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Export, l’Italia nella top ten negli Stati Uniti

31 Agosto 2015 10:06
financialounge -  dollaro esportazioni euro italia Made In Italy mercati valutari USA
L’ultima volta era accaduto nel 2003, ma è dal 2010 che si registra un continuo miglioramento delle posizioni. Stiamo parlando delle esportazioni dell’Italia verso gli Stati Uniti che nel primo semestre di quest’anno si sono piazzate nella top ten: erano in 15esmia posizione nel 2010, in 13esima nel 2012, in 12esima nel 2013 e in 11esima nel primo semestre dello scorso anno. In termini di volumi l’export italiano ha raggiunto i 22,3 miliardi di dollari, il 6,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2014: incremento che, se viene calcolato in euro, arriva a sfiorare il +30%.

Proprio grazie alla sensibile svalutazione della moneta unica rispetto al biglietto verde, le prospettive per i prossimi mesi restano molto positive. Infatti, da un lato le merci e i servizi esportati dalle imprese italiane risultano più competitive rispetto a 12-18 mesi fa, e, dall’altro, la crescita economica americana sta accelerando come dimostrato dal tasso di crescita del Pil USA del secondo trimestre diffuso la scorsa settimana (+3,7%).

Ma c’è di più. L’export del nostro paese sul mercato americano mostra un tasso di crescita semestrale in dollari (+6,7%) che è inferiore soltanto a quello della Corea del Sud (+9,8%) e a quello del Regno Unito (+8,7%), e superiore a quello della Cina (+6,3%). Proprio in virtù di questo dinamismo, secondo gli addetti ai lavori, non può essere affatto escluso che nel secondo semestre le esportazioni del made in Italy verso gli States possano piazzarsi davanti a quelle di Francia (in nona posizione alla fine del primo semestre a 23,5 miliardi di dollari ma in contrazione dell’1,7% sul semestre precedente) e a quelle dell’India (24 miliardi tra gennaio e giugno 2015, +3,45 rispetto allo stesso periodo del 2014): uno scenario che, peraltro, si è già concretizzato nel mese di giugno durante il quale l’export italiano verso gli USA si è attestato in nona posizione davanti all’India e a ridosso della Francia. Una buona notizia per i beni e i servizi italiani che, grazie al boom negli Stati Uniti possono guardare con meno apprensione al crollo dell’export verso la Russia (a seguito delle sanzioni internazionali) e al possibile rallentamento dell’import cinese.
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