali si stima che fra cinque anni, e cioè dal 2020 in poi, il 70% della popolazione mondiale possiederà uno smartphone: una previsione elaborata partendo dal fatto che lo scorso anno sono stati venduti in tutto il mondo ben 1,2 miliardi di smartphone: un trend in forte ascesa che ha convinto gli istituti di credito retail ad investire in modo massiccio sulla tecnologia mobile.

“Le banche che hanno investito in anticipo su internet e smartphone banking sono oggi i leader indiscussi. Sono soprattutto le banche più importanti e più redditizie, che possono permettersi di investire in tecnologia di alta qualità sia per i sistemi bancari essenziali che per i nuovi prodotti. Ad esempio, Bank of America e Wells Fargo hanno ciascuna oltre 16 milioni di clienti bancari attivi su smartphone” sottolinea Julian Wellesley secondo il quale per le banche di avanguardia che hanno intrapreso rapidamente questo trend, gli accessi al conto via smartphone hanno superato gli accessi da computer. Questi primi utilizzatori stanno beneficiando di costi bassi, fedeltà dei clienti e crescenti quote di mercato. I clienti che utilizzano lo smartphone banking sono generalmente giovani, con un ottimo livello di istruzione e tendono a interagire con la banca di frequente attraverso il loro dispositivo mobile.

Un altro segmento che beneficia già, e lo farà in modo ancora più importante nei prossimi anni, del trend di diffusione degli smartphone sono le banche scandinave. I Paesi della Scandinavia, infatti, vantano i più alti livelli di penetrazione dello smartphone a livello mondiale, che li posiziona all’avanguardia del banking digitale. Le banche scandinave sono in grado di diminuire notevolmente e complessivamente le operazioni, visto che i clienti effettuano le proprie transazioni chiave attraverso l’interfaccia dei dispositivi mobili.

“In Norvegia, il gruppo DNB riporta che il 42% del traffico dei suoi clienti proviene dal mobile banking, mentre solo l’1% delle transazioni sono espletate presso gli uffici della filiale. I clienti con dispositivi mobili trattano con la loro banca più di frequente. I clienti di Swedbank accedono in media 24 volte al mese alla loro banca attraverso dispositivo mobile, rispetto alle 9 volte al mese via internet. Questo comportamento della clientela consente alle banche di ridurre le proprie reti di filiali e la maggior parte delle filiali che restano non dispongono di contante” spiega Julian Wellesley che poi sposta la propria attenzione sulle banche capaci di sfruttare le capacità dei cosiddetti «Big Data». “Stiamo inoltre vedendo segni che alcune delle più grandi banche al mondo, come BBVA, CBA, Lloyds e Well Fargo, cominciano a utilizzare i Big data per creare offerte ai clienti attraverso le applicazioni e offrire servizi che incrementino la fedeltà del cliente. Ad esempio, se un cliente effettua dei pagamenti per l’auto utilizzando un’app bancaria, può immediatamente ricevere un messaggio dalla banca che offre l’adesione ad un’assicurazione auto con un semplice clic. Alcune banche stanno sviluppando l’equivalente finanziario delle popolari applicazioni fitness che monitorano ogni mese le spese e i risparmi per mostrare il «fitness finanziario» del cliente” sostiene il manager per il quale le banche più piccole con sistemi tecnologici più deboli e meno sviluppati sembrano le vittime predestinate di questo trend.

“La sfida più importante per questi ritardatari non riguarda look e funzionalità delle loro applicazioni, relativamente facili da copiare, ma le qualità essenziali del sistema operativo bancario. Di solito è più facile aggiornare che sostituire un sistema operativo bancario. Ne risulta che le banche che sono state lente a sostituire la propria tecnologia obsoleta nell’ultimo decennio faranno fatica a trovare delle soluzioni che funzionino con i servizi su internet e mobile” conclude Julian Wellesley.
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