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Unione europea, ecco i vantaggi se venisse completata

12 Agosto 2015 16:05
financialounge -  Ethenea politica monetaria unione bancaria europea Yves Longchamp
“Se l'Unione europea venisse completata, i vantaggi sarebbero significativi” sottolinea Yves Longchamp, CFA , Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, che spiega: “Oltre alla libera circolazione delle persone, dei capitali, dei beni e dei servizi, un'Unione ben funzionante offrirebbe prosperità e stabilità. Il corretto funzionamento del sistema di condivisione dei rischi ridurrebbe il costo delle recessioni. L'unificazione politica si tradurrebbe in sostanza negli Eurobond, uno strumento di politica monetaria più efficiente rispetto ai titoli di Stato nazionali, e in un mercato obbligazionario più robusto che incrementerebbe la liquidità della moneta unica, rendendola una valida alternativa al dollaro USA come valuta di riserva. Infine, porrebbe l'Europa in una posizione vantaggiosa per competere con gli Stati Uniti e con il blocco asiatico in un'economia globalizzata”.

Lo stratega ricorda come la storia offra un'importante lezione: l'unificazione monetaria è un processo evolutivo. In futuro l'Unione economica e monetaria (UEM), sostiene infatti Yves Longchamp, assumerà una forma diversa da quella attualmente prevista. Questo processo, che consentirà all'UEM di adattarsi e adeguarsi alle turbolenze future, dovrebbe essere considerato un percorso di apprendimento politico, in cui le autorità imparano ad affrontare gli ostacoli man mano che si manifestano. Da uno sguardo attento al processo di apprendimento politico emerge che le istituzioni dell'UEM si sono evolute rapidamente negli ultimi anni. Il mandato della BCE non stabiliva che l'istituto dovesse fungere da prestatore di ultima istanza in una crisi bancaria. Ovviamente, la BCE ha assunto questo incarico all'apice della crisi, ricevendo successivamente il pieno mandato di supervisione del sistema bancario europeo.

Ora l'unione bancaria è completa. Sono stati creati un Meccanismo di vigilanza unico (MVU) e un Meccanismo di risoluzione unico (SRM). Sulla scia della crisi ha visto la luce anche un meccanismo di risoluzione delle crisi sotto forma del Meccanismo europeo di stabilità (ESM). Per individuare e correggere i disavanzi commerciali all'interno della zona euro è stata stabilita una Procedura per gli squilibri macroeconomici (PSM). Ciò conferma che vi è ancora la volontà politica di completare l'Unione, ma resta da vedere se essa è sufficientemente forte per condurre verso un'unione politica. Un settore della ricerca economica si è concentrato sull'Area Valutaria Ottimale (AVO), fornendo un elenco di condizioni necessarie per il raggiungimento di un'unione monetaria ottimale.

Come di consueto, l'elenco cambia da un economista all'altro, ma alcune condizioni sono ampiamente condivise, come:

1. Politica monetaria comune
2. Mobilità dei capitali
3. Mobilità dei lavoratori
4. Ciclo economico omogeneo
5. Sistema di condivisione dei rischi.

“Le prime due condizioni sono chiaramente soddisfatte. La terza lo è solo sulla carta” puntualizza Yves Longchamp. La mobilità dei lavoratori è piuttosto difficile da raggiungere, a causa delle barriere linguistiche e culturali. In un mercato del lavoro perfettamente mobile il tasso di disoccupazione dovrebbe essere lo stesso in ogni paese. In questo momento, il tasso di disoccupazione in Grecia è cinque volte più elevato rispetto a quello tedesco. Ciclo economico analogo significa che un'unione è omogenea, nel senso che tutte le economie che ne fanno parte si muovono insieme, tutte in espansione o tutte in recessione. In questo caso, una politica monetaria unica e una moneta unica sarebbero sufficienti ad assorbire gli shock di crescita e di inflazione. Ovviamente non è così. Questo concetto potrebbe essere esteso anche alla crescita strutturale o, in altri termini, alla produttività potenziale degli Stati membri.

Indipendentemente dai cicli economici, alcune economie (per citarne una, la Germania) sono più produttive rispetto ad altre (la periferia). Ciò implica che un tasso d'interesse unico potrebbe essere troppo basso per le economie più produttive e troppo elevato per quelle meno produttive, e lo stesso vale per la valuta. All'interno dell'Unione vi sono differenze significative sul fronte della produttività e la mobilità dei lavoratori è imperfetta. Tuttavia, vi sono notevoli divergenze anche tra l'Italia settentrionale e meridionale, tra la Germania orientale e occidentale, tra il Michigan e il Texas negli Stati Uniti e tra Zurigo e i cantoni alpini in Svizzera.

“Queste regioni sono tutt'altro che ottimali, ma funzionano e hanno successo sotto molteplici aspetti. Il sistema di condivisione dei rischi, la quinta condizione, è ciò che permette a queste regioni di rimanere unite. Quando uno shock asimmetrico colpisce un'unione, non tutti i suoi membri ne risentono allo stesso modo a causa delle loro differenze. Di conseguenza, alcuni paesi necessitano maggiore assistenza rispetto ad altri per riequilibrare l'intera unione. In condizioni economiche favorevoli, il sistema di condivisione dei rischi dovrebbe concentrarsi sulle riforme per rendere l'unione più omogenea e semplice da gestire nelle fasi difficili. Se le condizioni economiche sono negative, dovrebbero avere luogo trasferimenti fiscali” argomenta Yves Longchamp, secondo il quale la quinta condizione può essere soddisfatta solo con una maggiore integrazione politica o, per citare François Hollande, creando un “governo economico della zona euro” con risorse fiscali, ossia con un bilancio della zona euro. In tutti i casi, per Yves Longchamp l'unificazione politica è di gran lunga la fase più complessa del processo di integrazione, poiché richiede che i paesi cedano una quota maggiore della loro sovranità a un organismo sovranazionale.

“Ciò riaffermerebbe l'indefettibile solidarietà tra le nazioni europee e rinforzerebbe l'Europa nel suo complesso. Inoltre, ridurrebbe l'asimmetria e le tensioni tra gli Stati membri dell'Unione, livellando il campo. I trasferimenti fiscali e le riforme sarebbero il bastone e la carota in grado di incentivare l'Unione a essere più omogenea, meno vulnerabile agli shock ciclici e, fondamentalmente, più prospera” dice lo stratega. Vale la pena sottolineare che l'unificazione politica non implica il sipario della diversità europea. In Svizzera, dopo più di 700 anni di unione, le differenze linguistiche e culturali tra i quattro blocchi linguistici nazionali (francese, tedesco, italiano e romancio) permangono. “Tuttavia, poiché l'Europa è partita con il piede sbagliato, ossia con l'unione valutaria prima dell'unione politica, il tempo stringe. Un'altra recessione potrebbe far sciovale l'Unione in una crisi dell'euro, con conseguenze potenzialmente drammatiche” avverte Yves Longchamp.
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